Il Fatto Quotidiano

La Calabria è ancora una terra abbandonat­a a se stessa

- PINO TASSI

La Calabria è ancora una volta una terra di serie Z. Ieri nessun giornale nazionale (nemmeno voi) portava in prima pagina la tragedia. Eppure sarebbe giusto che i grandi giornali andassero a intervista­re Angelo Frijia per ricordare la moglie Stefania Signore e vedere come la loro vita fosse lontana dagli stereotipi con cui vengono spesso descritti i giovani meridional­i. Una ragazza spazzata via non dalla malasorte, ma dall’incuria dell’uomo. Una ragazza diplomata al Liceo linguistic­o Campanella che per vivere lavorava preso un call center e che, dopo il turno di lavoro, passa dalla casa dei suoceri a Curinga per prendere i due figliolett­i e tornare a casa, perché a casa non li può lasciare visto che il marito, operatore turistico, lavora come meccanico in un’officina e di certo non esistono scuole materne in cui lasciare il piccolo il pomeriggio. Un maledetto pomeriggio, come tanti altri, che prevedeva per Stefania ancora lavoro con la preparazio­ne della cena e che invece si è concluso su una strada provincial­e con il fango che l’ha inghiottit­a. Una vita come quella di tante altre ragazze calabresi che fanno salti mortali per avere una famiglia e nello stesso tempo poter lavorare. Lavori precari, mal retribuiti, spesso a nero.

Come siamo lontani dallo stereotipo dei giovani sfaccendat­i, vagabondi, che vivono con la pensione dei genitori, delle nonne, che pensano solo a divertirsi. E poi sentir dire dai grandi soloni che la lotta al precariato non si può fare, che il reddito di cittadinan­za non è una manna per quelli sul divano. Mi auguro che questo governo, che tanta fiducia ottiene nella popolazion­e meridional­e, non si dimentichi di questa tragedia sia con una presenza in Calabria nei prossimi giorni, sia intervenen­do con misure urgenti contro il dissesto e la cattiva gestione del territorio. E mi auguro che vi sia una presenza del Presidente del Consiglio al funerale di Stefania Signore, il volto migliore dei giovani calabresi. Questa tragedia non si può archiviare in un giorno con le solite belle parole.

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