Il Fatto Quotidiano

Africa, contro i vecchi tiranni l’urlo dei nuovi Lumumba

Dall’idolo trash pop Bobby Wine che canta “Freeee Uganda” in faccia al presidente Museveni alla pasionaria rwandese Diane Rwigara: il continente prova a ribaltare il potere

- » MICHELA A. G. IACCARINO OPPOSITORI

“Questa lotta non inizia e non finisce con me. Nella mia voce c’è l’eco di milioni di persone. Il presidente è al potere da quando avevo 4 anni”. Basco rosso, stella dorata, denti bianchi. Robert Kyagulanyi quando canta è Bobby Wine. Uscito dai set dei suoi video trash pop, è entrato in politica. “Freeee Uganda: siamo una generazion­e ottimista, non abbiamo niente da perdere oltre la nostra vita. Basta corruzione, basta povertà: liberiamo l’Uganda”. Bobby ha 36 anni, 74 ne ha Yoweri Museveni, presidente di un Paese dove “l’85% della popolazion­e ha meno di 35 anni”. Accusato dal capo dello Stato di tradimento, Bobby è finito in carcere ed è stato torturato, diventando però la speranza di tutti i giovani ugandesi che, da fan, sono diventati suoi sostenitor­i politici. Museveni è abbastanza vecchio da avere paura di Bobby, che è abbastanza giovane da non averne e sfidarlo: “Non me ne andrò. Certo che ho paura, ma ho un solo Paese”.

IL CONTINENTE con i presidenti più vecchi al mondo ha la popolazion­e mondiale più giovane in assoluto e ora i tasselli del mosaico africano si stanno muovendo. Giovani rivoluzion­ari crescono, eredi di quel Patrice Lumumba ucciso dal regime del generale Mobutu in Congo nel 1961. I candidati sfidanti oggi sono capitani coraggiosi, velleitari e impreparat­i, ma vogliono tirare giù dal trono la vecchia guardia dei presidenti-dinosauro, che abbandonan­o il loro potere stantio e corrotto solo alla morte. L’Africa che cerca di arginare la fuga in Europa, creando condizioni di vita migliori, si trova in Zimbawue, Cameroon, Sudafrica, Rwanda. Se c’è una nuova faglia politica che ora spacca in due la storia è questa: “Da un lato gli oppressi, dall’altro gli oppressori”, ripete Wine.

In RwandaDian­e Rwigara, 38 anni, è finita in prigione “per incitament­o alla rivolta” per aver pubblicame­nte criticato il regime di Paul Kagame. Attivista per i diritti delle donne, si è candidata alle elezioni presidenzi­ali 2017 e poche ore dopo sono state diffuse foto in cui era nuda. Offesa e vilipesa, non è diventata muta: ha continuato a parlare di sanità per tutti e libertà di parola, per finire estromessa, per dettagli tecnici, dalla corsa elettorale. Il vecchio presidente ha vinto con quasi il 99% delle preferenze.

Sta per finire l’anno delle urne africane. Milioni di votanti e migliaia i candidati nel 2018: delle 54 nazioni più di 20 hanno scelto candidati da nord a sud, ma sono stati giorni di cronaca nera più che politica, per i morti degli scontri, politici e tribali. In S ie rr a Leone, a Kambia, in scontri violenti tra i due partiti del Paese, l’Apc, Congresso di tutto il popolo, e il Slpp, Partito del popolo, c’è stata anche una vittima.

IERI il Camerun ha scelto se sostituire Paul Biya, un presidente di 85 anni, che rimane in carica da 36. Il Paese resta polarizzat­o dagli implacabil­i scontri tra le regioni anglofone – che si sentono discrimina­te – e quelle della maggioranz­a, francofone. La divisione, arrivata con l’uomo bianco, risale a quando il Camerun neppure era Stato, ma solo una colonia.

In Sudafrica il quasi 70enne Ramaphosa verrà sfidato alle prossime elezioni 2019 da Mmusi Maimane, nato nel 1980, e Julius Malema, classe 1981. Nessuno spodesta invece Teodoro Obiang, da 39 anni a capo della Guinea Equatorial­e, dove sedeva prima suo zio, defenestra­to dal nipote nel 1979. Nello Stato microscopi­co, con vastissimi giacimenti di petrolio, una corte francese ha condannato il figlio di Obiang per corruzione. Da Teodoro a Teodorin: il rampollo playboy è anche vicepresid­ente del padre, ha milioni di dollari investiti in America, decine di Ferrari e una collezione di oggetti di Michael Jackson dal valore di 2 milioni.

Joseph Kabila, da 17 anni al vertice della Repubblica democratic­a del Congo, ha detto che le elezioni del prossimo 23 dicembre sono “irreversib­ili”, o almeno così le ha definite, con baffi neri e barba bianca, nel suo ultimo discorso all’Onu, promettend­o “di fare tutto per garantire che siano pacifiche”. Lui non si ricandider­à ma lo farà il suo delfino, quello che tutti chiamano il “Medvedev” di Kinshasa, l’uomo ombra, Emmanuel Ramazani Shadary, 58 anni. Omar Bashir in Sudangover­na da 28 anni, un anno in più di Idris Deby in Ciad. Da 19 anni sono al potere Denis Sassou Nguess in Congo e in Algeria Abdelaziz Bouteflika. In Eritrea l’autocrate Isaias Afeweki resiste da 25 anni.

ERANO 24 i candidati, vecchi e giovani, alle presidenzi­ali dello scorso 29 luglio in Mali. Accesso ad internet limitato, terrorismo islamico che fa scorrere sangue quanto quello tribale: le urne sono diventate teatro di sparatorie e attentati e chi è andato a votare in alcune zone è andato a morire. Alla fine, dopo un ballottagg­io contro il candidato d’opposizion­e Soumaila Cisse, l’uomo che era già al potere ci è rimasto: il presidente Ibrahim Boubacar Keita, 72 anni, già premier dal 1994. Emmerson Mnangagwa, 76 anni, successore di Mugabe, 94 anni, ha appena proposto di alzare il limite di età (attualment­e è 40 anni) per i candidati alla presidenza dello Zimbabwe per “fermare gli immaturi”. In mente ha un uomo, il suo sfidante Nelson Chamisa, il volto 40enne del Movimento per il cambiament­o democratic­o. Contro una gioventù che ritiene imprudente e canaglia si scaglia la vecchia guardia quando osserva quella nuova, a cui assomiglia­va terribilme­nte mezzo secolo prima, quando ha conquistat­o il potere mai abbandonat­o. Forse la storia questa volta sarà nuova e i giovani africani la cambierann­o. Oppure andrà come è sempre andata. Lo ha detto anche Bobby Wine: “Lo so, lo so che il presidente ha promesso le stesse cose quando aveva la mia età”.

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LaPresse Sfide Nelson Chamisa, 40 anni, Zimbabwe, contro Mnangagwa
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DIANE RWIGARA 38 anni In Rwanda si oppone a Kagame
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MMUSI MAIMANE 38 anni In Sudafrica sfida Ramaphosa
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Cantante e politico Bobi Wine, 36 anni, Uganda si oppone al regime di Museveni

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