“Non rinnego mio padre ma chiedo perdono per il male che ha fatto: voleva sovvertire lo Stato imitando Cosa nostra”
che serve per diventare narcotrafficante devi sfruttarla in altro modo, puoi avere una vita stupenda senza mai vendere un grammo di droga. Suo padre è stato ucciso, che fine hanno fatto i complici? Il 98% degli amici di mio padre è morto, l’altro 2% è in carcere. Politici e collusi, però non hanno pagato. Il narcotraffico si infiltra nelle istituzioni, nella politica perché ha tanti soldi per co rro mper e, gli Stati non vogliono affrontare la questione nell’u ni c o modo possibile. Quale? Dopo l’u ccisione di mio padre ci sono stati altre decine, centinaia di narcotrafficanti. È un mercato enorme. Gli Stati devono decidere se lasciare in mano alle mafie questo immenso guadagno. Mio padre, senza proibizionismo, avrebbe fatto un altro lavoro. La brutta notizia per chi non vuole la legalizzazione è che il mercato è già legalizzato, la droga or- mai te la portano a casa, solo che lo fa la criminalità. La domanda è in che mani vuoi che resti questo denaro, dei delinquenti o dello Stato?
Rinnega suo padre?
No. Sono nato in una cultura che chiede di onorare il padre e la madre. Mio padre era molto amato dalla sua gente, mi ha dimostrato quanto può arrivare lontano un uomo in
MODELLO-RIINA
termini di amore e violenza. Io continuo a parlare della storia di mio padre, per me è un modo per chiedere perdono per quello che ha fatto. C’è un momento nella storia di morte, sangue e violenza di suo padre che ricorda di più?
Quando ha fatto uccidere il ministro della Giustizia Rodrigo Lara Bonilla. È stato l’inizio della fine. Guardava con interesse a Totò Riina perché condivideva con lui l’idea di sovvertire lo Stato. Follia.