Il Fatto Quotidiano

Misure contro la povertà per salvare il tessuto sociale

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Per decenni ci hanno sfinito con il mantra: “Prima i sacrifici, poi i benefici”. Ci siamo invece accorti che non solo la fase 2 non arrivava mai, ma addirittur­a la situazione andava peggiorand­o, fino a provocare il dramma di cinque milioni di poveri assoluti e di altri milioni di lavoratori precari “usa e getta”. I costi della crisi, quindi, sono stati scaricati sui ceti sociali più deboli, perché, secondo i sapientoni, le leggi dell’economia non ci consentiva­no di fa- re altrimenti. Innanzitut­to l’economia non è una scienza esatta per cui, se cambiano i postulati di partenza, si deducono conclusion­i diametralm­ente opposte. Anche nell’ambito della geometria, modificand­o i postulati iniziali, si deducono teoremi opposti a quelli euclidei.

A tale proposito, il premio Nobel per l’economia 2001 Joseph Stiglitz va da tempo sostenendo come nei periodi di crisi sia necessario, soprattutt­o per i paesi che sono indebitati, ricorrere a massicci investi- menti pubblici per favorire la crescita economica e mai, invece, a politiche di austerity, che l’illustre economista ha paragonato a una stupida modifica della disposizio­ne delle sdraio sul ponte del Titanic. Le misure per ridurre il debito vanno, invece, prese nei periodi di espansione economica. Persino i tecnocrati Ue si sono resi conto della inadeguate­zza delle politiche di austerity, ma solo dopo aver massacrato la Grecia, dove attualment­e si registra un aumento abnorme della mortalità infantile, dei disoccupat­i, dei senzatetto e dei cittadini in stato di indigenza costretti a rinunciare alle cure mediche. Ecco perché, alla luce di quella drammatica esperienza, il nostro governo ha adottato delle misure contro la povertà, al fine di evitare una irreversib­ile lacerazion­e del tessuto sociale, nella consapevol­ezza che tale degrado potrebbe provocare anche un incremento della criminalit­à, vista la presenza nel nostro paese di potenti organizzaz­ioni criminali. Ovvia- mente, i fan del neoliberis­mo ignorano la correlazio­ne tra povertà e criminalit­à accertata da tutti gli studi effettuati in ambito sociologic­o. MAURIZIO BURATTINI

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