IL CANDIDO MONTI: “SOROS MI DISSE...”
L’HAAMMESSO con il massimo candore, il professore Mario Monti: “George Soros mi telefonò poco dopo che ero diventato premier nel 2011”. Il più famoso speculatore finanziario del mondo, l’uomo “dell’attacco alla Lira” del 1992, alzava il telefono per una chiacchierata con l’amico Mario, incidentalmente diventato presidente del Consiglio italiano. E per dirgli cosa? “Era molto preoccu- pato per la situazione finanziaria dell’Italia. Mi suggerì di chiedere aiuto all’Europa, ma noi volevamo evitare di far entrare la Troika e non seguimmo quel consiglio”. Le rivelazioni di Monti (lunedì sera su La7 da Lilli Gruber a Otto e mezzo) sembrano fatte apposta per dare forma ai sogni (o gli incubi) di Matteo Salvini. Il vicepremier leghista è sempre stato straordinariamente incline ad agitare le pressioni sull’Italia delle élite finanziarie globaliste e i complotti speculativi dei mercati. Soros è il nemico perfetto. L’ha citato anche l’altro giorno, durante incontro con Marine Le Pen, parlando di spread: “Mi sembra una manovra di speculatori alla vecchia maniera, alla Soros, che puntano sul crollo del Paese per comprarsi a livello di saldo le aziende sane”. Ora Monti rende pubbliche le sue chiacchierate con l’amico George. Un altro assist del prof all’odiato populista.