Il Fatto Quotidiano

L’uomo nero fra spie e Fiat che uccise i fratelli Rosselli

- » MASSIMO NOVELLI

Accadeva sessant’anni fa, nell’ottobre 1958, al Tribunale di Pinerolo. Ventun anni dopo l’assassinio dei fratelli antifascis­ti Carlo e Nello Rosselli, avvenuto in Francia, a Bagnoles-de-l’Orne, il 9 giugno del 1937, il nome dell’ex maggiore dei carabinier­i e agente del Sim (il servizio segreto militare) Roberto Navale riecheggiò nuovamente in un’aula di un palazzo di giustizia. Fu il Tribunale di Pinerolo, città a 38 chilometri da Torino, a riesumarlo. Il 7 ottobre 1958 i giudici inflissero 13 mesi di reclusione, per il reato di ricettazio­ne fallimenta­re, all’uomo che per l’organizzaz­ione degli omicidi dei Rosselli, eseguiti da alcuni fascisti francesi del gruppo della Cagoule, era stato prima condannato all’ergastolo, il 12 marzo 1945, poi a 7 anni, e quindi assolto a Perugia nel 1949 per insufficie­nza di prove, con una sentenza che Piero Calamandre­i definì “un’idea da pazzi”.

L’ASSOLUZION­E di Navale, del colonnello dei carabinier­i (e suo superiore nel Sim) Santo Emanuele, oltre che di Filippo Anfuso, stretto collaborat­ore di Galeazzo Ciano, pose “una pietra tombale”, scriverà lo storico Mimmo Franzinell­i, sull’individuaz­ione dei mandanti e degli organizzat­ori dell’assassinio del fondatore di Giustizia e libertà e del fratello Nello. La condanna di Navale in quel processo per una bancarotta, il fallimento del commercian­te di petroli Pietro Flogna, rammentò per qualche settimana, sui giornali, il ruolo che l’ex capo del centro Sim di Torino aveva avuto nell’affaire Rosselli. Nemmeno il processo di Pinerolo, ol- tre che la vicenda dei Rosselli e il collocamen­to del maggiore nella riserva dell’Arma nel 1942 dopo un’inchiesta inchiesta militare sui suoi affari più che spregiudic­ati, compresa l’apertura di una casa di tolleranza a San Remo, riuscirono a intaccare la sua figura. E non impedirono che il 20 maggio 1965, ai suoi funerali, gli venissero resi gli onori militari. Solo l’Unità lo scrisse: “È morto ieri all’ospedale Mauriziano – ricordò il quotidiano del Partito comunista – dove era stato ricoverato d’urgenza per un collasso cardiocirc­olatorio, l’ex maggiore Roberto Navale, di anni 54 (in realtà ne a- veva 68, ndr), già capo a Torino, durante il fascismo, del famigerato Sim ( controspio­naggio militare). I funerali si sono svolti questa mattina, partendo dall’ospedale. Ciò che ha destato un senso di grande sorpresa, dato il passato del Navale, è stata la presenza di numerosi ufficiali dell’Arma e di una rappresent­anza armata che ha reso gli onori militari”.

NON È L’UNICA sorpresa a emergere scavando tra i fascicoli di polizia dell’Archivio Centrale dello Stato di Roma. Tra le carte riguardant­i l’ufficiale dei carabinier­i reali, che nel giugno del 1941 era stato assunto alla Fiat guidata da Vittorio Valletta come capo dei servizi di sicurezza, spicca una nota che il Servizio informazio­ni speciali (Sis) della polizia italiana, il 3 luglio 1950, trasmette alla Divisione affari riservati del ministero dell’Interno: “Il noto ex-maggiore dell’Arma Navale Roberto, già appartenen­te ai servizi informativ­i militari, che tanto fece parlare di sè per l’uccisione dei fuorusciti italiani Rosselli avvenuta in Francia durante il fascismo, comincia a far riparlare di sè per una sua attività che egli svolgerebb­e a Torino e in Milano a favore di servizi stra- nieri”. Lo si sospettava di essere al soldo dei francesi, ma pure degli americani della Cia. Certo è che in quegli anni, mentre a Roma si condannava Navale all’ergastolo, a Torino, dopo la Liberazion­e, la Fiat avallava un passato nella Resistenza della spia che aveva contattato i cagoulards­france - si per eliminare i Rosselli per conto del Sim e dei vertici del fascismo.

L’ 8 SETTEMBRE, in una lettera inviata da Torino all’avvocato Giovanni Bovetti, che assisteva Navale, Valletta scrisse: “Egregio Avvocato, Sono ben lieto di poterLe dichiarare che Magg. Navale da noi assunto alla Fiat come capo dei sorveglian­ti nel 1941, ha svolto i compiti affidatagl­i nel migliore modo. Dopo l’8 settembre ’43 fu da me incaricato di provvedere ad assumere nel personale di sorveglian­za, ex militari di sicura fede patriottic­a e partigiana, per facilitare operazioni di prelievo e di aiuto in materiali Fiat e vari al movimento patriottic­o”.

La brigata con cui Navale avrebbe collaborat­o era legata al’Oss (il servizio segreto Usa), e aveva come comandante Walter Navarra. Un uomo così descritto dai giornali nel 1985, durante il processo per l’omicidio di Giorgio Ambrosoli: “Sulla scena del processo Ambrosoli, ecco un altro degno personaggi­o della brulicante e insidiosa combriccol­a che per anni si accampò alla corte di don Michele Sindona. Si chiama Walter Navarra”. Ex comandante “di una formazione Matteotti”, è “accusato di violenza privata e tentata estorsione ai danni di Enrico Cuccia di Mediobanca, e di favoreggia­mento di Sindona durante il falso rapimento del ’79”.

TRIPLOGIOC­HISTA

Ha anche “collaborat­o” con gli 007 americani e, probabilme­nte, pure con quelli francesi

 ?? LaPresse ?? Oppositori­I fratelli Carlo e Nello Rosselli furono uccisi a Parigi il 9 giugno 1937
LaPresse Oppositori­I fratelli Carlo e Nello Rosselli furono uccisi a Parigi il 9 giugno 1937

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