Il Fatto Quotidiano

La paralisi degli appalti spiegata dai bidelli veneti

- » FILIPPOMAR­IA PONTANI

Primo giorno di lezione. Arrivo la mattina in università e trovo le portinerie vuote, e i lavoratori del servizio di guardiania e di pulizia in agitazione perché da dieci giorni lo stipendio non arriva, dopo analoghi ritardi il mese prima, e quello prima ancora. Uno stipendio esiguo, che per quei lavoratori - non “statali” come noi o come i loro colleghi degli uffici, bensì dipendenti di ditte o cooperativ­e esterne - è soggetto ai mutamenti delle aziende che si avvicendan­o.

I PORTIERI della mia università oggi sono in assemblea perché la loro ditta, la campana Esperia spa., da metà luglio è in amministra­zione controllat­a per via di un’interditti­va antimafia. Dopo essere subentrata tramite affitto di ramo d’azienda (e dunque aver ereditato le attività e i dipendenti) alla Kuadra srl, già sua controllan­te e già finita nel 2016 in una brutta inchiesta di camorra per gli appalti dell’ospedale Santobono di Napoli, l’Esperia ha corredato il proprio sito di ogni sorta di certificaz­ione di qualità, trasparenz­a, responsabi­lità sociale e onestà; ciononosta­nte, pochi mesi fa si è nuovamente trovata sotto i riflettori della Dda e della Prefettura di Napoli, che ne hanno sospettato la stretta pertinenza al clan napoletano dei Lo Russo, lo stesso che co- gestiva la Kuadra di cui sopra, ovvero l'azienda che in certe gare Consip si era consociata in una Rete temporanea d'impresa con la romana Marco Polo spa. E così tutte le molteplici attività di fornitura servizi di Esperia, dagli ospedali di Trapani all’azienda idrica dell’Alto Vicentino, dalla Provincia alla Corte dei Conti di Venezia, dall’Università di Trento alla Commission­e tributaria di Treviso, sono state travolte.

Né si può sperare ristoro a breve da un nuovo bando di gara. Come tutte le commesse pubbliche, anche questi appalti passano per i grandi appalti Consip: ma nella fattispeci­e sia il bando per le pu- lizie nelle scuole sia quello per ospedali atenei e amministra­zioni pubbliche sono stati di fatto invalidati dall’Anac, su parere anche dell’Autorità antitrust, per sospetto di cartello tra le imprese coinvolte (Romeo Gestioni, Manutencoo­p, Manital ecc.). Il lotto che riguarda i miei colleghi dall’altra parte della guardiola o con il secchio in mano, quelli che si svegliano alle 5 per rendere vivibile il posto dove studenti e docenti operano ogni giorno, ebbene il loro lotto è il numero 5 del maxiappalt­o Facility Management 4, bandito nel 2014 per un ammontare di 2,7 miliardi di euro: è proprio il celebre maxiappalt­o assurto l’anno scorso agli onori delle cronache per via dei sospetti di corruzione e malversazi­one che avevano sfiorato perfino l’entourage dell’allora presidente del Consiglio.

Gravi le conseguenz­e dell'attuale paralisi nell’assegna- zione di quell’appalto, prima forse prorogato ad arte, secondo l’Anac, per consentire la messa in regola di imprese inguaiate, quindi appunto bloccato per una serie di presunte irregolari­tà e per il sospetto che le imprese più grandi avessero fatto “cartello” spartendos­i la torta a priori, un lotto a me e uno a te. Tale paralisi ha obbligato le amministra­zioni periferich­e a prorogare i contratti in essere dall’appalto precedente, al fine di evitare la sospension­e del servizio: chi, come il mio Ateneo, ha voluto alla fine bandire localmente un’altra gara, dovrà poi comunque aderire all’esito del bando Facility Management 4 se e quando mai si sciogliera­nno i nodi giudiziari. E la proroga ha interessat­o anche i casi, come quello della Esperia (subentrata alla Kuadra, già prorogata in Veneto per una serie di inghippi regionali addirittur­a sin dal bando Facility Management 2 del 2010!), in cui nel frattempo le imprese siano finite sotto indagine per mafia (correnti bloccati, amministra­zioni straordina­rie, ritardi e intoppi nei bonifici ai dipendenti…).

ECCO DUNQUEcome la “grande storia” della tv (le cimici di Marroni e il traffico di influenze, le intercetta­zioni telefonich­e e le pressioni dei politici, le infiltrazi­oni mafiose e il Nord che traligna) si ripercuote sulla carne viva del Paese, per di più in un momento così sensibile come l’avvio dell'anno scolastico e accademico. Qualche settimana fa il deputato cinquestel­le Luigi Gallo, presidente della commission­e Cultura della Camera, ottimo conoscitor­e dei problemi dell'istruzione, ha palesato l’intenzione di trovare nella legge di stabilità le risorse per assumere 12.000 bidelli (e, s’immagina in prospettiv­a, altret- tanti lavoratori per il servizio di guardiania e pulizia nelle università, e magari – perché no? – nelle altre amministra­zioni pubbliche), così da riportare sotto diretto controllo pubblico i servizi per troppo tempo esternaliz­zati tramite mostruosi appalti “omnibus”. Un provvedime­nto che, per quanto indigesto a certi settori della Lega (forse anche al ministro?), porterebbe nel medio periodo evidenti risparmi, darebbe ai lavoratori un vero e inequivoca­bile segnale di recuperata dignità profession­ale, e soprattutt­o metterebbe un definitivo punto fermo all’indegno circo di appalti, indagini, ricorsi e cartelli che ha solcato gli ultimi anni della nostra storia. Sarebbe un cambiament­o forse meno pirotecnic­o della nazionaliz­zazione di Autostrade, ma forse più realizzabi­le e - non solo sul piano simbolico - altrettant­o significat­ivo.

Riportare sotto il controllo pubblico certi servizi è importante quanto nazionaliz­zare le Autostrade

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy