Soldi pubblici e sms: ricostruzione frenata da errori e burocrazia
Terremoto 2016Marche, Umbria e Lazio: nelle strade ancora metà delle macerie
Ci sono i soldi degli sms solidali, i fondi stanziati dallo Stato e migliaia di cittadini a cui restituire la propria abitazione. A oltre due anni dal primo sciame sismico che la notte del 24 agosto 2016 ha devastato il centro Italia, facendo trecento morti tra Amatrice, Accumoli ( Lazio) e Arquata del Tronto (Marche), quasi nulla è stato ricostruito e restano da realizzare centinaia di milioni di euro di interventi bloccati dalla burocrazia, da accertamenti tecnici ed errori politici. Lavoro di cui ora si farà carico il nuovo commissario straordinario per la ricostruzione Piero Farabollini.
Ci sono le Sae, le soluzioni abitative d'emergenza, ovve- ro le casette fornite dalla Protezione civile agli sfollati: delle 3.617 ordinate dopo la tragedia ne sono state consegnate 3615, mentre un altro centinaio soddisferà le richieste arrivate in una finestra successiva. Naturalmente però ci sono anche centinaia di persone ancora negli hotel sulla costa marchigiana o comunque lontane da casa.
Per il resto, siamo indietro. In oltre due anni, per esempio, non è stato speso quasi nulla dei soldi raccolti con le donazioni via sms o tramite conto corrente dedicato. Sul sito della Protezione civile si legge che solo l'11 giugno scorso “oltre 34 milioni di donazioni raccolti sono confluiti nella contabilità speciale del Commissario straordinario per la ricostruzione, dopo l'approvazione del Comitato dei Garanti nell'ultima riunione”. Lo stesso comitato, che decide su quali progetti investire, era stato costituito nell'aprile del 2017, dunque otto mesi dopo il primo sciame sismico, e aveva poi concordato i progetti con le Regioni interessate.
MA DEI 17 PROGETTI approvati è stata realizzata soltanto la scuola di Pieve Torina (Macerata), per la quale la Regione Marche ha peraltro dovuto anticipare i soldi, non potendo aspettare i tempi della burocrazia. Su tutti gli altri interventi – dalle scuole a Montalto Marche (Ascoli Piceno) e a Poggio Bustone (Rieti) alla la strada statale ex 238 e alle ricostruzioni nel centro storico di Norcia – siamo per lo più in fase di assegnazione dei lavori. Nulla è immediato perché ci sono alcuni passaggi obbligati, come quelli con l'Autorità Anticorruzione che vaglia i potenziali costruttori. Senza dimenticare le polemiche sulle scelte del comitato: per oltre un anno, nonostante una pri- ma presentazione della lista dei progetti, i tecnici hanno continuato a incontrare le associazioni del territorio, imbufalite per l'assegnazione di 3 milioni al recupero delle grotte sudatorie di Acquasanta Terme (Ascoli P.) e per i fondi destinati alla scuola di Collevecchio (Rieti), situata fuori dal cratere sismico.
Discorso a parte vale per Amatrice, che con l'ex sindaco Sergio Pirozzi aveva attivato un conto corrente separato per le donazioni gestite direttamente dal Comune: “Sono arrivati circa 8 milioni di euro – ricorda Pirozzi – di cui un paio li abbiamo girati al Commissario per la ricostruzione. Gli altri, per fortuna, abbiamo potuto utilizzarli subito, altrimenti a quest'ora saremmo in ginocchio”.
Farabollini avrà poteri anche sui soldi dello Stato. Tra decreti e leggi di bilancio, sono stati stanziati circa 9 miliardi per i prossimi trent'anni, in gran parte concentrati nel periodo fino al 2022. I cantieri privati già chiusi sono poco più di 400 su un totale di quasi 6 mila pratiche per le abitazioni presentate. Con i circa 500 milioni di euro erogati si tenterà ora di portare avanti i 2 mila cantieri aperti, mentre nel frattempo lo Stato ha impegnato oltre 2 miliardi per la ricostruzione di opere pubbliche – caserme, palazzi municipali, chiese – già individuate di intesa tra i precedenti commissari straordinari (Farabollini è succeduto a Vasco Errani e Paola De Micheli) con i presidenti delle Regioni .
Lo stato dell’arte Dei 17 progetti pagati dai privati (34 milioni) c’è solo una scuola Il ritardo dei controlli
ANCHE QUI la strada è lunga e non solo per colpa della burocrazia. Prima di costruire è necessario demolire in sicurezza gli edifici inagibili o che, coi nuovi smottamenti, potrebbero crollare. A questo si aggiunge lo smaltimento delle 800 mila tonnellate di macerie, per metà ancora presenti su quel che rimane dei Comuni colpiti. Per portarle via servono scartoffie e tempi lunghi, come spesso denunciato dalla Protezione civile, perché il capo dipartimento Angelo Borrelli deve ogni volta derogare al codice degli appalti per consentire i lavori in emergenza.