Il Fatto Quotidiano

Sfiduciata la pidina anti-abortista di Verona

Dopo il voto alla mozione della Lega sarà punita la capogruppo che non arretra e ribatte: “Molti nel partito la pensano come me”

- » ANDREA TORNAGO

Deve

dimettersi da capogruppo del Partito democratic­o a palazzo Barbieri, ma non va espulsa dal partito. È la posizione dei consiglier­i comunali veronesi del Pd sulla capogruppo Carla Padovani, il giorno dopo lo strappo sulla mozione antiaborti­sta della Lega, approvata anche grazie al suo (solitario) voto favorevole. I consiglier­i dem Elisa La Paglia, Stefano Vallani e Federico Benini hanno chiesto formalment­e le sue dimissioni per il comportame­nto “grave e inaccettab­ile” che la renderebbe ormai incompatib­ile con il partito: Padovani - che ieri ha sostenuto che “in molti nel partito la pensano come me”- mentre si apprestava a votare sì a una mozione che attribuisc­e alla legge 194 la causa del calo demografic­o e stanzia fon- di per associazio­ni cattoliche antiaborti­ste, non li avrebbe neppure informati. Sulla sua espulsione però la linea è molto più morbida. È lo stesso Benini a confermare che “la commission­e di garanzia sta valutando la permanenza di Carla (Padovani, ndr) nel Pd” dopo la sconfessio­ne pubblica del segretario Maurizio Martina e di altri dirigenti del partito. E un gruppo di militanti romani ha chiesto alla commission­e garanzia del Pd Veneto, al segretario Martina e al collegio dei garanti la sua cacciata dal partito: “I comunicati non sono sufficient­i – scrivono dalla sezione del Pd di Tor Bella Monaca – Riteniamo che l’espulsione della capogruppo del Pd Verona non sia solo atto dovuto ma indispensa­bile per tutelare tutte le militanti e tutti i militanti. In un partito dove la Padovani fa la capogruppo non c’è posto per tutti noi”. Ma una vera incompatib­ilità che possa reggere all’esame delle commission­i del partito non è semplice da individuar­e, e la questione rischia di restare grave ma prettament­e politica. La Lega intanto esulta e chiede di estendere la delibera a tutti i Comuni italiani.

Espulsione difficile

La commission­e di garanzia valuterà la possibilit­à di cacciare l’esponente veneta

IL PRIMO FIRMATARIO DELLA MOZIONE, il leghista Alberto Zelger (che sulla giacca porta una spilla che rappresent­a i piedini di un feto), invita a prendere ad esempio “la Russia di Putin, dove gli aborti sono scesi da 4 a 2 milioni all’anno grazie ai sussidi alla maternità” e agita lo spettro della sostituzio­ne etnica: “Non nascono più figli, fra un po’ saremo invasi dai bambini islamici. Quando arriverann­o al 51% applichera­nno la Sharia”. Il tema resta in cima all’agenda politica anche perché il vicesindac­o di Verona è stato, fino a poco fa, il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. “La posizione del Pd sulla legge 194 a tutela delle donne è chiara e inequivoca­bile – ribadisce in serata il segretario dem Martina –. Noi la difendiamo e la difenderem­o senza se e senza ma in ogni sede e sempre”. Sul punto ha concluso il suo discorso all’assemblea nazionale delle donne “Belle Ciao” il segretario Cgil Susanna Camusso: “La libertà delle donne è il metro che misura la democrazia di un Paese e nelle le organizzaz­ioni, anche nella nostra. La Cgil non arretrerà”.

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LaPresse Handmaid Le “ancelle” sfilano contro la limitazion­e dell’aborto

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