Il Fatto Quotidiano

È l’ipertesto che ha ispirato la Rete, ma solo ora il Talmud va su Internet

L’opera imponente e faticosa di Joshua Foer: pubblicare le migliaia di pagine del pilastro dell’ebraismo

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

All’inizio di questo millennio, nel 2001, uscì per Einaudi un originale volumetto sul parallelo tra il Talmud e Internet, scritto dall’americano Jonathan Rosen. “Quando guardo le pagine del Talmud - si legge - e vedo tutti questi testi uno vicino all’altro, intimi e invadenti come bambini di immigrati che devono dormire nello stesso letto, mi viene comunque in mente la cultura frammentar­ia e caleidosco­pica di Internet”.

Il Talmud è uno dei due pilastri dell’ebraismo – l’altro è la Bibbia, la Torah – ed è l’ipertesto più antico di sempre, compilato entro il V secolo. Di qui intrecci, rimandi, collegamen­ti che ne fanno una rete di link ante litteram. Per questo, l’acuto parallelo con In- ternet fatto da Rosen nel 2001. Solo che finora, paradosso notevole, del Talmud non v’era traccia nella Rete dei nostri tempi proprio a causa della sua sterminata redazione: migliaia di pagine che formano una sorta di encicloped­ia di trenta volumi, unendo il Talmud di Gerusalemm­e e quello Babilonese.

In pratica, è una raccolta vastissima, il cosiddetto “mare del Talmud”, che comprende gli insegnamen­ti del maestri dell’ebraismo, con domande e risposte, sul significat­o e l’applicazio­ne dei precetti biblici. Una casistica immensa che affronta tutti gli argomenti possibili.

PORTARE quindi questo “mare” su Internet era considerat­a un’impresa proibitiva, finché non ci ha provato Joshua Foer, fratello di Jonathan Safrar Foer, lo scrittore di Ogni cosa è illuminata. Fondatore del sito Atlas Obscura, Foer insieme con un ex ingegnere di Google ha realizzato un sito non profit, Sefaria, dove il Talmud è finalmente accessibil­e dalla Rete. Secondo Linkiesta.it, che ha pubblicato la notizia in Italia, il lavoro è stato faticoso non solo per la mole dei volumi pubblicati (con la traduzione in inglese dall’aramaico e dall’ebraico) ma anche per le trattative sostenute per i diritti delle fonti interpreta­tive più rilevanti. E così oggi il Talmud e Internet diventano due mondi che s’incontrano, non più paralleli.

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