Clima, si tratta sui limiti E l’Onu lancia l’allarme
Gli scienziati mettono in guardia: “Il surriscaldamento non salga oltre 1,5°C”. L’accordo di Parigi ne prevede 2. Oggi Consiglio Ue
Ieri, giorno in cui si diffonde l’approvazione del Rapporto Speciale sul Riscaldamento Globale voluto dai governi di tutto il mondo e redatto dagli scienziati dell’Onu, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha incontrato a Bruxelles il Commissario europeo al clima, Miguel Arias Canete, e quello all’Ambiente, Karmenu Vella. A maggio l’Italia è stata deferita alla Corte di Giustizia europea non solo per aver superato i limiti di biossido di azoto ( NO2) e di particolato (Pm10) nelle città ma anche per non aver presentato – quando era ministro Gian Luca Galletti – un piano ambientale soddisfacente per la Commissione.
DURANTE l’incontro il ministero ha messo sul piatto due obiettivi: il rispetto dei termini per la consegna del Piano nazionale integrato sul clima ed energia e un piano di finanziamento per la realizzazione di colonnine elettriche e in genere per la mobilità elettrica. Il primo progetto è anche nella nota di aggiornamento del Def, un programma che dovrà essere basato su mobilità sostenibile – nella forma specifica della mobilità elettrica –, sblocco del mercato nazionale delle fonti rinnovabili e lotta alla povertà energetica. Tra le misure economiche, è prevista la proroga della detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici delle imprese mentre si prevedono, per la mobilità elettrica e le colonnine, 72 milioni di euro stanziati dal mi- nistero dell’Ambiente e quasi 28 da quello delle infrastrutture. Ieri si è parlato anche di un piano coordinato per eliminare le auto Diesel Euro 3 dalla circolazione e il ministero dei Trasporti sta cercando le risorse per eventuali incentivi .
Nella sua corsa nazionale all’elettrico, sul piano internazionale l’Italia si schiera intanto tra i su- per-buoni: oggi, al Consiglio Ambiente a Lussemburgo, dove è previsto che i Paesi dell’Unione adottino una posizione comune sulla Cop 24, la Conferenza sui Cambiamenti Climatici che si terrà a Katowice in Polonia a dicembre (quando i governi riesamineranno il Trattato di Parigi) rilancia il target fissato a giugno, ovvero il taglio delle emissioni del 40% entro il 2030 e del 15% al 2025. Una posizione consapevole della distanza dagli altri Paesi: la Germania, ad esempio, vorrebbe mantenere l’impostazione della Commissione Ue, con taglio del 30% al 2030. “Il nostro obiettivo è contribuire a trovare la migliore e più alta mediazione possibile - spiegano dal ministero -. Stiamo lavorando di sponda con i Paesi del blocco più ambizioso” che include Francia e Svezia.
Ai trasporti L’Italia è fuori norma per lo smog, si cercano risorse per incentivi alla dismissione degli Euro 3
L’ALLARME delle ultime ore sul riscaldamento globale arriva dal report dell’Ipcc, il Panel intergovernativo sui Cambiamenti Climatici, realizzato su oltre 6 mila studi scientifici e curato da 91 autori da tutto il mondo su mandato dei governi. Il punto: il riscaldamento globale aumenterà di 1,5 gradi en- tro il 2030 e sarebbe meglio si fermasse senza arrivare all’obiettivo dell’Accordo di Parigi che prevede un aumento delle temperature medie di 2 gradi. È la corsa al male minore. Il rapporto sottolinea l’impatto dei cambiamenti climatici che potrebbero essere evitati limitando il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Un paio su tutti: entro il 2100, l’innalzamento del livello del mare sarebbe più basso di 10 centimetri e la probabilità che il Mar Glaciale Artico rimanga in estate senza ghiaccio sarebbe una in un secolo invece di una ogni 10 anni. Inoltre, le barriere coralline diminuirebbero del 70- 90 per cento mentre a 2 gradi se ne perderebbe il 99 per cento. Praticamente la totalità.