Il Fatto Quotidiano

Chi è Bolsonaro, da degradato a quasi presidente

Il candidato del Psl trionfa, dovrà affrontare il ballottagg­io con il “petista” Haddad

- » GIUSEPPE BIZZARRI

Isuoi oppositori non vogliono neanche nominarlo, preferisco­no chiamarlo con il soprannome “Lui no”, lo slogan coniato dalle donne, divenuto un simbolo di lotta in Brasile. Parliamo di Jair Messias Bolsonaro, il candidato alla presidenza che, con il Psl ha ottenuto più voti al primo turno – ma non la maggioranz­a – e disputerà il ballottagg­io contro F e rnando Haddaddel PT, il 28 ottobre. Bolsonaro suscita sentimenti contrastan­ti, di odio e ammirazion­e per milioni di brasiliani, polarizzat­i sempre più dopo il suffragio di domenica, in cui l'ex capitano non è riuscito a ottenere, per un soffio, l'anelata conquista alla presidenza della Repubblica.

“Lui no” risveglia tra la gente i sentimenti più contraddit­tori: alcuni lo dipingono come il salvatore della patria, un mito, l'unico uomo capace di porre ordine al paese. Altri lo ritengono una minaccia alla fragile democrazia brasiliana, un razzista omofobo, antifemmin­ista, un difensore di latifondis­ti, golpisti, militari e torturator­i.

Bolsonaro, che è già stato paragonato al presidente americano Donald Trump e al sanguinari­o presidente delle Filippine, Ro dr ig o Duterte, è un paulista di origini italiane e tedesche, nato 62 anni fa a Araçatuba. Quando non è a Brasilia, abita a Rio de Janeiro, in un condominio di lusso a Barra da Tijuca, dove vive con la seconda moglie, Michelle de Paula Firmo Reinaldo, conosciuta quando era segretaria alla segreteria parlamenta­re della Camera dei deputati.

I DUE SI SONOincont­rati nei trent’anni in cui Bolsonaro ha coperto ininterrot­tamente la carica di deputato a Brasilia. Michelle e Jair si sono sposati due mesi dopo il primo incontro e, nonostante il brasiliano sia formalment­e cattolico, il matrimonio fu celebrato dal pastore televangel­ista, Silas Malafaia, pivot di altri politici brasiliani nello sterminato universo neo pentecosta­le brasiliano. Malafaia, probabilme­nte, ha contribuit­o all'essenziale alleanza dell'ex militare con Edir Macedo, il pode- roso leader religioso della Chiesa universale del regno di Dio, ma anche proprietar­io della TV Record, la voce evangelica del Brasile. Macedo ha donato a Bolsonaro, durante la sua convalesce­nza dopo l'attentato, 30 minuti di tranquilla e confortevo­le intervista nel lussuoso appartamen­to a Barra, mentre i suoi avversari alla presidenza si confrontav­ano nell'ultimo dibattito su TV Globo. I primi passi nel mondo politico non sono stati fatti però a Brasilia, ma in caserma, quando Bolsonaro indossava l'uniforme da capitano negli anni in cui frequentav­a la scuola di guerra Agulhas Negras. Nel 1987, Beco sem saida, vicolo senza uscita, era il nome di un piano a cui lo stesso ufficiale avrebbe partecipat­o: prevedeva di collocare bombe a basso potenziale nella scuola e in alcune caserme. L’obiettivo era quello di forzare il governo di Josè Sarney a concedere aumenti salariali ai militari che avevano nel frattempo lasciato il potere (1985) ai civili, dopo il regime dittatoria­le. All'epoca i suoi superiori non lo amavano, come invece fanno oggi; nel 1988 la giustizia militare lo degradò e dichiarò che il capitano era “incompatib­ile al comando”. Il Superiore Tribunale militare riconsegnò, però, la patente di capitano nel 1988. Dal primo gennaio, l’ex capitano che era stato degradato anche se per breve tempo potrebbe dare ordini al generale della riserva Hamilton Mourão, il quale, oltre a essere candidato per essere il vice di Bolsonaro, è il simbolo del nuovo protagonis­mo dei militari che da tempo cercano uno spazio politico dentro le istituzion­i civili. Non sono solo soldati, graduati, poliziotti e miliziani a mostrare apertament­e il loro appoggio all'ex militare, ci sono anche alcuni popolari beniamini del mondo sportivo brasiliano, come R onaldinho Gaucho, il palmerense Felipe Melo, il corintiano Jadson.

L'AGGRESSIVO Bolsonaro ha appoggi anche in altri sport come il Mixed Martial Arts (Mma), grazie a Josè Aldo, Wanderley Silva e Paulo Borracha.

Nell'ambito dello spettacolo, dalla sua parte sta il presentato­re di programmi televisivi sensaziona­listi, Ratinho, il cui figlio, Ratinho Junior, è stato ora eletto governator­e dello Stato del Paraná. Ma c'è anche Alexandre Frota, ex pornodivo che Bolsonaro immagina ministro della Cultura nel suo governo. Gli appoggi giungono anche dai suoi cinque figli, soprattutt­o da Flavio e Eduardo, rispetti- vamente neo eletti senatore e deputato. Nonostante sia deputato da trent'anni, la produzione legislativ­a di Bolsonaro è quasi nulla. Non ha mai occupato un incarico importante. Fino a poco tempo fa, era conosciuto più per le liti in cui era coinvolto alla Camera, piut-

“Lui no” Chi lo disprezza lo indica come xenofobo, per i sostenitor­i invece salverà la patria

Linguaggio violento I temi sessisti sono il suo forte, a una deputata disse: “Non vale la pena stuprarla”

tosto che per la sua attività parlamenta­re.

L'ex capitano si vanta di non essere mai stato corrotto, ma contro di lui ci sono state varie azioni penali ed è risultato colpevole in due processi, tra cui uno per apologia allo stupro; alla Camera dichiarò che non avrebbe stuprato la deputata del PT Maria do Rosario, perché “non ne valeva la pena”. La seconda condanna per avere fatto dichiarazi­oni omofobiche in un programma televisivo.

Un atteggiame­nto che spinse il deputato Jean Wyllis, unico parlamenta­re a rivelare la propria omosessual­ità, a sputargli addosso in segno di sdegno.

 ?? LaPresse ?? Vento in poppa L’ex militare Jair Bolsonaro, 63 anni, ha preso il 46% (quasi 50 milioni di voti)
LaPresse Vento in poppa L’ex militare Jair Bolsonaro, 63 anni, ha preso il 46% (quasi 50 milioni di voti)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy