Conte, Savona e Tria: il giallo delle 3 manovre
I vicepremier difendono il Def e minimizzano i rischi sui mercati finanziari Il grillino contro dem e Forza Italia: “Vogliono golpe finanziario, aguzzini”
Dalla crescita agli investimenti: numeri diversi. Il rischio che le misure annunciate “costino” più del 2,4% di deficit. Premier e ministro del Tesoro più cauti sull’impatto positivo sul Pil. Di Maio: “Dem e Forza Italia tifano per lo spread. Noi sul balcone? Fino all’altro giorno ci stavano gli aguzzini degli italiani”
Bastonati dai giornali che brandiscono il contatore dello spread che pure corre meno di quanto vorrebbero, evocano se non invocano la divina punizione dei mercati e di Bruxelles, minacciano catastrofi sui risparmi e sui mutui e carestie per le generazioni future, i due “scudieri” del governo Conte ieri hanno difeso le linee guida del Def che prevedono la manovra in deficit fino al 2,4 per cento del Pil e minimizzato i rischi di contraccolpi finanziari.
Luigi Di Maio, in un post sul Blog delle Stelle, ha attaccato “i giornali di partito” che poi sarebbero Corriere, Repubblica, Stampa e Giornale: “Hanno dichiarato guerra alla Manovra del Popolo perché fissa il deficit per il prossimo anno al 2,4%. Il Pd nel 2014 ha fissato il deficit al 3%, nel 2015 al 2,6%, nel 2016 al 2,5%, nel 2017 al 2,4% e l'anno scorso al 2%. Nessuno ha mai fiatato nonostante questo deficit non sia servito a nulla perchè i governi del Pd non hanno fatto deficit per i cittadini, ma per i loro inte- ressi e mancette elettorali”. E ha ricordato le “opere inutili mai realizzate. Air Force Renzi. 7 miliardi alle banche. Banca Etruria. F35. Pensioni d'oro. Superconsulenze. E così via” Secondo il vicepremier M5S “il Pd e Forza Italia non riescono a fare un'opposizione politica e quindi con i loro giornali creano terrorismo mediatico per far schizzare lo spread sperando in un altro colpo di stato finanziario: sono degli irresponsabili nemici dell'Italia”.
MATTEO SALVINI ha scelto toni in apparenza più bassi, mentre Giancarlo Giorgetti ha confermato l’apertura a “ritocchi” alla manovra: “I mercati sono preoccupati e lo spread sale? Noi abbiamo fatto una manovra per crescita e sviluppo, è una reazione iniziale poi anche i signori dello spread si tranquillizzeranno...”, ha detto il vicepremier leghista, ieri mattina, prima dell’ennesimo bagno di folla alla Festa dell’Associazione nazionale Polizia di Stato a Ostia (Roma). “I richiami alla Costituzione? Noi rispettiamo tutte le Carte”, ha aggiunto Salvini rispondendo alle preoccupazioni del capo dello Stato sul pareggio di bilancio. C’era anche Sergio Mattarella a Ostia, tra il presidente e il “capitano” leghista notoriamente non c’è feeling ma ieri si sono stretti la mano in pubblico e si sono intrattenuti in una breve conversazione. Più tardi Salvini è tornato sul tema alla ZenaFest della Lega a Genova: “Il signor Spread –ha ironizzato – lo incontrerò personalmente quando avrà visto che la manovra è limpida, coraggiosa, equilibrata, responsabile e guarda al futuro. E allora starà tranquillo”. E ancora: “Lo spread ce lo mangiamo a colazione”. Ma “terrorismo” no, non si dice, per una volta Salvini lascia i toni più forti a Di Maio: “La sola parola terrorismo a me, come ministro dell’Interno viene difficile pronunciarla”, ha detto.
Di Maio in serata era a “Non è l’Arena”, ospite di Massimo Giletti su La7, e ha parlato ancora della manovra ma anche della festa dei pentastellati sul balcone di Palazzo Chigi: “Quella scena che vedete lì è la scena sincera di ministri felici di aver mantenuto una promessa. Può essere una cosa che non tutti condividono ma parliamo dei fatti. Per tanti anni lì si sono affacciati gli aguzzini degli italiani”.