CSM: CARO MINISTRO, RESPINGA GLI ATTACCHI
Da più tempo questo giornale sostiene che l’estrazione a sorte dei membri togati è l’unico sistema in grado di risolvere in radice il problema della degenerazione correntizia che, da anni, caratterizza negativamente l’attività del Consiglio Superiore della Magistratura. Solo chi non vuol capire può sostenere che non esiste il problema della “correntocrazia” che si risolve in quella occupazione del Csm da parte delle correnti, mirabilmente descritta da Riccardo Iacona nel libro Palazzo di ingiustizia e coraggiosamente denunziata dal gruppo di “Autonomia e Indipendenza” in un coraggioso documento.
ANCHE GLI ATTUALI governanti nell’accordo di programma hanno dato atto dell’esistenza delle “attuali logiche spartitorie e correntizie in seno all’organo di autogoverno della magistratura che si intendono rimuovere attraverso la revisione del sistema di elezione sia per quanto attiene i componenti laici che quelli togati”.
Ora, è proprio in attuazione di tale programma che il ministro di Giustizia – cui si sono rivolti 106 magistrati chiedendo di introdurre “il sorteggio per selezionare i candidati per la elezione dei 16 togati”– il 4 ottobre scorso ha annunciato una riforma del Csm che prevede una “fase di sorteggio non integrale”, scatenando la immediata, stizzosa, reazione dell’Associazione Nazionale Magistrati che, in persona del suo Presidente, ha così tuonato: “Il sorteggio per la scelta dei componenti del Csm è incostituzionale. Nessuna compagine democratica e rappresen- tativa può essere scelta affidandosi al bussolotto o alla dea bendata, neanche gli organi più semplici, neanche i rappresentanti di classe degli alunni, figuriamoci un organo a rilevanza costituzionale come il Csm. Si eviti di percorrere questa strada perché le conseguenze negative per il sistema giudiziario sarebbero enormi. Non sono queste le riforme che servono per migliorare il servizio ai cittadini”.
Si osserva, in primo luogo, che un sistema integrato che si articoli in due fasi – la prima con il sorteggio di un congruo numero di magistrati per ciascuna categoria (ad es. cinque volte il numero da eleggere), la seconda con le votazioni – non è incostituzionale, tale potendo essere ritenuto un sistema di sorteggio “puro”, atteso il termine “eletti” contenuto nell’articolo 104 della Costituzione. Del resto, questo giornale (26.7.2018) ha ricordato che il sistema “integrato” è stato già utilizzato dal legislatore ordinario come strumento di imparzialità nella composizione di organi che svolgano funzioni amministrative. Quanto all’esem pio dei “rappresentanti di classe degli alunni”, si osserva che gli studenti solitamente eleggono quali loro rappresentanti di classe i compagni più capaci e meritevoli, e ciò non sembra caratterizzare, il più delle volte, l’operato delle correnti nella scelta dei rispettivi candidati, se è vero, come è vero, che di nomine impugnate e ribaltate da Tar e Consiglio di Stato, nella storia del Csm, si è perso oramai il conto, tant’è che, ancora il 3 ottobre, il Consiglio di Stato ha rilevato che la delibera di nomina a Procuratore di Trani “manifestava una irragionevole incoerenza nell’attività amministrativa”. E, allora, è proprio sicuro il presidente dell’Anm che, a fronte di una siffatta intollerabile situazione, il sistema proposto del ministro avrà “conseguenze negative enormi ( sic!) per il sistema giudiziario” e non sia, al contrario idoneo a garantire i principi di imparzialità e di buon andamento della Pubblica amministrazione, costituzionalmente garantiti, oggi inficiati dal controllo invasivo, improprio, delle correnti?
RESISTA IL MINISTRO dagli attacchi virulenti che chiameranno in causa, a sproposito, la Costituzione, la democrazia rappresentativa, il pluralismo e, ovviamente, l’indipendenza della magistratura. Vada avanti, perché è stata finalmente aperta una breccia nell’arbitrario blocco di potere di queste associazioni private, accumulato proprio attraverso i vari sistemi elettorali succedutisi nel tempo che hanno consentito alle correnti il controllo pregnante sulla designazione dei candidati e sugli esiti elettorali.