La fantasia all’opposizione: Macron, De Luca, Riace...
Padri del deserto A sinistra si moltiplicano le divisioni nel Pd e nell’universo radicale: spuntano persino movimenti “azzurri”
Quante divisioni ha oggi la sinistra, ma non nel senso staliniano di truppe? Tante, troppe e che fanno temere una traversata nel deserto ancora più lunga del solito, in questi cupi tempi di populismo e xenofobia.
I padri del deserto rosso, dunque. E anche le madri.
Domenica scorsa sul manifesto la veneranda Luciana Castellina, sinistra radicale e comunista, ha indicato “un modello” per l’invocata palingenesi nella bella, colorata e doverosa manifestazione di Riace, in Calabria, a sostegno del coraggioso sindaco Mimmo Lucano. Un modello però – seguendo il percorso più nostalgico che politico di Castellina – che torce la testa talmente all’indietro al punto da far risorgere persino Lotta Continua, grazie al suo antico leader Adriano Sofri, altro illustre manifestante: “Una storia lunga che si dipana per Riace, con noi c’è anche Lotta Continua, nella persona di Adriano Sofri”. Bene. Saranno contenti a Repubblica , nella persona del direttore Mario Calabresi.
GIÀ, REPUBBLICA. Il grande quotidiano-partito del centrosinistra, stavolta nella persona del fondatore Eugenio Scalfari, continua a proporre un metafisico Movimento azzurro per l’Italia e per l’Europa (come se in materia di azzurri non avessimo dato già abbastanza in questo povero Paese) che potrebbe raccogliere il 20 per cento alle prossime Europee grazie a Pier Ferdinando Casini, a Fabrizio Barca, al minuscolo partito della comunità di S an t’Egidio alias Demos – Democrazia solidale – di Andrea Riccardi e Mario Giro, ben visto finanche da Paolo Gentiloni. Il fondatore immagina di sommare il venti per cento dei neoazzurri e il venti del Pd, che nel frattempo deve fuoriuscire dal renzismo insieme allo stesso Renzi: “Deve far parte del gruppo dirigente anche senza essere il segretario”. Augurissimi.
SIAMO NEL CUORE di quel fronte antisovranista che dovrebbe andare da Macron a Tsipras, in cui il nuovo ambasciatore del centrismo macroniano è nientemeno che Roberto Saviano, invitato all’Eliseo dal presidente francese. Da Macron a Tsipras, quindi, fino alle fritture di pesce di Vincenzo De Luca, governatore campano. E qui irrompe la rotonda figura dell’homo novus democratico: Nicola Zingaretti.
Il candidato più quotato alle primarie del Pd aveva promesso sfracelli ergendosi sulle macerie dem come liquidatore del renzismo e garante della discontinuità. Piano piano, invece, il timore di non farcela ha consigliato al governatore del Lazio –
SENZA DIMENTICARE
ZINGARETTI CONTRO LA DISCONTINUITÀ Il favorito alle primarie riparte dalle fritture di pesce e vuole tenersi Renzi in quanto preziosa “risorsa”