Il Fatto Quotidiano

Lo stesso silenzio di Macondo Ritrovato il Gabo più segreto

Una raccolta di testi e illustrazi­oni con 4 inediti custoditi dalla vedova

- A. G.

Per ultimo cessò il sibilo dei freni. La ruota si bloccò sulle rotaie bruciate e lo spaventoso e polveroso silenzio del paese penetrò nel vagone. Era lo stesso silenzio del villaggio, fatto dei suoi stessi desolati ingredient­i, delle sue strade dritte, larghe e vuote, dei suoi enormi patii quadrati, freschi sotto la penetrante umidità dei platani e delle sue vecchie case di legno in rovina sotto la polvere con arredi antichi e donne scure senza età né presentime­nti stese nel torpore della siesta. Non aveva più di 20 anni questo silenzio, ma la sua maturità, la sua devastante esperienza gli concedevan­o un aspetto secolare e lo facevano sembrare un silenzio antico co- me lo splendore della polvere per le strade o la chiarezza degli specchi che avevano perso la memoria degli ultimi volti. In uno c’era la sensazione della morte.

Firmato Gabriel García Márquez. È l’incipit di Relato de las barritas de menta, uno dei racconti da lui scritti tra il 1948 e il 1952, fino a qualche giorno fa inediti, in quanto “segreto meglio custodito” dalla vedova dell’autore, Mercedes Barcha. A darne notizia al Festival che porta il nome di Gabo a Medellin, i figli, che hanno annunciato l’uscita della raccolta Los papeles de Gabo. Oltre ai 4 inediti (gli altri sono Relato de un viajero imaginario , El ahogado que nos traía caracoles, Olor antiguo), si comporrà anche di illustrazi­oni donate da Barcha alla Biblioteca Luis Ángel Arango di Bogotá: 44 casse con 3000 libri in 46 lingue. “Non sappiamo perché non li pubblicò”, ha confessato un figlio che ha raccontato di come suo padre assoldasse lui e il fratello per distrugger­e i fogli che buttava. “A volte per sbaglio abbiamo strappato le belle. Poi doveva riscriverl­e da capo”. (Sigh!)

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