De Sousa Santos: “Sinistre di tutta Europa, unitevi!”
SuMillenniuM, ilpadredeiNo-global Il Portogallo insegna. Socialisti e comunisti uniti su punti concreti: l’alternativa è possibile. Persino in Italia
Un’alleanza delle forze di sinistra e un patto che in Europa dovrebbe mettere insieme i Paesi del Sud, guidati dal Portogallo del socialista Antònio Costa, contro “i populismi e sovranismi che a partire dall’Est stanno sgretolando i legami tra gli Stati, usando come grimaldello la questione dei profughi”. Questa è l’unica possibilità di sopravvivenza che Boaventura de Sousa Santos, tra i maestri del pensiero che ispirò il World Social Forume punto di riferimento del movimento internazionale che 20 anni fa cominciò a proporre un modello alternativo di globalizzazione, immagina per l’Unione europea.
Lei sostiene che i Paesi del Sud Europa, Portogallo in testa, siano il punto di forza per il continente. Perché?
Da noi sta avvenendo un’innovazione politica molto importante: l’unione delle forze di sinistra. Alla fine del 2015, nel pieno dell’austerity, per la prima volta in Europa da molti anni, Partito socialista, Partito comunista e Bloco de Esquerda hanno deciso di allearsi, formare una coalizione in Parlamento e, con l’assenso del presidente della Repubblica, governare al posto del partito di centrodestra che alle elezioni aveva preso più voti dei socialisti. Finora ha funzionato. Il loro primo merito è una questione di metodo.
In che modo sono riusciti a superare le divisioni?
Hanno cominciato a pensare in modo differente, stringendo un accordo su pochi principi chiari: porre un freno alle privatizzazioni e mettere un argine al logoramento dei salari e delle pensioni basse. Il metodo ha dimostrato di poter funzionare, nonostante l’opposizione della Commissione europea. Come hanno fatto a convincere Bruxelles?
Non sono andati allo scontro diretto. E hanno capito che le direttive della Troika lasciavano un certo margine di manovra che non era stato utilizzato fino a quel momento per compiere alcune operazioni sul budget. È facendo il contrario di ciò che pre- vede la ricetta neoliberista che abbiamo raggiunto dei risultati: aumentando il salario minimo e annullando i tagli a salari pubblici e pensioni. Così l’economia ha cominciato a crescere a ritmi maggiori rispetto a quelli dell’Unione europea, la disoccupazione è scesa ai livelli dei primi anni 90, nel Paese sono cominciati ad arrivare gli investimenti stranieri. Non è un miracolo, è una sorta di lavoro politico artigianale in cui ogni punto viene negoziato. Le trattative sono spesso difficoltose, ma anche questa è una novità: il ritorno della politica. Non si deve sempre guardare tutto attraverso la lente dell’economia e dei numeri.
Quali lenti usare allora?
Tutti i giorni i nostri giornali parlano solo delle reazioni dei mercati spesso con toni allarmanti, quando sappiamo che esistono solo 5 grandi investitori internazionali che sono considerati ‘ i mercati ’. Tutto ciò serve adi- strarre la nostra attenzione da ciò che non è budget e dalle cose che io chiamo ‘politiche simboliche’. In primo luogo Antònio Costa non è un giovane, ma è il capo di governo dalla pelle più scura in Europa. Secondo, ha nominato una donna di colore ministro della Giustizia arrivata in Portogallo a 17 anni e ha nominato segretario di Stato un Rom e un non vedente. Costa ha mosso un passo simbolico, ma significativo, verso l’inclusione interculturale. E questo ci dà il senso di una riconciliazione della società. Io non credo molto a questi indicatori internazionali, ma alcuni di questi dicono che il Portogallo è una delle dieci democrazie più solide al mondo in questo momento. Se le attese dovessero essere deluse, l’esperimento finirebbe. Ma l’aspetto positivo è che qualcosa sta cambiando: al contrario di ciò che sta avvenendo in Europa e negli Usa, qui la destra neoliberista che è stata al governo tra il 2011 e il 2015 ora si è spostata verso il centro e sogna una coalizione con i socialisti. Costa modello delle socialdemocrazie europee?
Negli ultimi mesi sono stato in Spagna e Grecia per cercare di capire se lì ci sono le condizioni per adottare politiche simili a quelle adottate in Portogallo. Se Atene, Lisbona e Madrid concorressero insieme alla nascita di una nuova idea di socialdemocrazia, che una volta era caratteristica dei Paesi del Nord e del Centro Europa, la sinistra potrebbe rialzare la testa e l’Unione europea salvarsi. Anche l’Italia potrebbe fare la sua parte.
L’Italia? È sicuro?
Ora avete al governo l’estrema destra di Salvini, uno che va in giro a far comizi con il rosario tra le mani. Anche se del Pd non restano che macerie, nei 5Stelle ci sono molte persone che sono convintamente di sinistra. E vedo che stanno avvenendo cose interessanti nella società civile. Un fenomeno non molto visibile al momento, ma la gente di sinistra non si arrende e credo possano maturare le condizioni per organizzare un social forum in Italia.
Ora avete Salvini. Del Pd, sono rimaste macerie Ma tra i 5 Stelle ci sono persone di sinistra. E nella società civile vedo segnali di vita, a livello locale... Facendo il contrario di ciò che prevede la ricetta neoliberista abbiamo raggiunto risultati in Portogallo, rialzandoci