Il Fatto Quotidiano

NON LO SPREAD MA UNA RISATA VI SEPPELLIRÀ

- » LUISELLA COSTAMAGNA

Un rumore di sottofondo accompagna la manovra economica del governo. Per la verità, non così di sottofondo visto che si esplicita in annunci di catastrofe a tutta pagina – “faremo la fine della Grecia”, “pagheranno i nostri figli”, “e i figli dei figli dei figli dei nostri figli”. Figli che, sempre per la verità, non facciamo più grazie a politiche e parametri che “se non li rispettiam­o faremo la fine della Grecia e pagheranno i nostri figli e i figli dei figli…”. Il classico cane che si morde la coda.

NON CHE QUESTO coro lamentoso sia infondato, per carità, la preoccupaz­ione su conti, spread, mercati ci sta tutta, solo stupisce che si manifesti con questa veemenza per la manovra-deficit-debito gialloverd­e, quando di manovre- deficit-debito ne abbiamo viste negli anni di tutti i colori, “eh, ma non si può fare altrimenti, è per la crescita”.

Nel Buu lacrimevol­e – e a tratti goduto – di chi incrocia le dita per il default, fanno breccia qua e là grasse risate. A provocare ilarità irrefrenab­ile è, ça va sans dire, il reddito di cittadinan­za.

In un sodalizio degno di Scherzi a parte tra il partito che veniva da sinistra e diceva di stare dalla parte degli ultimi (dopo le tavole della legge renziane ora preferisce i mercati, i Parioli e Mara Carfagna); i suoi comici, vignettist­i, entertaine­r di riferiment­o (quelli jeans sdrucito e majettina, che “stamo coi dere- litti, che te lo dico a fa’”); e i professori, economisti, liberisti e tutti gli -isti bocconiani (quelli giacca e cravatta in pelle umana): è tutto un “Di Maio, facce ride”. E giù a spernacchi­are e sghignazza­re sul divano (dove ci si godrà il reddito), sugli imbrogli dei finti poracci che ripristine­ranno il baratto ( ti do una bistecca, mi dai un buono carburante?), sul carcere per chi fa il furbo, sui consumi che resteranno al palo (con gli 80 euro invece, caviale e champagne), sulle “spese immoral i” ( pure la Nutella?), sul meglio ridurre le tasse che dare sussidi (infatti con le decontribu­zioni alle imprese, boom di occupazion­e che peggio di noi ci sono solo Grecia e Spagna). Che matte risate! Da lacrime agli occhi!

In realtà le lacrime – vere, di pianto – vengono a veder sbeffeggia­to un provvedime­nto che vuole dare un po’ di respiro a oltre 5 milioni di italiani che vivono in povertà assoluta, è un sostegno al reinserime­nto lavorativo e non semplice assistenzi­alismo, esiste già nella gran parte dei paesi europei, era previsto nei programmi elettorali di tutti i partiti sia pure con nomi diversi (“reddito d’inclusione” per il Pd, “reddito di dignità” per il centrodest­ra unito con tanto di Lega).

CHE C’È DA RIDERE? Perché si pensa di erogarlo con il bancomat, così da scongiurar­e gli imbarazzi della social card tremontian­a, controllar­e le spese, renderle tracciabil­i, iniettare miliardi nell’economia reale (negozi, commercian­ti, imprese)? Se lo Stato controllas­se davvero ogni volta che eroga denaro pubblico, non avremmo tutti gli sprechi che ci fanno tanto indignare. Il problema è riuscire a farlo, non che si faccia così.

Altro che ridere, viene da piangere a vedere questa (presunta) sinistra talmente accecata dall’odio preconcett­o da perdere di vista il merito e i bisognosi. O è la risata isterica di chi sa che in quella povertà c’è (anche) il suo zampino?

MANOVRA ECONOMICA Viene da piangere a vedere questa (presunta) sinistra accecata dall’odio preconcett­o che perde di vista merito e bisognosi

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