Il Fatto Quotidiano

I massoni contro il populismo: dall’angolo attaccano il governo

Contratto Lega-5Stelle vieta agli appartenen­ti alle logge di fare i ministri

- » GIANLUCA ROSELLI

Il governo gialloverd­e continua a non piacere ai massoni. Dopo un inizio burrascoso a causa del divieto (inserito nel contratto tra Lega e M5S) per gli aderenti alla massoneria di diventare ministri – clausola giudicata “incostituz­ionale” dalle logge, con conseguent­e appello del Grande Oriente d’Italia al presidente Sergio Mattarella –, la distanza sembra allargarsi, anche a causa delle misure economiche che l’esecutivo sta mettendo in campo. Non tanto flat tax e superament­o della Fornero, ma semmai il reddito di cittadinan­za, che non piace agli aderenti alle logge italiane. L’ultimo attacco arriva dal gran maestro della Gran Log- gia d’Italia, Antonio Binni. Che, in una nota di un paio di giorni fa, non cita il governo direttamen­te, ma preferisce parlare di“populismo ”. “Massoneria e populismo sono fra loro incompatib­ili. Oggi il compito della Libera Muratoria è combattere in tutte le forme possibili la deriva populista, piena di pericoli per la democrazia”, afferma Binni. Secondo cui “il populismo è pericoloso, perché porta in sé il germe della soppressio­ne e della limitazion­e della libertà, compresa quella del diritto di associazio­ne”. E ancora: “È in atto il tentativo di soffocare una voce libera, di renderla muta (…) Ci attendono ore oscure e grandi prove…”.

I massoni in questi giorni sono in fibrillazi­one per la decisione dell’Assemblea regionale siciliana di obbligare i consiglier­i a dichiarare se fanno parte di qualche loggia. “È una legge mostruosa, illiberale, inaccettab­ile. Chiedere di dichiarare l’appartenen­za alla massoneria e non ad altre associazio­ni fa passare il concetto di addossare alle logge chissà quali colpe”, osserva Stefano Bisi, gran maestro del Grande Oriente d’Italia, la principale loggia con oltre 23 mila iscritti. Il Goi, però, dopo le aspre critiche iniziali all’esecutivo per la norma anti-massoni, ora è più prudente. “Non siamo né contro, né a favore di questo governo. E qualsiasi mio giudizio potrebbe essere strume nta liz zat o”, dice il gran maestro. “Certo, vietare ai massoni l’accesso al governo resta un vulnus, perché, se così fosse, il Paese si priverebbe di eccellenti personalit­à, come in passato sono stati Zanardelli, Quasimodo o Enrico Fermi”, continua Bisi. Davvero, poi, non ci sono grembiulin­i a Palazzo Chigi? I rumors all’inizio hanno riguardato con insistenza Paolo Savona, che lo stesso Di Maio – in una conversazi­one con Carlo Cottarelli – avrebbe attribuito alla “massoneria americana”. Voci mai confermate, ma nemmeno seccamente smentite.

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Ansa Stefano Bisi

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