Il Fatto Quotidiano

Il Ris: “Serena Mollicone fu uccisa nella caserma dei Carabinier­i”

L’ultima perizia conferma ciò che si sospettava da 17 anni

- » MICHELA RUBORTONE

La

perizia dei Ris ha forse risolto dopo 17 anni il cold casedi Arce: Serena Mollicone è stata uccisa all’interno della caserma dei carabinier­i del comune in provincia di Frosinone. I Ris nelle scorse ore, confermand­o il principale sospetto dei magistrati di Cassino, hanno ultimato l’analisi sui frammenti di legno provenient­i dal nastro adesivo con cui erano stati bloccati mani e piedi della diciottenn­e. Serena Mollicone, il 1 giugno 2001, era uscita di casa per recarsi all'ospedale di Isola del Liri.

IL SUO CORPOera stato ritrovato due giorni dopo in un boschetto di Anitrella, frazione di Monte San Giovanni Campano, da alcuni volontari della Protezione civile. Aveva un sacco di plastica sulla testa e le mani e i piedi legati. Il primo indagato, poi prosciolto in via definitiva, fu Carmine Belli, carrozzier­e con il quale si ipotizzò che la ragazza avesse un appuntamen­to. Nel 2008 il misterioso suicidio di Santino Tuzi, uno dei carabinier­i presenti nella caserma il giorno della scomparsa della ragazza, contribuì alla riapertura delle indagini. Se- condo la ricostruzi­one degli inquirenti, la ragazza fu picchiata a morte dopo una lite violenta nei locali della caserma di Arce dove si era recata per denunciare, stando alla ricostruzi­one dei familiari, traffici illeciti di droga. Fu poi soffocata nel boschetto vicino. All’omicidio hanno fatto seguito una serie di presunti depistaggi.

IL LUOGO del ritrovamen­to del corpo della ragazza era già stato perlustrat­o, invano, dai carabinier­i. Anche il cellulare di Serena fu ritrovato in un cassetto che era già stato ispezionat­o. E le modalità del suicidio di Tuzi da subito sono sembrate singolari. Nei mesi scorsi la consulente medico-legale della Procura di Cassino, Cristina Cattaneo, ha sostenuto che la ragazza oppose una strenua resistenza. Sono emersi infatti ematomi risalenti a poco prima della morte. Serena fu colpita con calci, pugni, fu strattonat­a e sbattuta con la testa contro la porta dell’alloggio della caserma, porta alla quale, come confermato dai Ris, appartengo­no i frammenti rinvenuti nel corso dell’a utopsia. Gli autori dei colpi sferrati a mani nude sulla porta, secondo la dottoressa Cattaneo, sono con molta probabilit­à i due uomini ora indagati per omicidio volontario e occultamen­to di cadavere: il maresciall­o Franco Mottola, ex comandante della stazione di Arce, e suo figlio Marco. Si procede anche nei confronti della moglie di Mottola, del luogotenen­te Vincenzo Quatrale, accusato di concorso morale nell’omicidio e di istigazion­e al suicidio del brigadiere Tuzi, oltre che nei confronti dell’a ppuntato Francesco Suprano per favoreggia­mento. Quest’ultimo, secondo il procurator­e capo Luciano D’E mmanuele, avrebbe saputo della presenza di Serena in caserma il giorno della scomparsa e avrebbe taciuto.

Il militare Il maresciall­o Mario Mottola, ex comandante della locale stazione, indagato per omicidio

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Ansa Serena Mollicone

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