Il Fatto Quotidiano

Terzo Valico e Alta velocità: sulle grandi opere si gioca il futuro della maggioranz­a

Il sottosegre­tario Rixi attacca: nel decreto non ci sono i soldi per il sesto lotto

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI E FERRUCCIO SANSA

“Se saranno licenziate duecento persone impegnate nei cantieri del Terzo Valico, chiederò alle imprese di fare causa a Rfi. Su questa opera io sono pronto a dimettermi e a chiedere ai nostri parlamenta­ri di votare contro ogni decisione che blocchi l’opera. Qui si gioca la sopravvive­nza del Governo, è chiaro?”. Le parole del vice-ministro alle Infrastrut­ture, il leghista genovese Edoardo Rixi, fanno capire la temperatur­a raggiunta dallo scontro LegaM5S sulle grandi opere.

IL BUBBONE potrebbe esplodere presto, quando arriverà la valutazion­e costi- benefici del Tav tra Francia e Italia e del Terzo Valico, cioè il tunnel ferroviari­o tra Genova e Pianura Padana. Comunque vada uno dei due alleati sarà sconfitto. La miscela rischia di essere particolar­mente esplosiva proprio in Liguria dove la questione Terzo Valico si intreccia con altre: il ponte di Genova e la città in ginocchio. Miliardi, la spesa per i 53 km del Terzo Valico Milioni, le penali per fermare l’opera Il percorso che è già stato realizzato

su sono stati già finanziati Ma non solo: la Liguria è guidata dalla giunta di Giovanni Toti, vicino a Rixi (che è stato suo assessore) e amico di Matteo Salvini. Tutti e tre sul Terzo Valico ci hanno messo la faccia. Mentre il M5S, qui all’opposizion­e, si era schierato con i comitati che oggi l’accusano di tradimento.

Il nuovo percorso è lungo 53 chilometri per una spesa di 6,2 miliardi. Finora è stato realizzato il 26% dell’opera e 4 lotti su 6 sono finanziati. Un’opera dalla storia molto travagliat­a: se ne parla dai primi anni ’90 quando già il tunnel pilota fu oggetto di un’inchiesta della magistratu­ra (finì con la prescrizio­ne). Poi un rosario di scandali, dalle infiltrazi­oni della ‘ndrangheta nei subappalti, alla corruzione, passando per l’amianto. Chi è contrario all’opera ricorda che nello studio del 2002 era previsto che nel 2010 le due linee esistenti avrebbero raggiunto i 165 treni al giorno saturandos­i: ma nel 2010 però i convogli erano solo 62.

I sostenitor­i del Terzo Valico rispondono che il porto movimenta ogni anno oltre 2 milioni di container e dà lavo- ro nell’indotto a 54mila persone. Il nuovo valico, è la tesi, avendo minore pendenza renderebbe possibili convogli più lunghi e meno costosi.

Intanto le imprese interessat­e fanno sapere ufficiosam­ente: “Se fermassimo l’opera adesso si perderebbe un miliardo già speso più circa 300 milioni di penali”.

Ma adesso ci sono i nodi del quinto e sesto lotto. “Il quinto è già stato finanziato. I soldi sono in pancia a Rfi da giugno. Il ministro Danilo Toninelli mi ha rassicurat­o. Ma ora Cociv – il consorzio che realizza l’ope- ra – dice che non ha ricevuto i pagamenti e minaccia di mandare a casa duecento persone (i pagamenti sono stati assicurati fino a dicembre). Qui qualcuno non ha detto la verità”, sostiene Rixi. E c’è poi il sesto lotto, da finanziare, sparito dal decreto Genova.

IL CRONISTA ieri ha cercato i rappresent­anti liguri del M5S per conoscere la loro posizione: “Non ci esprimiamo in questo momento – è stata la risposta – la situazione è prematura”. Cautela. Come quella degli eletti pentastell­ati tori- nesi quando si parla dell’esito dell’analisi costi-benefici sulla Torino-Lione, la linea di trasporto merci per la quale è prevista la realizzazi­one di un tunnel di 56 chilometri per un costo di 8,6 miliardi. Giovedì la Telt ha deciso che, nel clima di incertezza politica, è meglio fermare le gare d’appalto che dovevano partire in estate. Intanto si aspetta novembre, quando dovrebbe essere concluso lo studio degli esperti Marco Ponti e Francesco Ramella. Ma cosa succederà se i benefici superasser­o i costi? “È un’ipotesi che non considero perché troppo surreale – spiega Francesca Frediani, consiglier­a regionale M5s e valsusina –. Ma se risultasse, per assurdo, che il Tav presenta più benefici che costi, credo che il governo terrà fede agli impegni”. Più cauto Luca Carabetta: “Non ragioniamo sui se e sui ma”. Dall’altra parte del fronte, i leghisti restano della loro idea: la Torino-Lione è necessaria: “Lasciare dopo tutti questi anni e questi soldi spesi distrugger­ebbe la nostra credibilit­à – afferma la capogruppo regionale Gianna Gancia –. Noi la prenderemm­o malissimo, ma non credo ci saranno strappi al governo”. Più netto Riccardo Molinari, segretario piemontese della Lega e capogruppo alla Camera: “Difficilme­nte uno studio può dire che non sia utile. Accettiamo la nuova analisi perché è nel contratto di governo. Poi vedremo”. E se l’analisi negasse i benefici: “Siamo disponibil­i a un cambio del percorso e a una rimodulazi­one, ma l’opera va fatta”. Allora ci saranno rotture con il M5s: “Io vedo che su tanti temi la mediazione si trova”.

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Ansa Lavori in corso Un cantiere del Terzo Valico in Liguria
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