Riace, migliaia in piazza Lucano: “Non mi pento”
Italiani e stranieri in Calabria per il sindaco agli arresti: “Siamo tutti clandestini”
Affacciato alla finestra col pugno chiuso. Fuori almeno 5 mila persone a cantare “Bella ciao”. Italiani e africani. “Siamo tutti clandestini. Mimmo Lucano libero”. Un fiume colorato ha invaso le strade di Riace, travolta dall’inchiesta “Xenia” che martedì scorso ha portato agli arresti del sindaco Lucano, accusato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. La Procura di Locri lo voleva in carcere per truffa ai danni dello Stato nella gestione dei fondi per l’accoglienza, ma il gip ha rigettato gran parte delle accuse. Restano i domiciliari per il sindaco “visionario” che ieri pomeriggio ha visto la sua Riace trasformata nella capitale dell’accoglienza. In pullman, in auto, con il treno. Da ogni parte d’Italia, in migliaia si sono organizzati per stare sotto la sua finestra, vederlo per pochi minuti e fargli capire che non è solo. Lui si è affacciato, commosso e ha sollevato il pugno sinistro. C’è chi ha sostenuto anche 12 ore di viaggio per manifestare solidarietà a Mimmo “’u Curdu”. E lui se può apre la porta: “Non mi pento di quello che ho fatto – ha detto ieri al Fatto – . Con il mio arresto vogliono far passare il messaggio che tutti sono uguali. Non è così. Quando revocheranno i domiciliari, tornerò a fare il sindaco”.
“L’UMANITÀ non è reato”. Lo striscione in testa al corteo è quello dei migranti che senza di lui sarebbero stati abbandonati al loro destino. “Non si processa l’accoglienza – dice uno di loro con il megafono in mano – Oggi queste persone a Riace sono state contaminate dalla ‘malattia Lucano’”. Il ragazzo parla di chi ha dedicato la propria vita agli altri. Ed è stato arrestato. “Gandhi ha conosciuto il carcere così come Nelson Mandela e Martin Luter King. Adesso Mimmo è diventato un eroe come quelli. Per noi è un angelo”. “(S) Bronzi di Lucano”. “Buonisti un cazzo”. “Coriacei sempre”, si legge sui cartelloni. “Mimmo orgoglio calabrese, curdo, siriano, palestinese”.
Per gli organizzatori, quella di ieri è stata “la marcia di tutti quei disobbedienti civili che immaginano un futuro diverso da questo governo. Per Lucano, per Becky Moses, immigrata nigeriana morta nell'incendio della baraccopoli di San Ferdinando, per Sacko Soumaila, migrante maliano ucciso a colpi di fucile nel vibonese lo scorso giugno, per tutti coloro che si vedranno respinti dal Decreto Salvini. È la marcia per la solidarietà che non può essere reato”.
Sotto la finestra di Lucano c’erano anche Adriano Sofri e il sindacalista dell’Usb Aboubakar Soumahoro. Per quest’ultimo, “abbiamo bisogno di un mondo di modelli Riace. Quando abbiamo leggi che non tengono conto di questa dimensione vuol dire che qualcuno non opera all’interno della Costituzione”. Tren- tacinque euro ai rifugiati? “Balle, bugie – si sfoga il sindacalista – Mimmo ha dimostrato che si può accogliere con meno soldi, dando dignità ai profughi, agli operatori e trasformando un territorio saccheggiato da una cattiva politica responsabile di una Calabria dove fuggono i dannati della terra”. Poco distante anche l’assessore comunale di Napoli Enrico Panini, presente in rappresentanza del sindaco Luigi de Magistris. Pure lui a Riace “contro la politica xenofoba di Salvini. Giù le mani da Mimmo”.
Roberto Lucano è il padre di Mimmo. Ha una novantina d’anni e gli occhi lucidi nel vedere quante persone sono al fianco di suo figlio. Non ce la fa a non affacciarsi per rendersi conto. Fa fatica a parlare e a vedere. Ma si sporge lo stesso per dare uno sguardo fuori dalla sua finestra: “Mamma mia quanti siete. Grazie. Speriamo che il vostro sacrificio possa essere ripagato con la libertà di mio figlio”. Sotto casa c’è anche l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini. “Ho vi- sto sviluppare questo progetto visionario di Mimmo Lucano che voleva che il suo borgo rimanesse vivo e non si voleva arrendere allo spopolamento – dice – Ed è riuscito a farlo”. La Boldrini non ha dubbi: “Riace deve continuare anche in un tempo in cui, invece, la cifra comunicativa di molti politici è basata sull’odio e la contrapposizione”
La replica di Salvini è arrivata a stretto giro: “Quando scoppiò il caso Diciotti – ha dichiarato – l'Anm difese il pm tuonando ‘ basta interfer e nz e ’, mentre Mattarella ricordò che ‘nessuno è al di sopra della legge’. Ora diranno le stesse cose?”. La Boldrini gli ha risposto ancora: “Il ministro Salvini dovrebbe sapere che c’è la presunzione di innocenza. Lui che è indagato per sequestro di persona aggravato, non dovrebbe gioire tanto per quest’arresto. Dovrebbe darsi un po’ più da fare e gioire per l’arresto di qualche capo di ’ndrina. Mimmo Lucano è agli arresti domiciliari. Mi sembra un po’ poca cosa”.
Sotto casa Sindacalisti e attivisti, ci sono anche Sofri e la Boldrini che polemizza con Salvini
MIMMO LUCANO
Vogliono far passare il messaggio che tutti sono uguali Non è così. Quando revocheranno la misura tornerò