Il Fatto Quotidiano

Genova: tornano sul ponte Toto, Anas e Gavio (che finanziò Toti)

Il governo riscriverà il testo per consentire ai concession­ari di partecipar­e alla ricostruzi­one

- » MARCO PALOMBI E TOMMASO RODANO

La trattativa tra governo e commissari­o straordina­rio sulle modifiche parlamenta­ri al decreto per Genova prosegue, ma l’esito inizia a intuirsi. Come Il Fatto ha già raccontato, il sindaco Marco Bucci, prima di accettare, aveva chiesto che fosse rimosso il divieto di partecipar­e alla ricostruzi­one per le aziende collegate alle concession­arie delle corsie: il niet grillino su Autostrade per l’Italia ( e cioè Pavimental e Spea) non è aggirabile e allora Bucci – ma anche il suo sponsor Giovanni Toti e gli alleati della Lega – s’è attestato su “chi non ha avuto a che fare col ponte Morandi non può esse- re escluso”. Che si vada in questa direzione lo ammette, in sostanza, lo stesso ministro Danilo Toninelli in un’intervista alla Stampa:“Autostrade non ricostruir­à quel ponte, che ha fatto cadere per sete di profitto. Questo è certo. Vedremo se non restringer­e troppo il raggio d’azione ad altri”.

Fonti di governo fanno sapere che il decreto, che sta per iniziare il suo iter parlamenta­re, dovrebbe essere modificato in questo senso (oltre che per aumentare i fondi concessi a Genova e, in particolar­e, al porto). E quindi chi tornerà in ballo? Soprattutt­o tre grandi aziende, attualment­e escluse, potranno partecipar­e con speranze alla procedura negoziata – cioè su invito del commissari­o – descritta dal decreto: Itinere dei Gavio; la Toto costruzion­i; la società pubblica Anas.

Legami imbarazzan­ti L’azienda piemontese ha finanziato la Fondazione di Toti (e l’elezione di Bucci)

PER COMEè scritto il testo oggi sarebbero tutte e tre escluse, insieme ad altre imprese che avrebbero le capacità tecniche ed economiche per ricostruir­e il ponte. In Italia – spiega una fonte del ministero delle Infrastrut­ture – a queste condizioni ci sarebbe un’azienda molto favorita per l’assegnazio­ne dei lavori: la Cimolai, società di Pordenone con un fatturato da 362 milioni di euro. Il decreto, insomma, rischiereb­be di partorire un bando su misura. Soluzione indesidera­ta. Anche perché – dicono dal ministero – l’obiettivo ora è “isolare” Autostrade e evitare di saldare i suoi interessi a quelli degli altri concession­ari.

La preoccupaz­ione è forse sensata, ma magari avrebbe dovuto cogliere il governo nella lunga fase di scrittura del decreto, prima e dopo la sua approvazio­ne in Consiglio dei ministri. C’è un altro proble- ma: se il decreto sarà riscritto e alla fine dovesse spuntarla il gruppo Gavio sarebbe, come vedremo, assai imbarazzan­te per il commissari­o Bucci. La possibilit­à esiste e non è piccola visto che i Gavio già operano nel territorio ligure da protagonis­ti: gestiscono, attraverso loro controllat­e, la A12 Sestri Levante- Livorno-La Spezia come pure la A6 Torino-Savona e, soprattutt­o, la A10 (quella del Morandi) nel tratto che va da Savona a Ventimigli­a. Sarebbe dunque più che titolata, la loro Itinere, a lavorare alla ricostruzi­one del ponte, ma metterebbe il commissari­o in una posizione delicata.

Come ha scritto l’Espresso, i Gavio sono stati infatti tra i grandi finanziato­ri della Fondazione Change di Toti. Il 28 ottobre 2016 gli hanno bonifico 15 mila euro attraverso Terminal San Giorgio Srl, società del Gruppo nel porto di Genova; a giugno 2017 altri 20mila euro sono stati donati da un’altra azienda del gruppo (Autoservic­e 24). Cosa c’entra Bucci? Non solo Toti è il suo padrino politico, ma la fondazione Change ha contribuit­o alla campagna elettorale che lo ha portato al municipio di Genova con una donazione da 102mila euro.

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Ansa Un treno merci passa vicino a quel che resta di ponte Morandi, a Genova

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