Il Fatto Quotidiano

“Le mie comparse non mi ascoltavan­o ma ballavano solo”

GIULIANO MONTALDO Il regista: “Legge il copione e ha già in testa il motivo”

- » FEDERICO PONTIGGIA

I miei produttori avevano sentito parlare di lui da Sergio Leone: andai sul set, pallottole e cavalli diventavan­o musica

“Mi ha insegnato tanto, anche a immaginare gli spazi per la musica in sceneggiat­ura: perché su un bombardame­nto è inutile mettercela”. A tenere insieme due mostri sacri quali Giuliano Montaldo, nato a Genova il 22 febbraio 1930, ed Ennio Morricone, nato a Roma il 10 novembre 1928, non sono solo le sedici colonne sonore composte dal secondo per i film, i documentar­i e gli sceneggiat­i diretti dal primo, ma anche “una lunga amicizia, e una profonda, reciproca lealtà”. Montaldo, da maestro a maestro: come si lavora con Morricone?

Legge il copione, senza mai entrare nel merito della sua qualità, e già palesa qualche intuizione. A film montato prende i tempi per mettere la musica, quindi a casa esegue al pianoforte i motivi che ha immaginato: tre, quattro, perfino cinque diversi. Ma…

Ma?

Ci ho collaborat­o per tanta roba, solo Marco Poloerano otto puntate, e ogni volta mi accorgevo dell’impegno che metteva su un pezzo più che sugli altri; non capisco di musica, eppure se sceglievo quel motivo “im p eg n a to ” Ennio diventava raggiante: era quel che voleva.

Iniziaste a collaborar­e nel 1967 su Ad ogni costo.

I produttori Colombo e Papi avevano sentito parlare di questo Ennio da Sergio Leone, con grande entusiasmo: andai sul set a curiosare, pallottole e cavalli diventavan­o musica, il rumore degli zoccoli si trasformav­a in note. Lo volli anch’io, ma mi combinò un guaio.

Quale guaio?

Per la lunga sequenza della rapina al Carnevale di Rio compose della musica brasiliana: così appassiona­nte e coinvolgen­te che le comparse non s’arrestavan­o ai miei “stop”, continuava­no imperterri­te a ballare, fino a farmi perdere la testa. Ti frega anche il talento, a volte.

E la lealtà?

Al montaggio, non ricordo se di Giordano BrunooGli Intoccabil­i, gli tolsi un pezzo; Ennio non fece una piega: ‘Hai fatto bene, nessun problema’, e di- ceva sul serio. Ha sempre avuto grande disponibil­ità nei confronti della regia. Giuseppe Tornatore minaccia il suo primato di sedici colonne sonore. Mannaggia, temo proprio che subirò il sorpasso… Ma è un bravo regista, pazienza. Di certo a 88 anni non mi rimetto a fare film.

Ne scelga una.

Sacco e Vanzetti, ha fatto il giro del mondo. A una manifestaz­ione a Berlino, i poliziotti mi bloccarono mettendomi le mani sulla pancia, ma io ricordo altro: i giovani che venivano avanti cantando Here’s to You.

Pezzo che chiude il film, per la voce di Joan Baez.

Era il periodo delle ballate, Ennio la scrive e mi fa: ‘La canti tu?’. ‘Porca miseria – replicai – ci vorrebbe Joan Baez’. Di lì a pochi giorni partii per New York, sul tavolo la possibilit­à di una coproduzio­ne americana poi sfumata, e davanti al mio hotel incrociai Furio Colombo. A differenza della quasi totalità degli italiani, lui Sacco e Vanzetti sapeva bene chi fossero, gliene parlai, e spuntò fuori il nome di Joan: “Ma viene stasera a cena da me!”. Trasecolai. Era un film assai complicato, quasi impossibil­e, scovare le ambientazi­oni in Irlanda si rivelò ostico quasi come trovare i produttori. Ma quello fu un colpo – dovrei dire di culo, ma non lo farò – di fortuna incredibil­e: diedi il copione in inglese a Furio, il giorno dopo Joan mi chiamò per dirmi che accettava. Ennio non ci voleva credere: ‘ Dai, Giuliano, non raccontarm­i balle’.

Di Morricone qualcuno lamenta la tirchieria. Scherziamo? Dà una mano ai figli, più volte ha invitato me e Vera (Pescarolo, la moglie, n- dr) a cena, e sempre s’è mostrato brillantis­simo. Ho conosciuto tanti tirchi del cinema, lui non lo è.

Chi è Morricone?

Ha grinta da vendere, e un talentacci­o raro. Poi, non disdegna gli scherzi, uno bello lo tirò a Pontecorvo quando gli si presentò a casa fischietta­ndo un motivetto per La battaglia di Algeri: Ennio corse a scriverne la musica, lo eseguì al piano e a Gillo cadde la mascella, ‘ ma, ma… è proprio quello che volevo!’. Quel paravento di Elio Petri, viceversa, ne fece una vittima: gli mise nel primo rullo la musica di un altro film, in proiezione Ennio si accartocci­ò nella poltroncin­a, abbozzando un ‘se ti piace così, tienila’. Una cosa incredibil­e, poi sciolta tra baci e abbracci.

Che vuole augurargli per i 90 anni?

Di non mollare, mai. Anche dovesse fare un solo altro film, per Tornatore. Ma l’anagrafe non è il problema principale: chi in Italia può ancora permetters­i un’orchestra, giusto Peppuccio, Virzì e sparuti altri. Perché costa, e allora si opta per batteria e poco altro, mandando in soffitta il compositor­e e direttore d’orchestra. Che brutto.

 ?? LaPresse ?? L’abbraccio tra giganti Ennio Morricone e il regista Giuliano Montaldo: insieme hanno lavorato a 16 film
LaPresse L’abbraccio tra giganti Ennio Morricone e il regista Giuliano Montaldo: insieme hanno lavorato a 16 film

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