Il Fatto Quotidiano

A Salvini i condoni non bastano mai: “A 500 mila euro”

Spinta da FI, la Lega boccia la ri-rottamazio­ne delle cartelle: “Sanatoria anche sulle imposte”

- » LUCIANO CERASA

Oggi un nuovo incontro, ma la “pace fiscale” non torna. Nemmeno nella versione di “mediazione” di via XX Settembre

Sulla pace fiscale nella maggioranz­a è guerra aperta. Con la bozza del collegato fiscale alla manovra circolata nel fine settimana sembrava che si fosse arrivati a un armistizio tra le due anime del governo, fondato sul varo di una semplice “rottamazio­ne ter” delle cartelle esattorial­i. Il testo, messo a punto dai tecnici del ministero dell’Economia (ovviamente su input politico) aveva subito ricevuto un avallo implicito dai Cinquestel­le, che avevano solo invitato alla cautela chi dai giornali cercava conferme sulla bozza. “Il testo non è ancora stato bollinato dal governo” era l’avvertimen­to, cioè da Salvini, il quale ha aspettato il primo giorno lavorativo per esternare sulla questione. E dopo la tirata d’orecchie arrivata dai media berlusconi­ani, che nel weekend avevano visto impallidir­e la promessa di un robusto condono basato su un’oblazione “a saldo e stralcio” (“È finto anche il condono” titolava ieri Il Giornale della famiglia Berlusconi), la Lega è corsa ai ripari.

SI VA AVANTI sull’idea originaria della pace fiscale così come pensata dal Carroccio e che piace tanto all’elettorato del centrodest­ra: condono calcolato sull’intero ammontare delle cartelle esattorial­i emesse tra il 2000 e il 2018, con uno sconto che comprenda anche l’imposta evasa e non solo sanzioni e interessi (come nella rottamazio­ne). La levata di scudi dei media che al contrario avevano denunciato quello che era a tutti gli effetti ancora un condono – per giunta in perfetta continuità con le sanatorie dei governi Renzi e Gentiloni – aveva indotto anche il vicepremie­r Luigi Di Maio, ma per ragioni opposte, a innestare una marcia indietro ancora più rapida. “Vogliamo aiutare soltanto le persone che si sono trovate in difficoltà, che non potevano pagare le tasse e che si sono ritrovate bloccate in una spirale infernale da cui non si esce più – ha provato a spiegare domenica il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, a margine della sua visita in Basilicata –. A condoni o scudi fiscali ci opporremmo, non siamo d’accordo, l’ho sempre detto”. E ieri è arrivata la dichiarazi­one dell’altro vicepremie­r, Matteo Salvini, che ignorando del tutto la versione del decreto fiscale che sarà collegato alla manovra diffusa due giorni prima, ormai figlia di nessuno, tira dritto come se niente fosse, proseguend­o la polemica che sembrava superata dagli eventi sul tetto da applicare all’ammontare delle cartelle entro il quale si può “far pace” con il fisco.

“LA PACE fiscale non sarà una rottamazio­ne. Il provvedime­nto è per chi ha fatto la dichiarazi­one dei redditi, ma non è riuscito a pagare. Lo Stato incassa quello che non avrebbe mai incassato, e tu torni a lavorare in pace”, twitta di buon mattino il ministro dell’Interno. Che più tardi, in un’intervista radiofonic­a, articola la solita proposta leghista: il condono riguarderà tutti i debiti “fino a 500 mila euro” e sarà un intervento “a saldo e stralcio” non solo su interessi e sanzioni ma anche “sul capitale. Non sarà una classica rotta- mazione ma un intervento a gamba tesa”, ha spiegato. “La pace fiscale che voglio portare fino in fondo – ha aggiunto – è quella di milioni di italiani costretti a vivere da fantasmi che hanno fatto la dichiarazi­one dei redditi e poi gli è andata male e si portano dietro cartelle che non pagheranno mai”. Più avanti Salvini propone a corollario della manovra fiscale anche l’aliquota ( o una delle aliquote visto che in passato si era parlato nella versione autentica di tre scaglioni) da applicare: “Se hai un debito di 80 mila euro non è che se te ne chiedo 70 rateizzati tu me li dai, ma, se te ne chiedo il 15 per cento, io Stato incasso quello che non avrei mai incassato e tu torni a lavorare e a pagarci sopra le tasse”. Insomma una stretta di mano e la vacca rimane tua. Un’ipotesi che per i 5Stelle sarebbe improponib­ile.

Il grido di dolore Il Giornale di B. si duole: “Era tutto finto” e Matteo alza il tiro Oggi nuovo incontro

IN QUESTE ore le trattative sono così riprese a ritmi più febbrili di prima. Il sottosegre­tario leghista all’Economia, Massimo Bitonci, denuncia in television­e la “fuga di notizie operata dai funzionari degli uffici per boicottare il lavoro di questo governo” e annuncia un incontro “tecnico” per oggi al ministero dell’Economia sulla pace fiscale. Sull’estensione del condono anche ai contenzios­i tributari, per ora, non c’è scontro. La bozza del testo prevedeva la possibilit­à per chi vince in primo o secondo grado di chiudere a conto la lite con l’Erario.

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Ansa/LaPresse Negoziati in corsoI due vicepremie­r: in alto, Luigi Di Maio (M5S) in basso, Matteo Salvini (Lega)
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