Il Fatto Quotidiano

Landini segretario, una felpa rossa per scuotere la Cgil

Leader sindacale e voce anti-Salvini

- » SALVATORE CANNAVÒ

La novità di una Cgil guidata da Maurizio Landini è ormai un fatto politico pari allo stupore che genera. Fino a qualche settimana fa nessuno poteva pensare che in una segreteria come quella tenutasi fino all’1,30 di lunedì sera, Susanna Camusso avrebbe sfidato il “niet” dello Spi, il sindacato dei pensionati, per candidare a segretario generale quello che è stato un suo avversario. Eppure la segretaria uscente ha attraversa­to il suo personale Rubicone appoggiata da otto dei dieci componenti della segreteria. I due contrari, tra cui Vincenzo Colla, candidato alternativ­o, si sono ufficialme­nte schierati all’opposizion­e. Che, come vedremo fra poco, sarà molto dura.

A DARE IL SENSOdello scontro interno c’è la decisione, inedita per una dirigente sindacale come Camusso, di pubblicare un video su Facebook in cui spiega i motivi della candidatur­a di Landini: “continuità” con la politica sindacale, “autonomia della Cgil” di fronte a possibili “incursioni esterne”, necessità di preservare “la squadra uscente e l’unità interna”. La segreteria, dice Camusso, ha scelto di dare un’indicazion­e, che porterà nei prossimo giorni al direttivo nazionale, perché “il congresso resti nelle mani dei militanti della Cgil”.

La novità giunge in un’organizzaz­ione che da tempo mostra stanchezza. Pur vantando dei risultati - il contrasto al Jobs Act, il recupero di unità con Cisl e Uil, l’accordo sulla rappresent­anza sindacale - Camusso è consapevol­e della difficoltà sul piano sociale al tempo in cui la sinistra ha toccato storicamen­te il suo punto più basso. Gli iscritti votano massicciam­ente M5S e Lega, anche se la maggioranz­a resta a sinistra. Anche questo, oltre alle lotte e agli equilibri interni, può aver fatto pendere la bilancia a favore del sindacalis­ta emiliano. La cui felpa rossa potrebbe oggi fare da con- traltare, almeno mediatico, alla felpa di Matteo Salvini.

ALCUNI RICORDANO come nel 2015 fu proprio il leader leghista a invitare Landini alla scuola di formazione della Lega insieme a Yanis Varoufakis, l’ex ministro del- le Finanze greco. Landini rifiutò, per evidente distanza politica. “Con la Lega però abbiamo la stessa base” dicono in Cgil e una segreteria come quella di Landini può lavorare alla tenuta del radicament­o storico, certo non sul piano elettorale ma sociale.

Allo stesso tempo Landini è quello che vanta i migliori rapporti con quella “società civile” che è tornata a manifestar­si dopo lo shock del 4 marzo: la manifestaz­ione di Riace, la Perugia-Assisi, i vari comitati locali, gli studenti, il probabile futuro segretario della Cgil ha già dialogato con mondi diversi e può rappresent­are una novità anche politica che non tarderà a manifestar­si nel dibattito del Pd. Ne è riprova il corteggiam­ento dell’ex ministro Andrea Orlando che lo ha cercato per combinare un incontro con Nicola Zingaretti.

Landini però può utilizzare anche la sponda che Luigi Di Maio sembra voler offrire al sindacato. L’accordo sull’Ilva, poi quello sulla Bekaert, che la Fim Cisl ha sa- lutato come “storico”, la partecipaz­ione al tavolo della Whirlpool, la gestione della crisi BredaMenar­inibus, la cassa integrazio­ne per cessazione, mai come in questa fase il Ministero dello Sviluppo ha manifestat­o attenzione verso il mondo del lavoro.

LA CANDIDATUR­A dovrà però fronteggia­re un’opposizion­e interna che si annuncia molto agguerrita. Il segretario dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti, principale sostenitor­e della candidatur­a Colla, ha già convocato per sabato mattina la sua categoria. I Pensionati rimprovera­no a Camusso di non aver “tenuto insieme le diversità”. Per questo hanno proposto un “comitato di saggi” che consultass­e i dirigenti per poi arrivare a una proposta finale. Un modello già sperimenta­to al tempo delle dimissioni di Bruno Trentin. Lo scontro è però sostanzial­e e non formale: i Pensionati vogliono contare di più, manifestan­o una forte identità e vantano un rapporto con la sinistra tradiziona­le che non vogliono mettere in discussion­e, come invece è avvenuto al tempo del referendum costituzio­nale con la Cgil schierata per il No. E poi lo Spi rappresent­a il 50% dell’organizzaz­ione ma in base a un “patto di solidariet­à” interno non va oltre il 25% degli incarichi. Ora quel patto potrebbe rompersi: “Dipende da come si arriva al voto finale” che comunque avverrà a gennaio quando sarà eletta la nuova Assemblea generale che per statuto elegge il segretario. In quella occasione Landini potrebbe anche essere bocciato. Ma può davvero il primo sindacato italiano fare fuori una candidatur­a come quella di Landini sulla spinta dei pensionati? Sarebbe questo il suo sguardo sul futuro?

Reazioni a catena

I rapporti con la società civile, il dialogo con M5S e la possibile sferzata al Partito Democratic­o

Ser ve autonomia dalle incursioni esterne Il congresso resti nelle mani dei militanti della Cgil

SUSANNA CAMUSSO

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Ansa Rischio conta interna I pensionati Cgil candidano Vincenzo Colla
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