Savona, le “camicie nere” sulla lapide ai caduti Imbarazzo e polemiche
La scoperta all’inaugurazione col sindaco e i militari: nessuno abbandona la cerimonia
Una lapide dedicata alle camicie nere. A Savona, città del presidente partigiano, Sandro Pertini.
Immaginate la scena sabato al cimitero. Si inaugura una lapide ai caduti della Seconda guerra mondiale. Tutte le autorità schierate: la sindaca Ilaria Caprioglio (centrodestra), il prefetto, le associazioni dei combattenti, religiosi. Poi la bandiera scivola via e scopre il marmo con l’elenco delle Forze Armate: “Alpini, artiglieri, autieri, bersaglieri, camicie nere, carabinieri...”. E cala un silenzio, verrebbe da dire, di tomba. Colpi di tosse. Gente che si dà di gomito. Poi l’imbarazzo esplode.
MA COM’È ANDATA?
“Noi non ne sapevamo niente”, giura e spergiura la sindaca Caprioglio, “L’associazione ‘Opera nazionale per i caduti senza croce’ che da sempre gestisce quell’area del cimitero ci ha chiesto l’autorizzazione per due nuove lapi- di. Abbiamo detto di sì”. Ma poi ecco spuntare le camicie nere: “Siamo rimasti di sasso”. Le foto ritraggono i membri dell’as so ci a zi on e sorridenti e le autorità con un’espressione a dir poco imbarazzata. Però nessuno, pare, se n’è andato: i fascisti commemorati dalle autorità della Repubblica. “Ov viamente mi dissocio. Ho convocato Enrico Albertazzi, presidente savonese dell’associazione per avere spiegazioni”, assicura Caprioglio. Lui, Albertazzi, non fa un plissé:“Spiace per questa polemica. Ma ignorare la presenza del corpo delle Camicie Nere fra i militari savonesi regolarmente inquadrati sarebbe stato un atto oltraggioso”.
Succede a Savona, dove pochi giorni fa è stata danneggiata una lapide partigiana. Città rossa, una volta, oggi di centrodestra. In attesa che, magari, ci pensino le autorità, ieri qualcuno ha messo un pezzo di nastro adesivo: via le camicie nere.