Da “uomo dei sogni” a incubo della Borsa: parabola Elon Musk
L’imprenditore paga gli eccessi
Se ci fosse un premio per l’imprenditore più abile nell’agitare le acque, giocare coi mercati, confondere le idee e provocare, Elon Musk non solo lo avrebbe già vinto, ma probabilmente ne sarebbe l’ideatore. Ieri il titolo di Tesla, la casa automobilistica americana guidata dal visionario - nonché creatore del servizio di pagamento virtuale Paypal - Musk, è crollato in Borsa e ha perso il 12 per cento dopo l’annuncio da parte della Sec, l’organo di vigilanza sulla borsa americana, di una indagine per frode.
ELON MUSK è colpevole di aver pubblicato un tweet, il 7 agosto, in cui annunciava l’intenzione di ritirare l’azienda, che produce auto elettriche di lusso e ad altissima tecnologia, dalla Borsa a 420 dollari per azione, assicurando che i fondi per la transazione erano disponibili. Oggi la Sec definisce quelle affermazioni “false” e “ingannevoli”, crede che la scelta della cifra “420” sia riconducibile al simbolismo dei fumatori di ma-
Tutta colpa di un tweet L’azienda delle auto elettriche perde il 12% a Wall Street. La Sec lo ha denunciato per frode
rijuana e che si sia trattato dell’ennesimo scherzo per provocare i mercati (come pesce d’aprile aveva annunciato bancarotta) e soprattutto per sfidare le pressioni a cui è sottoposta l’azienda, dalle fluttuazioni dei titoli alle scommesse negative degli short seller, passando per il vincolo dei risultati trimestrali che rischiano di boicottare l’innovazione tecnologica, che ha bisogno di tempo e concentrazione.
L’idea del delisting sembrava dover prendere corpo, con tanto di comunicazioni ai dipendenti e note del consiglio di amministrazione. A fine agosto, però, c’era stata la marcia indietro: “È chiaro che la maggior parte degli attuali azionisti di Tesla ritiene che sia meglio se restiamo in Borsa - aveva detto - sapevo che il processo sarebbe stato difficile, ma è chiaro che sarebbe ancora più lungo e faticoso di quanto anticipato inizialmente”. Musk, insomma, non aveva discusso con nessuno della possibilità di ricomprare Tesla, neanche con i dirigenti (che rap- presentano gli interessi degli altri azionisti, visto che Musk non ha la maggioranza delle azioni).
Sregolatezza negli affari e nella vita vanno però di pari passo: al New York Times ha raccontato di aver lavorato in media 120 ore alla settimana (17 ore al giorno) negli ultimi anni e che per dormire fa sistematicamente ricorso all’Ambien, un forte medicinale contro l’ insonnia con controindicazioni come stanchezza, perdita di coordinamento motorio e carenza di concentrazione. Non pago, durante un’intervista radiofonica trasmessa in diretta video ha bevuto whisky e fumato marijuana (legale in California, dove aveva sede). Ha spiegato di non essere “un consumatore abituale”, perché crede che “non sia positivo per la produttività” ma ha comunque suscitato molte polemiche. Ancora prima, a luglio, aveva proposto un mini sommergibile per contribuire a liberare la squadra giovanile di calcio intrappolata in una grotta in Thailandia. Vern Unsworth, uno dei sommozzatori responsabili del recupero aveva dichiarato che l'arrivo di Musk sul posto e la sua insistenza erano stati inutili e Musk aveva reagito dando a Unsworth del “pedofilo”. Una parabola, insomma, per l’uomo che sogna di portare i turisti sulla Luna entro il 2023 grazie alla sua SpaceX, di cambiare il mondo grazie all’energia rinnovabile e alla sapiente applicazione dell’intelligenza artificiale e che a gennaio 2018, con un patrimonio di 20,9 miliardi di dollari, era al 53esimo posto della lista dei più ricchi del mondo secondo Forbes.
NON RESTA che aspettare il 2019 per capire come abbiano influito sul suo patrimonio questo anno delirante e i limiti nella produzione degli ultimi modelli di Tesla che non hanno sempre soddisfatto le aspettative degli investitori. L’anno scorso, infatti, nonostante le perdite record (675 milioni di dollari a fine 2017) e l’urgente bisogno di liquidità (a maggio Moody’s sosteneva che Tesla avesse bisogno di raccogliere circa 2 miliardi per compensare la perdita di liquidità), aveva comunque raccolto la fiducia degli investitori. Ora, l’incognita. “Le dichiarazioni, diffuse via Twitter, indicavano falsamente che se avesse voluto, sarebbe stato virtualmente in grado di operare un delisting di Tesla a un prezzo di acquisto che rifletteva un premio sostanziale rispetto ai livelli di Tesla, che i fondi per la transazione multimiliardaria erano assicurati e che l’unica mossa da attendere era il voto degli azionisti”, ha spiegato la Sec nella denuncia depositata giovedì. Poi la richiesta: che il capo del gruppo automobilistico non gestisca più una società quotata a Wall Street. Difficile interpretare la reazione dei mercati: sono arrivati al limite della loro pazienza o temono che la perdita della leadership di Musk possa innescare il declino di Tesla?
Aspettative tradite? L’insonnia, la marijuana, la diffamazione e anche la crisi della produzione: un anno nero
A fine mese, dopo essersi consultato con gli azionisti, l’imprenditore fa marcia indietro: “Delisting complicato”