Il Fatto Quotidiano

Il bestiario della scuola: ridere per non piangere

Dopo il successo del bestseller “Perle ai porci”, torna l’insegnante-carogna che tra amarezza e humor ci offre un irresistib­ile spaccato sull’insegnamen­to. E dal 2009 le cose sono cambiate in peggio

- » GIANMARCO PERBONI

SÈ in libreria “Nuove perle a nuovi porci” di Gianmarco Perboni (pseudonimo di deamicisia­na memoria): ce n’è per tutti, soprattutt­o per una certa retorica assolutori­a sui mali della scuola. Ne pubblichia­mo un estratto.

ono passati nove anni dal precedente bestseller Perle ai porci, che nel 2009 aveva suscitato non poche polemiche. D’altra parte un “insegnante-carogna” come quello che si cela dietro lo pseudonimo Gianmarco Perboni sa bene a cosa va incontro quando decide di portare la satira in classe e soprattutt­o nei corridoi e nei consigli scolastici. Di sicuro l’autore non conosce i tabù, vuole parlare liberament­e. Il risultato? Fa ridere a crepapelle, pur con amarezza, perché le vivide e realistich­e scenette raccontate svelano in quali condizioni di colpevole trascurate­zza versi il sistema educativo del nostro Paese.

È severament­e vietato menare gli alunni

“Professore, mi scusi. Se non le è di disturbo, vorrei chiedere il permesso di uscire”. Detta da chiunque altro, una frase simile mi suonerebbe come una presa per i fondelli. Invece proviene da Smutkovic Dragan, da poco arrivato da un Paese che forse è l’Uzbekistan o magari l’Azerbaigia­n o vattelappe­sca, e so che è autentica. In una cosa ho ormai acquisito una certa esperienza. Quando arriva un nuovo extracomun­itario ( e ne arrivano a pioggia; di questo avrò occasione di riparlare, ci scommetto) so giudicare con buona approssima­zione se e quanto abbia già frequentat­o scuole italiane. Il neofita tace, ascolta l’i n s egnante, non lo interrompe, parla solo se interrogat­o, chiede le cose per favore e addirittur­a ( incr edibil e d i ctu) ringrazia. Occorrono dai tre ai cinque mesi perché si omologhi agli studenti italiani: chiassoso, disattento, invadente, maleducato e cafone. Il ruolo dell’in s eg n a nt e potrebbe assomiglia­re a quello di un pastore che badi un gregge di pecore belanti, ma non è così. Il pastore ha il vantaggio del cane, che si occupa degli ovini recalcitra­nti. L’insegnante ne è privo, perché non può operare come il fortunato insegnante di un Paese balcanico. Al termine della lezione costui si metteva sulla porta e gli studenti uscivano uno a uno. Chi si era ben comportato poteva andarsene indenne, agli altri toccava di incassare una sonora sberla. In Italia la legge, incomprens­ibilmente, lo proibisce.

Non svegliare il cane che dorme

Meacci Sara mi segnala a gesti che il suo compagno di banco, Meca Valerio, dorme sonni beati con la testa appoggiata sul banco. Urgono provvedime­nti. Mi reco all’armadietto di classe, dove so che c’è un cuscino. Lo prendo e, aiutato da Meacci, lo faccio scivolare sotto la testa di Meca, affinché possa dormire più comodament­e. Quando è sveglio, Meca rompe costanteme­nte i coglioni. Meglio, molto meglio lasciarlo dormire in pace.

L’INDECISION­E NEL CAMPO DELL’ARTE Vince la pittura: “Van Gogh dipinse mentre era in vita”, oppure la musica: “Debussy visse fino alla sua morte?”

LE AFFERMAZIO­NI CRIPTICHE

“Sul soffitto ci sono dei nei” Si capirà che non c’entra la dermatolog­ia: lo studente intendeva il plurale di neon Riferisce la collega di geografia che uno studente le ha appena parlato del muro di Dublino Prof, prof! C’è una parola inglese che non capisco ‘Ah, sì? E quale sarebbe?’ Shakespear­e

Le chat dei genitori su WhatsApp

Leggo a caso dei messaggi sulla chat dei genitori della classe della figlia di una mia amica.

Aly Brocca: “Ho pesato ora quello di mio figlio 15 kg e 75!!!!!! ( seguono 7 faccine con espression­i accigliate).

Ory Gullani: “P o v e r ino!!!!!! Ma come si fa????? ( seguono quattordic­i – d icansi 14 – faccine con varie espression­i disgustate) Al mio ho fatto togliere due libri dopo che ho scoperto che pesava 16 kg e 40. Eccheccazz­o!!!! Quella rincoglion­ita di italiano si è messa in testa di farli leggere anche altri libri in più a quelli di scuola. Ma che si crede???? Che io vadi a lavorare per comprarci i libri???? ( faccine con la linguaccia, quante non so, perché rinuncio a contarle).

“Scusa, ma cosa fanno? Pesano gli zaini scolastici?”, chiedo un po’ sorpreso alla mia amica. “Sì, è una delle ultime trovate. D’altra parte qualcosa dovremo pur fare per occupare il tempo”. “Magari un corso di italiano… Ma litigi? Ce ne sono?”, c h i e d o a l l a mia amica. “Scherzi? È una rissa continua. Ci trovi quelle che non vogliono altro. Aggiungici la difficoltà per molte di loro a esprimersi per iscritto, che spesso le mamme straniere scrivono meglio di quelle italiane, e la cosa è fatta”.

Giusy Brea (ce ne fosse una il cui nome non finisce con Y): “Cosa vorresti dire Patry?”.

Patry D.: “Niente. Qualmente quello che ho detto”.

Ory Gullani: “Secondo me Patry voleva dire che non cè bisogno di stare a preoccupas­si”.

Giusy Brea: “Te fatti i cazzi tua. Fallo dire a Patry quello che intendesse dire”.

Patry D.: “No adesso basta. Io questo lignaggio morale non lo accetto più. Adesso esco dal gruppo”.

Giusy Brea: “Pure me”. “Poi però il giorno dopo sono amiche, si fa per dire, come prima. Esattament­e identiche ai bambini piccoli”, conclude la mia amica.

Le perle d’esame e quelle nei corridoi:

“Sei mai stata in un museo? ”. “Sì, a Palazzo Pitti”. “E cosa hai visto?”. “I Mala- v og li a! ”. Sconcerto della commission­e. Tramite caute domande si giunge a scoprire che la studentess­a intendeva riferirsi ai Macchiaiol­i.

RIFERISCE la collega di geografia che uno studente le ha appena parlato del muro di Dublino.

GRANDE indecision­e nel campo dell’arte. Vince la pittura: “Van Gogh dipinse questo quadro mentre era ancora in vita”, oppure la musica: “Il grande musicista Debussy visse fino alla sua morte?”.

“PROF, prof, c’è una parola inglese che non capisco”. “Ah sì? E quale sarebbe?”. “S h a k espeare”.

“SUL SOFFITTO o si trovano alcuni nei”. Affermazio­ne criptica. Si capirà che non si sta parlando di dermatolog­ia quando apprendiam­o che lo studente intendeva scrivere il plurale di neon.

Pancetti Jessica ha usato il cd allegato al libro come specchio per un riassetto a trucco e parrucco

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Ansa In classe Nelle foto, studenti all’entrata a scuola e poi seduti ai banchi durante la lezione
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