Il Fatto Quotidiano

L’Armata Brancaleon­e

- » MARCO TRAVAGLIO

Quando vai alla guerra, prima studi il nemico, poi ti guardi intorno in cerca di alleati, infine prepari le armi più efficaci per vincere. Oppure ti vedi L’Armata Brancaleon­ee poi fai il contrario. Ora, non c’è dubbio che il governo giallo-verde abbia deciso di andare alla guerra contro tutti i poteri, nazionali e internazio­nali, palesi e occulti, che governano per davvero l’Italia e l’Europa: Commission­e Ue, Bce, Fmi e i famosi “mercati”, cioè la grande finanza e i grandi speculator­i che scommetton­o immense fortune su o contro questo o quel Paese. E giù giù a cascata fino ai nostri poterucoli da riporto: Quirinale, Bankitalia, ragionerie e burocrazie ministeria­li, Confindust­ria, lobby varie, partiti sconfitti nelle urne e vincenti nei media. Il primo atto di guerra è stato vincere le elezioni, sbaraglian­do i due partiti-architrave del sistema che sognavano l’ennesima ammucchiat­a, Pd e FI, e lasciando in gramaglie un bel po’ di prenditori, lobbisti e giornalist­i vedovi inconsolab­ili. Il secondo è stato profanare alcuni santuari da sempre intoccabil­i: il precariato del Jobs Act, la corruzione impunita, i prenditori privati delle concession­arie pubbliche (vedi Autostrade Spa dopo il crollo del ponte), la lobby del gioco d’azzardo, i vitalizi, il business della cosiddetta accoglienz­a ai migranti. Il terzo, il più imperdonab­ile, è la prima manovra finanziari­a non concordata con l’Ue, dunque non recessiva e non tagliata su misura dei ricchi.

Quando, in quattro mesi, si lanciano tutte queste bombe contro chi ha sempre comandato sarebbe folle non prevedere una reazione uguale e contraria. E non comportars­i di conseguenz­a. La reazione è sotto gli occhi di tutti: scomuniche europee, moniti quirinales­chi, toni apocalitti­ci su tutti i media che gridano pure alla censura di regime (domenica, in prima serata, Rai1 mandava in onda gli anatemi di Cottarelli e Burioni, noti portabandi­era della tirannide giallo-verde), spread a 300 e Borsa in crollo. Non c’è nessun complotto: c’è, sempliceme­nte, il rabbioso sgomento di un intero sistema che non si dà pace di non comandare più. Quando i soliti noti raccontano che “i mercati sono neutrali” perché badano al sodo, anzi al soldo, viene da scompiscia­rsi: è proprio perché badano al sodo, cioè al soldo, che non sono neutrali. Immaginiam­o che accadrebbe se, puta caso, il governo varasse una legge appena più drastica della Fornero, che imponesse il suicidio obbligator­io a tutti i pensionati: i mercati e le Borse festeggere­bbero, lo spread e il deficit-Pil finirebbe sottozero. Idem se una legge prevedesse lo sterminio di tutti i poveri.

Per questo esiste il suffragio universale: per evitare che comandino quelli che badano al sodo, cioè al soldo. Infatti, da quando gli elettori han cominciato a votare “male”, si studia il sistema di mandare alle urne solo chi vota “bene”. Avrete notato con quali facce disgustate si parla dei populisti che, non contenti di prendere tanti voti, pretendono pure di mantenere le promesse elettorali. E con quali occhietti estasiati si guarda a Cottarelli, a Calenda, a Monti e ad altri noti frequentat­ori di se stessi, celebratis­simi proprio perché non hanno mai preso un voto (infatti già si riparla di un bel governo tecnico). I mercati, si dice, fanno il loro mestiere: verissimo. Ma il loro mestiere è speculare, non dirigere o rovesciare i governi, fare o disfare le leggi. Questo è compito della politica. Purtroppo però la politica non può governare contro i mercati, capaci di mangiarsi non uno, ma dieci Def con un colpo di spread. Dunque la politica deve farci i conti, mediare e rassicurar­li. E qui casca l’asino dei giallo-verdi: sono andati alla guerra in ordine sparso, spensierat­amente, cazzeggian­do. Il ministro Tria ha garantito – chissà perché e a nome di chi – all’Ue e ai mercati un deficit-Pil all’1,6%,ben sapendo che basterebbe a malapena per scongiurar­e l’aumento dell’Iva ereditato dai predecesso­ri, senza avviare una sola delle riforme promesse. E ha azzerato il suo potere negoziale. Poi, tomo tomo cacchio cacchio, ha comunicato la novità del 2,4%. E ha azzerato la sua credibilit­à. Intanto ministri e urlatori vari davano i numeri più disparati sulla manovra e per giunta insultavan­o come ubriacone Juncker e cialtrone Moscovici. I quali sono entrambe le cose e anche peggio. Ma, finché non verranno spazzati via dagli elettori (i loro partiti sono già morti), hanno potere di vita o di morte sul nostro governo. E lo esercitano nel più sleale dei modi, per puri scopi elettorali: gabellano pochi decimali di deficit in più per la fine del mondo (dopo aver digerito ben di peggio da Francia, Germania, Spagna, persino Italia). E contribuis­cono allo sfascio sui mercati con le loro sparate razziste contro l’Italia e il suo legittimo governo. Moscovici l’ha confessato spudoratam­ente al Pais: “Non si possono confrontar­e Italia e Spagna” non solo per le differenze di debito e deficit, ma anche perché “Madrid ha un governo pro-europeo” e l’Italia no. Intanto il Fmi e i suoi valletti di Bankitalia avvertono il governo di non toccare la Fornero e il Jobs Act. Dal che si deduce che l’Europa, come la intendono i suoi tenutari, è incompatib­ile con la nostra Costituzio­ne: la sovranità non appartiene più al popolo, che vota chi gli pare (nel nostro caso, due partiti che vogliono cambiare l’Europa, il Jobs Act e la Fornero); bensì a pochi tecnocrati che non rappresent­ano nessuno (a parte i soliti “giri”), ma contano più di milioni di elettori. Nemici come questi si combattono senza cedere di un millimetro, ma con la massima serietà: non una parola di troppo; solo atti formali inattaccab­ili; e tanta mediazione e persuasion­e. Finora i giallo-verdi han fatto l’opposto: hanno visto L’Armata Brancaleon­e e, anziché evitarla, l’hanno imitata.

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