NON LO SPREAD MA UNA RISATA VI SEPPELLIRÀ
Un rumore di sottofondo accompagna la manovra economica del governo. Per la verità, non così di sottofondo visto che si esplicita in annunci di catastrofe a tutta pagina – “faremo la fine della Grecia”, “pagheranno i nostri figli”, “e i figli dei figli dei figli dei nostri figli”. Figli che, sempre per la verità, non facciamo più grazie a politiche e parametri che “se non li rispettiamo faremo la fine della Grecia e pagheranno i nostri figli e i figli dei figli…”. Il classico cane che si morde la coda.
NON CHE QUESTO coro lamentoso sia infondato, per carità, la preoccupazione su conti, spread, mercati ci sta tutta, solo stupisce che si manifesti con questa veemenza per la manovra-deficit-debito gialloverde, quando di manovre- deficit-debito ne abbiamo viste negli anni di tutti i colori, “eh, ma non si può fare altrimenti, è per la crescita”.
Nel Buu lacrimevole – e a tratti goduto – di chi incrocia le dita per il default, fanno breccia qua e là grasse risate. A provocare ilarità irrefrenabile è, ça va sans dire, il reddito di cittadinanza.
In un sodalizio degno di Scherzi a parte tra il partito che veniva da sinistra e diceva di stare dalla parte degli ultimi (dopo le tavole della legge renziane ora preferisce i mercati, i Parioli e Mara Carfagna); i suoi comici, vignettisti, entertainer di riferimento (quelli jeans sdrucito e majettina, che “stamo coi dere- litti, che te lo dico a fa’”); e i professori, economisti, liberisti e tutti gli -isti bocconiani (quelli giacca e cravatta in pelle umana): è tutto un “Di Maio, facce ride”. E giù a spernacchiare e sghignazzare sul divano (dove ci si godrà il reddito), sugli imbrogli dei finti poracci che ripristineranno il baratto ( ti do una bistecca, mi dai un buono carburante?), sul carcere per chi fa il furbo, sui consumi che resteranno al palo (con gli 80 euro invece, caviale e champagne), sulle “spese immoral i” ( pure la Nutella?), sul meglio ridurre le tasse che dare sussidi (infatti con le decontribuzioni alle imprese, boom di occupazione che peggio di noi ci sono solo Grecia e Spagna). Che matte risate! Da lacrime agli occhi!
In realtà le lacrime – vere, di pianto – vengono a veder sbeffeggiato un provvedimento che vuole dare un po’ di respiro a oltre 5 milioni di italiani che vivono in povertà assoluta, è un sostegno al reinserimento lavorativo e non semplice assistenzialismo, esiste già nella gran parte dei paesi europei, era previsto nei programmi elettorali di tutti i partiti sia pure con nomi diversi (“reddito d’inclusione” per il Pd, “reddito di dignità” per il centrodestra unito con tanto di Lega).
CHE C’È DA RIDERE? Perché si pensa di erogarlo con il bancomat, così da scongiurare gli imbarazzi della social card tremontiana, controllare le spese, renderle tracciabili, iniettare miliardi nell’economia reale (negozi, commercianti, imprese)? Se lo Stato controllasse davvero ogni volta che eroga denaro pubblico, non avremmo tutti gli sprechi che ci fanno tanto indignare. Il problema è riuscire a farlo, non che si faccia così.
Altro che ridere, viene da piangere a vedere questa (presunta) sinistra talmente accecata dall’odio preconcetto da perdere di vista il merito e i bisognosi. O è la risata isterica di chi sa che in quella povertà c’è (anche) il suo zampino?
MANOVRA ECONOMICA Viene da piangere a vedere questa (presunta) sinistra accecata dall’odio preconcetto che perde di vista merito e bisognosi