Il Fatto Quotidiano

“Roma non è Venezia”: tutta donne e Scorsese

Festa del Cinema Sul red carpet capitolino 12 registe, il padre di “Taxi Driver” con 3 giorni di incontri e l’atteso “Fahrenheit 11/9”

- » ANNA M. PASETTI

“Una cosa locale? Se Scorsese, Blanchett, Lynch, i Coen – solo per dirne alcuni fra presente e recente passato – sono “cose locali” allora dobbiamo intenderci con Barbera sul significat­o del vocabolo. Sono certo sia scivolato in confusione, o abbia detto non quello che siamo ma quello che vorrebbe fossimo”. La mette sul ridere Antonio Monda, direttore artistico della Festa del Cinema di Roma, che della rivalità con la Mostra veneziana non ne può più, ma stante la provocazio­ne in conferenza stampa, arriva lesto di risposta. “Quest’anno Venezia aveva un programma eccezional­e, mi sono compliment­ato con Alberto e lo invidio ma solo per tre cose: i 75 anni di storia, il budget e il pubblico, capace di non lamentarsi mai anche durante il bl ack - o ut con Lady Gaga alla première. Qui mi avrebbero lapidato”.

CERTAMENTE il direttore della 13ª kermesse romana – forte del rinnovo al secondo mandato – ha scordato gli insulti all’unica regista donna in concorso al Lido, o forse ha ritenuto più interessan­te reagire in difesa delle donne inserendo in programma “ben” 12 film diretti da registe sugli oltre 60 sparsi nelle varie sezioni: un numero lontano dal 50 + 50 invocato al documento firmato proprio a Venezia, ma sufficient­e a indurre Monda a mettere “donne” tra le parole chiave dell’edizione che alzerà il sipario il 18 per abbassarlo il 28 ottobre. Chiusura con le Notti

magiche di Paolo Virzì. Programmon­e alla mano, la Festa – la parola “festival” è ormai vietata per legge nelle sale dell’Auditorium – si annuncia “elegante, raffinata e insieme pop ma con qualità” per dirla con Laura Delli Colli, vicepresid­ente della Fondazione Cinema per Roma. Ed è proprio Delli Colli a dare il numero che conta, il sempre richiesto budget: meno di 3,5 milioni di euro. Quel tanto, che non è molto (per intenderci il Festival di Berlino costa annualment­e 25 milioni di euro), da permettere al “newyorkese” Monda di invitare mezza Hollywood ma soprattutt­o di fare un vero record per la kermesse capitolina con 31 Paesi rappresent­ati. Chi sarà dunque al party “mondano”? I due già annunciati e super big name di Mar

tin Scorsese (“che starà con noi tre giorni, presentand­o film e facendo una lezione agli studenti insieme ad Ali ce Rohr wacher ”) e Isab elle Huppert, entrambi designati Premi alla carriera 2018( il primo lo riceverà da Paolo T avi ani e la seconda da Toni

Servillo) ma anche protagonis­ti dei rispettivi e ormai cult “Incontri Ravvicinat­i”; come loro, fra gli altri, chiacchier­eranno con Monda e il pubblico: Cate Blanchett, Mario Martone, Sigourney Weaver, Giuseppe Tornatore, le sorelle Rohrwacher, lo scrittore Jonathan Safran Foer, e

– dulcis in fundo – Michael Mo ore, il cui nuovo ed esplosivo Fahrenheit 11/9 sarà proiettato alla Festa. Già, perché invertendo l’ordine dei numeri la Storia cambia, benché di tirannie al potere americano si tratti, e la cabala fa da assist. Dopo Bush, infatti, Moore se la prende con Trump, eletto il 9 novembre 2016: chissà se prima di volare a Roma qualcuno lo informerà che il governo gialloverd­e è amico di The Donald. L’incontro, in ogni caso, promette fuochi artificial­i così come – su temi ben diversi – sono attesi dalla conversazi­one con

Thierry Frémaux, il mitico direttore del Festival di Cannes altrimenti noto come “il nemico di Netflix” ma “non per volontà sua”. Il gigante distributi­vo (e produttivo) della rete sarà ancora al centro del dibattito, seppur Monda sia già schierato “Netflix è già il presente, assurdo opporvisi”, ma lui di film targati Netflix in programma non ne ha. Ha invece una prima mondiale a marchio Sony, il nuovo film della saga Millennium (Quello che non uccide) con la diva British Claire Foy (che sarà presente), e diverse première internazio­nali come Stanlio &

Olliocon John C. Reilly eSteve Coogan (entrambi attesi sul red carpet) eSe la strada potesse parlare di Barry Jenkins, premio Oscar per Moo

nlight . Non mancherann­o opere sulla Memoria per gli 80 anni delle leggi razziali e parecchio cinema italiano, uno su tutti il nuovo lavoro di Edoardo De Angelis, Il vizio

della speranza, già applaudito a Toronto. Quanto alle retrospett­ive, i celebrati di quest’anno saranno Maurice Pialat e l’amatissimo Peter Sellers, come da locandina.

Invidio la Mostra per la storia, il budget e il pubblico che non si lamenta ANTONIO MONDA

 ??  ?? “Quello che non uccide” A Roma anche la prima mondiale a marchio Sony, il nuovo film della saga “Millennium (Quello che non uccide)” con la diva British Claire Foy
“Quello che non uccide” A Roma anche la prima mondiale a marchio Sony, il nuovo film della saga “Millennium (Quello che non uccide)” con la diva British Claire Foy
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