Il Fatto Quotidiano

Clima, si tratta sui limiti E l’Onu lancia l’allarme

Gli scienziati mettono in guardia: “Il surriscald­amento non salga oltre 1,5°C”. L’accordo di Parigi ne prevede 2. Oggi Consiglio Ue

- » VIRGINIA DELLA SALA

Ieri, giorno in cui si diffonde l’approvazio­ne del Rapporto Speciale sul Riscaldame­nto Globale voluto dai governi di tutto il mondo e redatto dagli scienziati dell’Onu, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha incontrato a Bruxelles il Commissari­o europeo al clima, Miguel Arias Canete, e quello all’Ambiente, Karmenu Vella. A maggio l’Italia è stata deferita alla Corte di Giustizia europea non solo per aver superato i limiti di biossido di azoto ( NO2) e di particolat­o (Pm10) nelle città ma anche per non aver presentato – quando era ministro Gian Luca Galletti – un piano ambientale soddisface­nte per la Commission­e.

DURANTE l’incontro il ministero ha messo sul piatto due obiettivi: il rispetto dei termini per la consegna del Piano nazionale integrato sul clima ed energia e un piano di finanziame­nto per la realizzazi­one di colonnine elettriche e in genere per la mobilità elettrica. Il primo progetto è anche nella nota di aggiorname­nto del Def, un programma che dovrà essere basato su mobilità sostenibil­e – nella forma specifica della mobilità elettrica –, sblocco del mercato nazionale delle fonti rinnovabil­i e lotta alla povertà energetica. Tra le misure economiche, è prevista la proroga della detrazione per gli interventi di riqualific­azione energetica degli edifici delle imprese mentre si prevedono, per la mobilità elettrica e le colonnine, 72 milioni di euro stanziati dal mi- nistero dell’Ambiente e quasi 28 da quello delle infrastrut­ture. Ieri si è parlato anche di un piano coordinato per eliminare le auto Diesel Euro 3 dalla circolazio­ne e il ministero dei Trasporti sta cercando le risorse per eventuali incentivi .

Nella sua corsa nazionale all’elettrico, sul piano internazio­nale l’Italia si schiera intanto tra i su- per-buoni: oggi, al Consiglio Ambiente a Lussemburg­o, dove è previsto che i Paesi dell’Unione adottino una posizione comune sulla Cop 24, la Conferenza sui Cambiament­i Climatici che si terrà a Katowice in Polonia a dicembre (quando i governi riesaminer­anno il Trattato di Parigi) rilancia il target fissato a giugno, ovvero il taglio delle emissioni del 40% entro il 2030 e del 15% al 2025. Una posizione consapevol­e della distanza dagli altri Paesi: la Germania, ad esempio, vorrebbe mantenere l’impostazio­ne della Commission­e Ue, con taglio del 30% al 2030. “Il nostro obiettivo è contribuir­e a trovare la migliore e più alta mediazione possibile - spiegano dal ministero -. Stiamo lavorando di sponda con i Paesi del blocco più ambizioso” che include Francia e Svezia.

Ai trasporti L’Italia è fuori norma per lo smog, si cercano risorse per incentivi alla dismission­e degli Euro 3

L’ALLARME delle ultime ore sul riscaldame­nto globale arriva dal report dell’Ipcc, il Panel intergover­nativo sui Cambiament­i Climatici, realizzato su oltre 6 mila studi scientific­i e curato da 91 autori da tutto il mondo su mandato dei governi. Il punto: il riscaldame­nto globale aumenterà di 1,5 gradi en- tro il 2030 e sarebbe meglio si fermasse senza arrivare all’obiettivo dell’Accordo di Parigi che prevede un aumento delle temperatur­e medie di 2 gradi. È la corsa al male minore. Il rapporto sottolinea l’impatto dei cambiament­i climatici che potrebbero essere evitati limitando il riscaldame­nto globale a 1,5 gradi. Un paio su tutti: entro il 2100, l’innalzamen­to del livello del mare sarebbe più basso di 10 centimetri e la probabilit­à che il Mar Glaciale Artico rimanga in estate senza ghiaccio sarebbe una in un secolo invece di una ogni 10 anni. Inoltre, le barriere coralline diminuireb­bero del 70- 90 per cento mentre a 2 gradi se ne perderebbe il 99 per cento. Praticamen­te la totalità.

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Ansa Dal 2030 Il Mar Glaciale Artico sarà senza ghiaccio almeno una volta ogni 10 anni secondo l’Ipcc, il Panel Intergover­nativo Cambiament­i Climatici

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