Il Sud è disperato e quei politici se la prendono con i più poveri
Caro Coen lo “spirito del tempo” è feroce, impietoso, egoista. Citi il reddito di cittadinanza. Io non so fare di conto, non mi intendo di sforamenti e vincoli europei, non so calcolare quanto tempo ci separi dall’Argentina, ma una cosa la so bene: servivano misure urgenti contro la povertà. Soprattutto al Sud. Certo, la misura da sola non basta, è un tampone, so bene che ci vorrebbe altro (politiche attive per il lavoro, piani per una formazione moderna), so più che bene (ho seguito anch’io la scena del balcone: pietosa) che siamo di fronte ad un atto di propaganda che serviva ai 5 stelle per contenere le campagne di Salvini sull’immigrazione. Lo so, lo capisco e senza aver bisogno degli strenui difensori dei vincoli e dei mercati che ogni sera ci sbomballano a reti unificate.
NELLE ULTIME ORE hanno chiesto un parere finanche a Flavio Briatore: “Il reddito di cittadinanza è una follia perché paghi la gente che sta sul divano. Sul divano ci sono già gratis, poi addirittura li paghi. Prenderanno il divano a due piazze”. Lo vedi? I ricchi non piangono. Giudicano i poveri, e quelli del Sud sono i soliti Pulcinella, sfaticati, brillantina e mangiaspaghetti. Il filosofo a bordo piscina Briatore, sa a chi dare i soldi: “La flat tax è da fare subito, subitissimo. Se premia i ricchi va bene perché vuol dire che se uno risparmia con la flat tax, investe più nell’azienda, crea più posti di lavoro”. Odiano i poveri, perché sanno che per battere la povertà un giorno sarà necessario limitare i privilegi nei quali, crisi o non crisi, continuano a sguazzare. E allora è guerra. A Roma sfrattano una anziana pensionata sociale di settant’anni da una casa occupata, con la Mobile e lo spray al peperoncino. A Salerno Vincenzo De Luca, il presidente della Regione, fa lo sceriffo abusivo e si accanisce contro un ragazzo nigeriano che chiedeva l’elemosina davanti a un supermarket. Li odiano i poveri, ma se hanno la pelle nera, li odiano ancora di più.