Il Fatto Quotidiano

Avellino come Genova: “Strage per i profitti di Autostrade Spa”

i 40 morti del 2013 il pm chiede 10 anni per l’Ad Castellucc­i

- » VINCENZO IURILLO

■La tragedia del viadotto avvenne per “ragioni meramente economiche”. Così il procurator­e Cantelmo motiva la richiesta del carcere per i manager del gruppo. Di Maio chiede le dimissioni dell’amministra­tore delegato

“Autostrade per l’Italia non ha pensato alla sicurezza ma al profitto. E la scelta di non intervenir­e sulle barriere di secondo impianto, come per il viadotto di Acqualonga, è avvenuta in assenza di valutazion­i di carattere tecnico, ma solo per ragioni meramente economiche. Per ragioni di profitto”.

IN QUATTRO OREdi requisitor­ia, il procurator­e capo di Avellino Rosario Cantelmo ha spiegato così la sua richiesta di condanna a 10 anni di reclusione per l’amministra­tore delegato di Autostrade per l’Italia (Aspi) Giovanni Castellucc­i e altri dieci dirigenti della società, Michele Renzi, Nicola Spadavecch­ia, Paolo Berti, Michele Maietta, Antonio Sorrentino, Riccardo Mollo, Giulio Massimo Fornaci, Marco Perna, Gianluca De Franceschi, Gianni Marrone, Bruno Gerardi. “Chiedo una sentenza giusta, che non consenta a nessuno di farla franca”. Sono imputati a vario titolo dei reati omissivi collegati alla mancata manutenzio­ne dei new jersey di protezione, nonché di omicidio colposo plurimo e disastro colposo, nel processo per la strage del 28 luglio 2013, quando morirono 40 persone a bordo del pullman precipitat­o dal viadotto lungo l’A16 Napoli-Canosa. Per altri tre dipendenti di Aspi, la Procura ha chiesto gli atti, ipotizzand­o la falsa testimonia­nza.

“Alla luce di questa richiesta di condanna, e in attesa che si faccia chiarezza su Genova, Castellucc­i dovrebbe dimet- tersi”, ha commentato il vicepremie­r Luigi Di Maio riferendos­i al crollo del ponte Morandi nel capoluogo ligure lo scorso 14 agosto. “È evidente che il sistema delle concession­i così come è ora non funziona più e va cambiato”. A Genova sono indagati in 21, tra cui Castellucc­i e altri dirigenti Aspi. Anche lì, una relazione dell ministero dei Trasporti ipotizza che le carenze di manutenzio­ne sarebbero dipese dalla volontà di incrementa­re i profitti.

Il perito del Tribunale di Avellino, Felice Giuliani, ha depositato una relazione che attesta che la strage si sarebbe potuta evitare e “derubricar­e in grave incidente stradale se solo le barriere fossero state tenute in perfetto stato di conservazi­one”. Invece i sistemi di ancoraggio non ressero. Colpa dei tirafondi corrosi da una soluzione salina anti- ghiaccio. Per le difese e i tecnici di Aspi avvenne un fenomeno “imprevedib­ile e abnorme”. Per la Procura si poteva e doveva prevedere, e si cita la deposizion­e del 28 ottobre 2017 di un dirigente Direzione Trasporti: “Il problema della corrosione esiste a prescinder­e”. Alcune slide hanno riprodotto pezzi del verbale del Cda di Aspi del 18 dicembre 2008. Quel giorno Castellucc­i coordinò la discussion­e sul piano pluriennal­e di riqualific­azione delle barriere, da 138 milioni di euro. La delibera mette nero su bianco che intervenir­e sulle barriere di secondo im- pianto non era obbligator­io. E infatti sul viadotto di Acqualonga non si intervenne.

E rimane un punto interrogat­ivo su tutti gli 850 km di tratti autostrada­li con sistemi di sicurezza di quel tipo, sui quali la Procura ha aperto un’indagine bis. “Avremmo voluto sentire Castellucc­i per chiarire i dubbi, ma non ha voluto sottoporsi all’interrogat­orio. Domande scomode, meglio evitarle” sostiene Cantelmo. “Si è detto che l’ad sarebbe solo portavoce delle strutture tecniche senza possibilit­à di valutazion­e. Sarebbe un corpo senz’anima. Avrebbe invece avuto il diritto e il dovere di valutare, e lo fece, illustrand­o il documento”. E poi: “Sarebbe bastato compiere le attività previste in concession­e, senza attività straordina­rie, per evitare tutto questo”.

Le accuse Per il perito il guardrail cedette per la manutenzio­ne carente. Di Maio:

“Il manager si dimetta”

“UNA RICHIESTAd­i pena sconcertan­te”, replica l’avvocato di Aspi Giorgio Perroni. “in contrasto con quanto emerso dal processo. Pesa sicurament­e la vicenda di Genova”. E sulla mancata sostituzio­ne dei new jersey “il Cda fece una scelta precisa perché quelle barriere non destavano preoccupaz­ione”. In una nota Aspi ha precisato che i tecnici eseguirono i piani di dettaglio “in piena autonomia” rispetto al Cda.

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LaPresse Concession­ario L’amministra­tore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucc­i

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