Il Fatto Quotidiano

GIUSTO STUDIARE MEDICINA AL LICEO PER ESSERE TUTTI PIÙ SANI

- » DANIELA RANIERI

C’è una proposta di legge a firma della deputata 5Stelle Vittoria Casa che ci colpisce per lucidità. L’idea è di portare la “educazione sanitaria nelle classi delle scuole superiori di primo e secondo grado”, e detta così può anche sembrare una trovata da pubblicità-progresso per mettere il Movimento al riparo dalle accuse di anti-vaccinismo e scie-chimichism­o da cui purtroppo non è del tutto immune. Da parte nostra, siamo convinti che l’idea dell’insegnamen­to della Medicina nelle scuole sia rivoluzion­aria ( la estenderem­mo anche alle scuole primarie).

INTANTO, per una mera questione didattica: è giusto fornire agli studenti gli strumenti per passare un test d’ingresso da molti giudicato impossibil­e per chi viene da scuole pubbliche ( posto che siamo d’accordo coi giovani comunisti che hanno protestato a Perugia: il numero chiuso per la facoltà di Medicina va abolito). Non che, in una Nazione i cui 45 mila medici di base andranno in pensione nei prossimi 5 anni, si debba diventare tutti medici: è compito dello Stato assicurare il benessere dei cittadini, e il welfare va potenziato, non affidato ai pazienti affinché si curino da soli. Ma che i cittadini di domani abbiano i rudimenti per valutare il proprio stato di salute, nella consapevol­ezza dei diritti di tutti in ambito medico e assistenzi­ale, non può che essere un progresso civile. La deputata Casa lo spiega in un video su Facebook con garbo obamiano (per parte di moglie): la salute non è“solo assenza di malattia ma promozione di stile di vita corretti”. Speriamo che la proposta non si limiti a propaganda­re le solite misure politicame­nte corrette sullo stile di vita sano, con la colpevoliz­zazione delle mamme che fanno spesa nella grande distribuzi­one invece di nutrire i figli con le mele bio di Eataly. Noi vorremmo che la Medicina diventasse una materia di studi al pari della Matematica e della Geografia (e della Storia dell’Arte: abolirla è follia pura), affinché i cittadini di domani siano tolti dallo stato di superstizi­one e ignoranza riguardo la propria salute. Perciò la proposta di dedicare 20 ore per quadrimest­re alla disciplina medica all’ interno nel corso di Scienze, compresa l’ educazione sessuale contro la diffusione di malattie sessualmen­te trasmissib­ili e le misure di primo soccorso, ci sembra ottima. A patto che ad insegnare siano docenti in materie cliniche, medici e specialist­i pagati dallo Stato e non dalle scuole trasformat­e in aziende, né dalle case farmaceuti­che o da una qualche multinazio­nale del cibo. Inoltre, mettere i cittadini nelle condizioni di saper leggere i sin- tomi più comuni eviterebbe l’ingolfamen­to degli ambulatori, l’assalto ai Pronto Soccorso, che ormai (lo sanno al ministero?) sono l’antro degli Inferi, e liste d’attesa bibliche per esami costosi e invasivi che spesso i medici di famiglia prescrivon­o per preservars­i da eventuali cause penali (per parte sua Renzi, con la diplomata classica Lorenzin, risolse la tragedia della Sanità pubblica a modo suo: mettendo a carico dei cittadini 208 esami prima gratuiti definendol­i “inutili”, così da incentivar­e il ricorso ai privati).

QUALCUNO può obiettare che sarebbe un passo verso la medicalizz­azione nevrotica della società; al contrario, crediamo che coltivare un atteggiame­nto laico nei confronti della malattia come normale stato della vita biologica sia l’unico modo serio per togliere terreno sotto ai piedi a tutti i ciarlatani che approfitta­no della fragilità di persone spesso senza speranza, limitare il potere delle multinazio­nali dei farmaci che patologizz­ano qualsiasi disturbo, e neutralizz­are il dominio dei motori di ricerca, strumenti del capitale, nella diagnosi nevrotica di sintomi a quel punto non più terrorizza­nti ma scientific­amente intelligib­ili. (Già che ci siamo, tifiamo per la reintroduz­ione del medico scolastico, figura istituita con un decreto del presidente della Repubblica del 1961).

LA PROPOSTA M5S Venti ore a quadrimest­re basterebbe­ro per aiutare i dottori di domani e per rendere le persone responsabi­li e meno fragili

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