“Rieccoci dopo tre anni di terapia di coppia”: bentornati Subsonica
La magia del numero 8 si ripete in ogni ambiente e l’effetto straniante del labirinto concentrico in cui tutto è uguale a se stesso lascia ancora, dopo 800 anni, ammaliati. Nessuno sa perché Federico II volle costruire un castello proprio su quest’altura e tanto meno è noto cosa ci facesse al suo interno. Decine le ipotesi – difesa del territorio, caccia, addirittura terme – nessuna realmente efficace. Quel che è certo, è che tutto già nel 1240 rispondeva a suggestioni simboliche ed esoteriche e che il numero 8, l’infinito, fece da stella polare agli architetti.
OTTO LE TORRI, ognuna a pianta ottagonale, otto le sale per ogni piano e un cortile ottagonale al centro. E 8 è anche il nome del nuovo album dei Subsonica – in uscita venerdì prossimo – che non a caso hanno scelto Castel del Monte per il lancio del loro ottavo lavoro. Equilibrio e magia, come quelle che un divertito Davide Dileo alias Boosta mostra alla platea di giornalisti e turisti incuriositi: “Sarò un grande mago, è un’arte che ancora mi manca”.
Il tempo torna su se stesso, in un percorso ciclico che alterna presente e futuro, e anche il gruppo torinese ha voluto ricominciare – a quattro anni dall’ultimo disco – proprio da ciò che fu. Quel lontano 1996 in cui Max Casacci, Boosta, Samuel, Ninja e Pierfunk (sostituito due anni dopo da Vicio) si unirono nella fusione di due titoli di canzoni, Subacqueo e Sonica. Sono passati 22 anni, e 8 è l’occasione per ripercorrerli, cercando sonorità familiari alternate a ricerche “futuribili – spiega Casacci –. Troviamo che gli anni 90 siano molto simili a questi ’20. Solo che adesso siamo di fronte a una sfida epocale e non si vedono leadership all’altezza del momento”. Come cantano nel brano Punto critico, sono “anni senza titolo/saldi, vetrine, shish kebab/i compro oro, traffico,/l’automazione, l’o c cu p a zi o ne . / F e rm i sul punto critico/Clima, stagioni, slot machine/I tassi di monossido,/Patria, Nazio- ne, liposiuzione”. Anni in cui l’umanità è degenerata in individuo e in cui la prateria senza regole delle nuove tecnologie ha finito con il costruire recinti intorno alle libertà delle persone. “Oggi siamo molto più concentrati nel frantumare e ne ll ’ ergere barriere”, racconta Casacci. Sono rimasti loro, i Subsonica, nonostante i percorsi intrapresi a livello individuale. “Siamo un gruppo la cui somma è maggiore dei suoi componenti – ancora Boosta –. La guida collettiva è problematica, si ragiona e si discute. Quando abbiamo iniziato a lavorare a 8 non suonavano insieme da quasi tre anni, ma è stato come se fosse passato solo un minuto”. “La sfida è sottrarre qualcosa di sé – ha proseguito Samuel –. In questi ultimi tempi abbiamo fatto terapia di coppia a distanza, ma se siamo qui è perché il matrimonio funziona”. I testi degli undici brani sono più diretti, “influenzati dai nuovi linguaggi del rap e della Trap, ma con le nostre vecchie immagini. Arrivavamo da percorsi così distanti che doveva esserci un punto di ripartenza. E non poteva essere che il nostro inizio”.
METTERE INSIEME i pezzi, rievocare, costruire. Senza alcun intento nostalgico, anzi, semmai proiettato nel futuro: “Per capire cosa funzionerà tra 10 anni devi andare in un mercatino dell’usato. I ‘90 torneranno protagonisti, viviamo forti analogie con quel tempo: i linguaggi stanno mutando, si sta tornando alla canzone come forza comunicativa ed esiste una generazione under 35 che ha sviluppato gli anticorpi, che si deve reinventare tutto e che salverà questo Paese. Non basteranno le ricette di una sinistra autorottamata o le esternazioni populiste che si ripetono”. La band sarà protagonista, tra il 4 e il 19 dicembre, di “European ReBoot2018” e partirà invece il 9 febbraio 2019 per il tour italiano.
Otto, per adesso, le città in programma (ma a Roma e Milano già si raddoppia).
Rievocazione Boosta & C. riprendono gli Anni 90, “così simili a oggi: il linguaggio sta cambiando, non bastano le ricette di una sinistra autorottamata o quelle dei pupulisti”