Corallo, il piccolo filosofo anti-social: non ama la rottamazione (ma la vuole)
Il trentenne è stato collaboratore di Martina al ministero
Pausa.
Sorriso. Valutazione. “Un simpatico cazzone”. La definizione di Dario Corallo, 30 anni, romano, ultimo candidato alla segreteria del Pd è condivisa da molti. Quartiere Laurentino, una fidanzata e un cane, simpatico pare esserlo davvero. Il lato “cazzone” è intrinseco nella scelta di “lanciarsi” nell’affollatissima corsa democratica, senza una struttura alle spalle (“Siamo un manipolo di ragazzi”) e (sembrerebbe) neanche degli sponsor pesanti. Dove possa portare un po’di “leggerezza”, però, è tutto da vedere: in fondo, pure il Renzi degli inizi aveva qualche tratto simile.
“SONOcontento perché ho rivisto quello che naturalmente dovrebbe essere il nostro popolo, quello fatto di tante persone che sono mosse dal solo desiderio di cambiare un pezzetto di mondo. È inutile che i nostri dirigenti si facciano due dei 25 km di marcia giusto il tempo di farsi la foto giusta, poi fatta girare ad arte. È inutile se poi, quando governi, vai in direzione opposta e contraria”. Con questo post Facebook, accompagnato da un selfie con chioma riccia in evidenza e bandiere arcobaleno sullo sfondo, scritto lunedì, dopo la Marcia della Pace, il giovane Dario ha annunciato la sua candidatura. Non è esattamente un neofita della politica: la prima tessera l’ha presa nel 2006 (quella dei Ds), prima ancora era rappresentante di istituto al Liceo Vivona. Classico percorsi da “leaderino di sinistra”. Oggi è per un’apertura ecumenica: “Il tema non è riaprire a destra o a sinistra, ma ricominciare a discutere. Chi vince dirige, non comanda”. Dal 2008, Dario milita nei Giovani Democratici. Ha dato una mano alla comunicazione (senza avere la delega), quando era segretario Andrea Baldini (l’attuale marito di Giuditta Pini, deputata modenese, fedelissima di Matteo Orfini); ora, con Mattia Zunino, è responsabile Comunicazione. La parlantina non gli manca e neanche la capacità di dire cose tranchant. Dettaglio interessante: non è un maniaco di Facebook. Anzi. Scelta in controtendenza.
GIORNALISMO, politica e comunicazione li ha respirati da piccolo: suo padre è Paolo Corallo, ex vice direttore dell’Ansa, poi portavoce di Leoluca Orlando, che ha prontamente condiviso sui social la sua scelta. Oltre alla comunicazione, nel curriculum di Dario, c’è la filosofia: laurea a Roma, con tesi sul ruolo dell’individuo in Marx e Gramsci. “Sono un filosofo: risolvo problemi che non sai di avere in modi che non puoi capire” recita il suo profilo Twitter. Interessante programma per uno che vuole guidare un partito: sarà forse perché non si fa capire che i suoi follower sono solo 421? Da una parte, la passione per il cinema, dall’altra la “solida realtà”, l’ultimo lavoro che ha fatto è stato il collaboratore di Maurizio Martina al ministero dell’Agricoltura (dove è rimasto fino a un mese dopo l’insediamento di Centinaio). “Non sono vicino a Martina. E neanche a Orfini”, ci tiene a dire. All’ultimo congresso chi ha votato? “Cuperlo, ma ci ha deluso un momento dopo. E Renzi neanche sa chi sono”. Oggi cerca lavoro. Nel frattempo, prova la scalata al Pd. Resta da vedere se riuscirà a raccogliere le firme necessarie alla corsa. Un altro rottamatore? “Sono contrario al concetto di rottamazione, ma credo che i dirigenti abbiano fallito. Bisogna ascoltare la base, coinvolgerla”. Un Rottamatorino.