Il Fatto Quotidiano

Il condono si allarga ancora: sconti pure sulle mini-cartelle

Per il sottosegre­tario Bitonci saranno coinvolti 15 milioni di contribuen­ti: per i contenzios­i sotto i mille (o 5 mila euro) si pagherà solo il 40%

- » LUCIANO CERASA

Gli orizzonti del maxi-condono in preparazio­ne tra palazzo Chigi e il ministero dell’Economia si allargano sempre più. Alla rottamazio­ne Ter delle cartelle, si aggiunge ora il “ravvedimen­to” con le dichiarazi­oni integrativ­e mentre si conferma la conciliazi­one delle liti tributarie. Arriverà con il voto del Consiglio dei ministri di lunedì prossimo il decreto che anticiperà le misure fiscali collegate alla manovra di Bilancio. Lo ha assicurato a Radio anch’io il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio. Poco prima, nella stessa trasmissio­ne radiofonic­a, il sottosegre­tario leghista all’Economia, Massimo Bitonci, rivelava nuovi particolar­i sulla bozza del documento allo studio del Tesoro che da giorni viene sballottat­a da una esternazio­ne all’altra dei due vicepremie­r, in una continua rincorsa a chi fa la voce più grossa. I Cinquestel­le proclamano di non voler sentire parlare di condoni. Dall’ala verde del governo, invece, continuano ad arrivare proposte di radicali sanatorie “a saldo e a stralcio”. L’ultima formulazio­ne leghista si articola in tre mosse.

LA PRIMA sarebbe una revisione del “ravvedimen­to operoso”. In pratica coloro che hanno spedito al fisco una dichiarazi­one dei redditi fasulla ne possono presentare un’altra integrativ­a, in cui far “riemergere” agli occhi dell’Erario la quota evasa nei cinque anni precedenti. L’Agenzia delle Entrate a quel punto richiuderà subito gli occhi e applicherà sul nuovo ammontare - comprensiv­o di Irpef, addizional­i comunale e regionali, Ires e Irap - un’aliquota del 15%. Ma attenzione: la facilitazi­one è limitata a somme sottratte al fisco fino a 200mila euro che non derivino da attività illecite o frodi fiscali ed è riservata a chi non ha un contenzios­o in corso. Una misura analoga praticata dal ministro Giulio Tremonti in occasione del condono tombale del 2002 fruttò al governo Berlusconi entrate per 20 miliardi di euro.

PER COLORO invece che hanno fatto ricorso e sono in lite con l’Agenzia delle Entrate è previsto un apposito condono, che prevede uno sconto di sanzioni e interessi se il giudice non si è ancora pronunciat­o, del 50% sul valore della controvers­ia se l’Agenzia delle Entrate ha già perso in primo grado e del 20% se ha perso anche in secondo. La sanatoria potrebbe essere estesa anche alle liti sempliceme­nte “potenziali”. Fattispeci­e che nel condono “t o m b ale” escogitato da Tremonti veniva allargata ad “avvisi di accertamen­to, inviti al contraddit­torio, processi verbali di constatazi­one, atti di contestazi­one e avvisi di irrogazion­e delle sanzioni”, notificati entro una certa data. In pratica tutte le cartelle esattorial­i sarebbero condonabil­i per la parte delle sanzioni e degli interessi, rientrando così nella ipotesi delineata nei giorni scorsi di una “rottamazio­ne Ter”. E pagabili in 5 anni.

Ma la vera novità adombrata da Bitonci alla radio è lo “stralcio” di tutte le cartelle di piccola entità, “sotto i 1000 o 5mila euro”. Dovrebbero essere condonate in cambio del versamento del solo 40% degli importi. D’altra parte il bottino elettorale è cospicuo, come sottolinea Bitonci: “Sono il 55% del magazzino che vale 850 miliardi, si tratta di 15 milioni di contribuen­ti”. Il popolo degli evasori “per necessità” nella narrazione del governo sarebbe lievitato a dismisura in questi anni. Però “se si intende evitare conseguenz­e gravi a chi non aveva i soldi per pagare allora non dovrebbero esserci dichiarazi­oni false” ha osservato in tv, a Di ma rt ed ì su La7, Piercamill­o Davigo, commentand­o gli annunci del governo. Il magistrato è scettico anche sulle finalità economiche: “Dipende da quanti soldi vuoi ricavare dal condono, se questi non hanno soldi non li hanno neanche per aderire”. “In generale trovo che i condoni diseduchin­o all’osservanza delle leggi – ha aggiunto il magistrato – siccome agli evasori non capita niente e alla fine ne traggono vantaggi, aumentano”.

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Il tetto della pace fiscale scende a 200 mila euro Sanatoria per chi ha contenzios­i aperti con il fisco I condoni diseducano all’osser vanza delle leggi siccome agli evasori non capita niente e ne traggono vantaggi, aumentano

PIERCAMILL­O DAVIGO

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