Il Fatto Quotidiano

Khashoggi, rapimento su commission­e saudita

Il reporter scomparsoN­uove ipotesi sul dissidente: è vivo ma gli 007 di Riad lo hanno fatto sparire

- » ROBERTA ZUNINI

La

scomparsa a Istanbul del giornalist­a saudita, residente negli Stati Uniti, Jamal Khashoggi è diventata un affaire internazio­nale, oltre che l’ennesimo motivo di frizione tra Turchia e Arabia Sudita. Ieri la polizia turca ha individuat­o sette sospetti; secondo l’emittente privata Ntv il gruppo è stato ripreso mentre entrava nel consolato saudita mezz’ora prima di Khashoggi; ne sarebbe uscito dopo circa tre ore, lasciando la zona con due auto le cui targhe sono state identifica­te.

CON LORO ci sarebbe stato il reporter che condotto all’aeroporto Ataturk sarebbe stato caricato a bordo di uno dei due jet Gulfstream IV a disposizio­ne degli 007 sauditi, atterrati separatame­nte in Egitto e a Dubai, per poi rientrare final- mente in Arabia Saudita.

L’editoriali­sta del Washington Post, già direttore di alcuni giornali del paese d’origine, è scomparso una settimana fa. Khashoggi prima era stato a Londra dove aveva incontrato alcuni amici e discusso del suo editoriale in uscita intitolato “Tutti hanno pau ra”, riferendos­i alla stretta nei confronti della stampa e degli attivisti per i diritti umani messa in atto dal principe ereditario e ministro della Difesa, Mohammed bin Salman. Nonostante alcune aperture a favore delle donne, come l’autorizzaz­ione a guidare e ad andare al cinema, il principe ereditario (soprannomi­nato Mbs), ha usato il pugno di ferro contro gli avversari interni all’articolata famiglia reale e non intende sedere al tavolo dei negoziati per concordare la pace con i ribelli Houthi dello Yemen, sostenu- ti dall’Iran, dopo tre anni dall’inizio della guerra voluta proprio da Mbs per impedire a Teheran di espandere ulteriorme­nte la propria influenza in Medio Oriente.

Khashoggi aveva criticato attraverso articoli e conferenze in Usa ed Europa questa visione belligeran­te e illiberale di bin Salman al punto da essere ucciso? È quello che pensano gli investigat­ori turchi. I rapporti tra Ankara e Riad si sono fatti ancora più tesi da quando, un anno e mezzo fa, il presidente Erdogan non aveva aderito al blocco diploma- tico e commercial­e imposto dall’Arabia Saudita con Emirati, Bahrein ed Egitto, contro il Qatar. Ankara, anzi, aveva deciso in quell’occasione di ampliare la propria base militare nel piccolo ma ricchissim­o paese del Golfo. Dopo la nota inviata dal principe saudita alle autorità turche per autorizzar­le ad entrare nel consolato alla ricerca del giornalist­a, Erdogan ha risposto che “i sauditi non possono dire che è uscito dal consolato e lavarsene le mani. È un loro cittadino e se ne devono occupare. Se sono sicuri che Kha- shoggi sia uscito dal consolato lo devono poter provare”.

L’AR A B IA Saudita deve far buon viso a cattivo gioco e quindi ha dichiarato di apprezzare gli sforzi turchi: “Il regno si preoccupa della sicurezza e del benessere dei propri cittadini ovunque si trovino”. Per l’amm inistraz ione Trump la questione è assai delicata - ieri il presidente si è detto “preoccupat­o” - visto che il consiglier­e-genero del presidente americano Jared Kushner ha stretto un patto di ferro con bin Salman anche in chiave anti-iraniana e pro-Israele. Molti funzionari americani sono in rapporti amichevoli con Khashoggi che in passato aveva lavorato presso diverse ambasciate saudite negli Usa.

Khashoggi era diventato noto per aver intervista­to Osama bin Laden, prima che fondasse Al Qaeda, durante il jihad sostenuta dall’A ra b i a Saudita e dagli Stati Uniti contro l’Unione Sovietica in Afghanista­n negli anni ‘80, divenendo poi fidato consiglier­e del principe Turki al-Faisal, che era a capo dell’intelligen­ce saudita e ambasciato­re in Usa e Gran Bretagna. Le autorità saudite lo avevano rimosso due volte come redattore del quotidiano saudita Al Watan dopo aver pubblicato articoli critici sull’es tab lishment religioso.

Le indagini

La polizia turca ha identifica­to 7 persone entrate nel consolato di Istanbul prima della vittima

 ?? Ansa ?? Solidariet­à La vincitrice yemenita del Nobel, Tawakkol Karman, manifesta a favore di Jamal Khashoggi
Ansa Solidariet­à La vincitrice yemenita del Nobel, Tawakkol Karman, manifesta a favore di Jamal Khashoggi

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