Il Fatto Quotidiano

Il rocker di Maidan, onda della nuova Ucraina

Era l’idolo dei ragazzi della rivoluzion­e: ora lo vogliono candidare presidente

- » MICHELA A. G. IACCARINO

Forse

il rock può salvare l’Ucraina e le rime possono fermare la guerra. Forse, pensano i ragazzi di Kiev, può salvare il Paese il cantante Sviatoslav Vakarchuk e l’“Oceano di Elza”, Okean Elzy, il suo gruppo musicale.

Se scrivi il nome del cantautore in Internet in cirillico, il primo suggerimen­to del server slavo da qualche mese è prezident : è Vakarchuk uno dei possibili candidati favoriti alla presidenza per le prossime elezioni ucraine 2019.

SI CANDIDERÀ sul serio? Questa domanda è semplice quanto il suo silenzio di risposta, che allude, ma non conferma: sta valutando.

Le conclusion­i però le traggono gli ultimi sondaggi del Socis, istituto sociologi- co internazio­nale: più del 7 per cento della popolazion­e sarebbe pronto a votarlo, una percentual­e di poco inferiore a quella di Yulia Timoshenko. Il primo concerto dell’anno Vakarchuk ha deciso di farlo proprio il 24 agosto, data non ufficiale di inizio della campagna elettorale, e 80 mila fan allo sta- dio olimpico di Kiev che potrebbero diventare elettori.

“Non mi arrenderò senza combattere!”. La sua canzone, Bez boyu, senza lotta, la cantavano i ragazzi sulle barricate di Maidan nel 2013 prima che arrivasse lui a intonarla sul palco per sostenere la rivoluzion­e della piazza gialloblù che mise in fuga l'ex presidente Viktor Yanukovich.

“SE SARÀ NECESSARIO lo farò”, ha detto in passato a chi gli chiedeva di candidarsi, ma adesso potrebbe davvero sfidare la vecchia zarina Yulia Timoshenko e il presidente in carica Poroshenko – che ha appena querelato la Bbc per aver diffuso la notizia secondo cui avrebbe pagato 400 mila dollari a Michael Cohen per assicurars­i un incontro con Trump nel 2017 –.

Nato al confine coi Carpa- zi più occidental­e del Paese, bastione delle forze nazionalis­te, Vakarchuk è cresciuto in quella Lviv – Lvov per i russi – che ha appena dichiarato illegale l’us o scritto e parlato della “lingua dell’invasore” nella regione.

Per 24 anni e dieci album, i suoi versi hanno accompagna­to alcuni ragazzi all’altare, altri in trincea contro le repubblich­e del Donbass.

Fisico come tutti nella sua famiglia, politico come quasi nessuno nell'industria musicale ma come suo padre, ex ministro dell’Educazione, Vakarchuk nel 2007, eletto con il partito Blocco di auto-difesa, entra al Parlamento ma non resiste, non riesce a respirare quella che chiama “atmosfera di corruzione” e dopo un anno abbandona gli scranni.

“Un esercito, una polizia muscolare” sarebbero la sua risposta efficace all’immorale classe politica d’Ucraina. Nel 2014 dopo l’annessione della Crimea, ha rinunciato a cantare nel paese dove in milioni lo ascoltano, la Russia, e le arene erano piene da Mosca a Vladivosto­k nonostante cantasse in ucraino.

NON SOLO L’AEDO della rivoluzion­e: anche il comico più famoso del Paese, Volodomyr Zelensky, potrebbe scegliere di percorrere la strada che porta alla V e rkhovna Rada, Parlamento di Kiev.

In quell’Ucraina dove il 6 per cento della popolazion­e sarebbe pronto a votarlo, è diventato famoso per la serie “servitore del popolo”: recita la parte di un professore di Storia che diventa presidente del Paese per sbaglio.

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Ansa La piazza della svolta Tra il 2014 e gli inizi del 2015 i rivoltosi hanno cacciato il presidente filorusso Yanukovich

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