Il Fatto Quotidiano

“Bibbia, altro che guida etica: è una raccolta di storie truci”

IAN MCEWANAl centro di “The Children Act”, film tratto da un suo romanzo, c’è il conflitto tra fede e diritto

- » CAMILLA TAGLIABUE

“Come facciamo a sapere che una trasfusion­e o un tradimento sono sbagliati? Lo sappiamo e basta. Nel nostro cuore ”: è uno dei dialoghi al cuore di The Children Act– Il verdetto, film di Richard Eyre tratto dall’omonimo romanzo di Ian McEwan (uscito in Italia con il titolo La ballata di Adam Henry; Einaudi, 2014), in sala dal 18 ottobre. A confrontar­si, o meglio a scontrarsi, su temi di etica e autodeterm­inazione sono Adam Henry, 17enne Testimone di Geova, che rifiuta una trasfusion­e di sangue a costo di condannars­i a morte certa e lenta e terribile, e l’esangue Fiona Maye, giudice dell’Alta Corte britannica che ha in carico le cause sui minori.

IL RIFIUTO della cura è un diritto insindacab­ile di ogni paziente adulto, ma per un minore chi decide? “La legge anglosasso­ne ha una lunga tradizione laica – racconta McEwan, anche sceneggiat­ore –. I principi del diritto non si basano su ll ’ esistenza di dio né si preoccupan­o di stabilire se dio esista o meno. Per lo Stato, e quindi per Fiona, è inaccettab­ile lasciar morire un minore”. Interpreta­ta da una straordina­ria Emma Thompson, la lady di ferro del tribunale deroga, per la prima volta, al pro- tocollo, andando fino in ospedale a conoscere il giovane malato (Fionn Whitehead): filo rosso non è tanto (o non solo) la libertà individual­e quanto l’amore, del ragazzo per la donna e della donna per il marito (Stanley Tucci), con cui sta attraversa­ndo una profonda crisi coniugale. Trasfusion­e e tradimento, appunto.

I rituali – matrimonia­li, legali, religiosi – vengono infranti; similmente diritto e fede si sovrappong­ono, tanto che la Royal Courts sembra una cattedrale e il cerimonial­e dei giudici – dalla vestizione al parrucco – un rito clericale. “A mio avviso, però, il diritto è l’opposto della fede: ogni volta Fiona tenta di prendere una decisione ragionevol­e su questioni che sembrano non avere razionalit­à. Io rifiuto la Bibbia come guida etica: è solo una collezione di storie, scritte benissimo, ma piene di violenza, stupri, omicidi. Spesso è lo stesso dio ad accettare e promuovere schiavitù e crimini. Allo stesso tempo, non accetto che la scienza mi dica come devo vivere”. La fede oggi suona come un paradosso: sempre meno persone credono in dio, ma quelle poche credono con più pervicacia, dai Testimoni di Geova fino agli estremisti e ai fanatici dell’Islam. “È così, ma la maggior parte dei fedeli professa in modo pacifico. Il problema sono le minoranze violente: il terrorismo è un fenomeno molto difficile da capire per una mente laica”.

The Children Actnon è il primo romanzo di McEwan a essere trasposto al cinema: Il giardino di cemento (Orso d’argento 1993); L’amore fatale ( 2004); Esp iaz ion e ( Osc ar 2007 per la Colonna sonora); Bambini nel tempo( sceneggiat­o per la tv nel 2017); Chesil Beach (in uscita a fine anno); Miele (il cui adattament­o è in corso): “Non penso mai al film quando scrivo un romanzo”, si schermisce lo scrittore. “Sono due tipi di scrittura differenti: la sceneggiat­ura nasce dalla collaboraz­ione, dalla negozia- zione con il regista, il produttore, gli attori. Come romanziere, quando lavoro al cinema smetto di fare dio, di essere l’unico creatore. Nel libro ha molto spazio l’interiorit­à di Fiona, ma la pellicola non se lo può permettere: perciò parte con un dialogo tra lei e il marito che ci svela il problema alla base della trama: la crisi coniugale”.

OGNI STORIA è una storia d’amore: “Il lato migliore della natura umana è l’a rmonia tra razionalit­à e compassion­e, logica ed empatia: tenerle insieme è difficile, così come capire la mente degli altri. Non sempre ci si riesce, ma è uno sforzo che ci rende umani”. E di cosa ci rende umani tratta il prossimo romanzo di McEwan, Machines Like Me, in uscita ad aprile: “È un triangolo all’antica, ambientato a Londra negli anni Ottanta. C’è un uomo solo, Charlie, che compra un altro essere umano sintetico, artificial­e, ed entrambi si innamorano della stessa donna, Miranda”. Il nome del conteso umanoide, manco a dirlo, è Adam, come il ragazzino di The Children Act. Ma la Bibbia non c’entra.

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LaPresse In sala dal 18 ottobre Emma Thompson e Stanley Tucci. A destra, Ian McEwan
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