Regole sui soldi ai partiti, Cantone applaude
Sì di Mr. Anac al Guardasigilli, ma Soro (Privacy): “Trasparenza non sia gogna”
Èun
giudizio con molte luci e qualche ombra quello del presidente dell’Anac Raffaele Cantone, che ieri davanti alle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera ha dato il suo parere sul ddl Anticorruzione del ministro Alfonso Bonafede. È stato ascoltato anche il Garante per la privacy, Antonello Soro, che ha esternato grande preoccupazione sul punto del ddl che mira a garantire la trasparenza dei finanziamenti ai partiti. Questa è la parte, invece, “più coraggiosa” a detta di Cantone.
IL PRESIDENTE dell’Anticorruzione è stato il primo a parlare con una premessa decisamente favorevole: “Il mio è un giudizio positivo per l'intervento del governo. Il giudizio è assolutamente a favore per la scelta di abbassare da tre a due anni la soglia per far scattare l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Chi è stato condannato per corruzione ha commesso un gravissimo atto di tradimento verso le istituzioni”. Un ritocco, però, va fatto per alcune circostanze previste.
Il ddl fissa l’interdizione dai pubblici uffici anche per chi – se dovesse passare la legge –, godrà di uno sconto di pena in caso di collaborazione a indagini su fatti di corruzione:
“Questo rischia di disincentivare una collaborazione”, spiega Cantone. “Se so di avere una pena accessoria, potrei non avere interesse a collaborare”. C’è anche un dubbio di costituzionalità che riguarda la previsione dell’interdizione anche dopo la riabilitazione per un lunghissimo periodo: “È come prevedere la riabilitazione della riabilitazione”. Cantone si è poi detto “assolutamente favorevole” all’agente sotto copertura: “Ci sono dei problemi pratici, gli spazi per l’agente sotto copertura sono ridotti, ma la norma va nella giusta direzione. Penso a inchieste come Mafia Capitale, l’uso di un agente sotto copertura sarebbe stato eccezionale”. Il presidente Anac, però, ha una preoccupazione, che l’introduzione di un nuovo articolo (il 323 ter) sulle orme di un’ipotesi dei tempi di Tangentopoli, possa introdurre “sotto mentite spoglie l’agente provocatore, che è pericoloso”. In sostanza, spiega Cantone, poiché si prevede la non punibilità di un corruttore che si autodenuncia e collabora entro sei mesi dal fatto, “c’è il rischio di trappole. Tanto che il legislatore se ne rende conto e prevede che sia accertato che la denuncia” sia genuina. Quindi, ragiona il magistrato, il gioco non vale la candela perché i rischi di polpette avvelenate sono troppo alti. Ri- tiene positiva, invece, la confisca dei beni anche nel caso ci sia stata una condanna solo in primo grado, poi vanificata dalla prescrizione nei gradi successivi.
QUANTO ALLE NORME stringenti su fondazioni e finanziatori dei partiti, Cantone plaude alla novità che da tempo aveva sollecitato: “Mette mano a un vero e proprio buco del sistema”. Chiede, però, più mez- zi e più poteri per la Commissione cui spetta l’erogazione delle sanzioni amministrative e lancia l’idea della pubblicità online dei sanzionati, magari sul sito del partito coinvolto, perché i cittadini sappiano.
Di altro avviso Antonello Soro, Garante della privacy e prima parlamentare Pd: “Dobbiamo pensare alla trasparenza come una cosa diversa dalla gogna. Quando pensiamo al l’utilizzo di dati sensibili questi, resi disponibili e trattati senza cautele, possono essere fonte di grande pregiudizio per le persone. Bisogna trovare un giusto equilibrio tra l’opportuna esigenza di trasparenza e la tutela” della privacy, soprattutto dei militanti di partito che, temendo ritorsioni sul posto di lavoro “per la pubblicità del loro orientamento politico”, potrebbero desistere dal donare piccoli contributi.
L’ex pm
Dubbi sul Daspo ai riabilitati e a chi collabora. Ma sui finanziamenti alla politica vuole sanzioni online