Dark room CR7: almeno evitate il Pallone d’Oro
Lo stupro è un “crimine abominevole”. Lo ha dichiarato Cristiano Ronaldo, travolto in questi giorni da diverse accuse di violenza sessuale (di cui ci racconta tutto Luca Pisapia a pagina 23). Siamo completamente d’accordo con lui: del resto, come si potrebbe non esserlo? L’aff ermazione è talmente autoevidente da sembrare scontata, eppure tra il dire e il fare ci sono di mezzo moltissimi soldi. Il presunto crimine abominevole è trattato sui giornali con molti imbarazzi conditi da frasi di circostanza che nulla hanno a che fare con i fatti. Per esempio, sappiamo che la dirigenza della Juventus definisce il giocatore un “professionista eccezionale dentro e fuori dal campo”,“impegnato nel sociale”. Affermazioni che non ci permettiamo di mettere in dubbio, ma sono non proprio pertinenti.
Accuse di questa natura non sono nuove a Ronaldo: nell’ottobre del 2005 la Gazzetta dello Sport dava notizia dell’arresto a Londra del giovanissimo giocatore, sempre in relazione a un’accusa di stupro. I fatti di cui parliamo ora – la polizia del Nevada ha riaperto l’indagine – risalgono al 2009. Ma il centro sembrano essere i soldi. I presunti danni d’immagine alla Juventus, che ha speso 100 milioni per il fuoriclasse e perso dieci punti in borsa. I 375mila dollari che Ronaldo avrebbe versato a Kathryn Mayorga, la presunta vittima di Las Vegas, in cambio del suo silenzio. I denari degli sponsor che sono tutti piuttosto in allarme anche se la stampa minimizza (Ea Sports, casa produttrice di Fifa 19, sulla cui copertina campeggia Cr7, ha rilasciato questo comunicato : “Monitoriamo la situazione con attenzione, perché ci aspettiamo che i nostri atleti di copertina e ambasciatori mantengano sempre una condotta in linea con i valori di Ea Sports”). Pecunia, non olet, ma almeno i “crimini abominevoli” un po’ di odore sgradevole dovrebbero emanarlo.
PER FORTUNA Ronaldo non fa il giudice in un talent musicale, altrimenti avrebbe perso il lavoro come è accaduto ad Asia Argento. Anche qui c’è di mezzo un accordo di riservatezza relativo a un reato sessuale. Con una differenza: l’attrice è accusata di aver fatto sesso con un ragazzo consenziente a pochi mesi dalla maggiore età, mentre Ronaldo è accusato di aver costretto una donna a un rapporto contro la sua volontà. Secondo quanto riferito dallo Spiegel, l’uomo avrebbe ammesso di essere stato brusco e che effettivamente la ragazza aveva espresso la sua volontà, dicendo ripetutamente “no” e “basta”. Questa storia non può, naturalmente, essere ridotta a una questione di tifoseria, come sembra stia accadendo (poveri noi). Ma sarà bene che la Juventus, celebre per il suo “stile”, si renda conto che qui non abbiamo a che fare con una scocciatura, ma con una faccenda da trattare con estrema serietà. Si rischia – fischiettando, cercando di parlar d’altro – di far passare un pessimo messaggio: con i soldi si può fare tutto, tutto si accomoda, tutto si può compare: i figli, l’impunità, il silenzio. È stato l’anno del #Metoo, pensavamo che almeno fosse servito a mantenere alta l’attenzione su questi temi. Intanto i giornali si affrettano a sottolineare che il campione è in vacanza, come i compagni di squadra, e si trova a Lisbona sebbene non sia stato convocato dal ct del Portogallo Santos per le partite della Nations League. Salterà anche Italia-Portogallo, il 17 novembre a San Siro. Ma “nessuna dietrologia”,“era stato già deciso”. Sembra invece che Ronaldo abbia partecipato nella capitale portoghese a un vertice con il suo team di avvocati, visto che le accuse pare si stiano moltiplicando. Da ultimo, si assegna in questi giorni il Pallone d’Oro e il campione portoghese è in lizza: meglio evitare. Il tempismo è tutto.