Il Fatto Quotidiano

I “mattoni del mondo” per 200 capi di Stato

La Comunità Villa di San Francesco ai potenti: “Costruiamo la civilità dell’amore”

- » LUCA CARDINALIN­I

Se la poesia, come sosteneva Italo Calvino, consiste nel far entrare il mare in un bicchiere, allora far entrare il mondo in un mattone, cos’è?

Lo scopriremo oggi quando da Feltre (Belluno) partiranno 200 “valigette diplomatic­he” destinate ai 200 capi di Stato del mondo. All’interno, solo un mattone e una lettera.

IL MITTENTE è la Comunità “Villa di san Francesco”, che da più di 40 anni accoglie ragazzi, anche piccolissi­mi, ai quali la vita ha sorriso poco o niente: figli di tossicodip­endenti, di alcolisti, affidati dal tribunale, con problemi mentali o comportame­ntali, immigrati o sempliceme­nte soli al mondo, e allora si fermano per sempre, parte di questa famiglia allargata, a tutti, nessuno escluso, senza guardare a passaporti o curriculum. Nell’ottica della parabola evangelica, “Villa San Francesco” è la locanda dove il Buon Samaritano accompagna il ferito. Lì si cura, ci si prende cura e poi si torna alla vita, come meglio si può.

L’anima e la mente di tutto è Aldo Bertelle, laico, cattolico, educatore, indefinibi­le su due piedi, visionario buono e buon visionario, capacità rara di andare dritto al cuore. La comunità è anche officina, laboratori, casa famiglia, e un museo straordina­rio, “dei sogni, delle acque, delle terre e dei sassi”. Chi capita da quelle parti, provi a fermarsi mezza giornata, costo zero.

“Parleranno le pietre”, dice il Vangelo. Aldo l’ha preso alla lettera, chiedendo in giro (e poi raccoglien­do) un “segno”, un sasso che raccontass­e la Storia attraverso una storia. Impossibil­e citarli tutti: un pezzo di guardrail storto di Capaci, una screziata mattonella celeste della piscina di Barbiana, una tegola arroventat­a di Hiroshima (unico dono fatto a un privato, l’altra è stata spedita all’Onu), un frammento dipinto delmuro di Berlino, un sasso della casa di Rabin, una pietra dell’abita- zione di Arafat, il carbone di Marcinelle, i sampietrin­i dove finirono i bossoli sparati da Al Agca, un vagone piombato che finì la sua corsa ad Auschwitz. E un piattino, con sopra polvere e detriti, anonimi se non fosse per quella lettera che li accompagna, dell’allora sindaco di New York, Rudolph Giuliani: “È la richiesta più strana e singolare che abbia ricevuto. La vostra idea mi ha colpito da subito ma non posso esaudire il vostro desiderio, perché anche le macerie appartengo­no per legge ai parenti delle vittime delle Torri Gemelle”. Ha provveduto, poi, un vigile del fuoco newyorches­e, di nascosto, a futura memoria.

MA IL RELIQUIARI­O laico non bastava, ad Aldo e ai suoi ragazzi. Anni fa ebbero un’altra grandiosa idea. I Paesi nel mondo sono 200, hanno iniziato scrivere ai 200 Capi di Stato chiedendo in dono un sacchetto della loro terra, anche da riporto, senza valore. C’è chi ha aderito subito e man mano che i sacchetti arrivavano, venivano svuotati in una grossa boccia di vetro, un metaforico Globo trasparent­e al centro del Museo dei sassi e dei sogni. Altri Paesi non hanno risposto, o non capendo il fine o non gradendo che la “loro” terra venisse a contatto con quella dei “vicini”.

Israeliani e palestines­i, indiani e pachistani, iraniani e iracheni e via via, per le centinaia di conflitti esistenti – ieri, come oggi, come domani – nel mondo. Quando il canale ufficiale s’ostruiva, Aldo risolveva chiedendo ad amici, turisti e missionari, di rimediare loro. Alla fine la Terra si è riempita di terra. Non restava altro che cuocere 200 mattoni, con le terre ormai impastate.

La lettera, ma con parole più ordinate e diplomatic­he, dice più o meno così: “Ecco il mattone del mondo, fatto con la terra di tutti i Paesi. Voi stessi non sapreste distinguer­e e riconoscer­e la Vostra da quella dei vostri vicini o nemici. Eppure per quella terra magari siete pronti a combattere una guerra, a costruirci muri, a difenderla con filo spinato, a bagnarla di sangue innocente. Ma il mondo è uno e di tutti, iniziamo a costruire la civiltà dell’a m ore, l’unica che conta davvero”.

Oggi ci saranno 5 ambasciato­ri in r ap pr es en ta nz a dei cinque continenti ( l’Onu, in provincia di Belluno…). Al momento della spedizione, in contempora­nea in 80 luoghi del pianeta (Hiroshima compresa), un concerto accompagne­rà l’inizio del viaggio. Il presidente della Repubblica, Sergio Matterella, primo degli invitati, ha fatto sapere che non potrà partecipar­e per impegni vari. Peccato, in vari sensi.

Aldo Bertelle non demorde: “Diceva don Tonino Bello: preferite sempre il potere dei segni ai segni del potere”.

Il regalo Nelle “valigette diplomatic­he” laterizi realizzati con la terra provenient­e da tutto il pianeta

Ecco il mattone del mondo, fatto con la terra di tutti i Paesi. Voi stessi non sapreste distinguer­e e riconoscer­e la Vostra da quella dei vostri vicini o nemici

Eppure per quella terra magari siete pronti a combattere una guerra, a costruirci muri, a difenderla con filo spinato, a bagnarla di sangue innocente

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Il centro Il Museo dei Sogni alla Comunità di Villa San Francesco

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