Ponte Morandi Deroghe e tempi sempre più lunghi: sembra un gioco dell’oca
Un appunto riguardo al fondo di Travaglio sull’arresto di Mimmo Lucano.
Il sindaco di Riace rispetta l’articolo 3 della Costituzione (tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali). Danilo Dolci diceva che la disobbedienza civile (la nonviolenza) è obbedire alla Costituzione in disobbedienza a leggi ingiuste. Se nel 1955 Rosa Parks avesse ceduto (come la legge le imponeva) il suo posto sul bus a un bianco, sarebbe nato il Movimento per i diritti civili degli afroamericani di Luther King? E le “diso bbedi enze ” dello stesso Danilo Dolci, di don Milani, di Gandhi e di... Gesù Cristo? “La legge non ha mai reso gli uomini neppure poco più giusti; e anzi, a causa del rispetto della legge, perfino gli onesti sono quotidianamente trasformati in agenti d'ingiustizia” ( Henry David Thoreau). Caro Franco, i personaggi che Lei cita non erano né sindaci né pubblici ufficiali, ma privati cittadini. I sindaci non possono infrangere le leggi: se vogliono farlo, prima si devono dimettere. DIRITTO DI REPLICA
In risposta ad articoli apparsi su Il Fatto Quotidiano sulle presunte distorsioni presenti nel sistema di valutazione della Performance dei medici Inps, si precisa quanto segue. Il Piano della performance 2018 ha previsto che la retribuzione accessoria dei medici dell’Istituto contenga anche, ma non solo, una valutazione sul contributo alla riduzione del debito pubblico, come quello previsto per i dirigenti e i professionisti legali. Gli indicatori finanziari che valutano l’attività dei medici sono collegati alle attività relative a Revoche Prestazioni invalidità civile, visite LA PROVOCAZIONE di Giorgio Meletti (facciamo il ponte come cavolo ci pare) con riferimento al ponte Morandi da ricostruire, con relative “deroghe” a tutte le leggi in materia di opere pubbliche e private, rappresenta plasticamente il fallimento delle opere pubbliche nel nostro Paese. Per sveltire i lavori (questo è l’alibi) il decreto governativo sulla ricostruzione concederebbe al commissario il diritto di derogare a numerose norme di salvaguardia di principi e valori pubblici che sono un presidio di legalità, trasparenza e correttezza amministrativa. Unico argine resterebbero i vincoli della comunità europea. Pur non dubitando che l’intento sia nobile rammento che, nel passato, per le cosiddette grandi opere o per i grandi eventi sono statepreviste deroghe sui contratti e sui controlli, con le medesime motivazioni, ma con esiti non sempre limpidi, come testimoniano i processi e le condanne di alcuni amministratori. In realtà non servirebbero deroghe se solo si applicassero le norme in materia di accordi tra pubbliche amministrazioni, di tempi contingentati nell’acquisizione di pareri o sulle verifiche tecniche e contabili che sono presidi di trasparenza dei comportamenti degli amministratori pubblici a partire dalla legge 241 del 1990 (e successive) sullo sveltimento dei procedimenti amministrativi. I tempi delle varie procedure sarebbero compatibili con una ricostruzione in tempi accettabili anche se dovessero intervenire diverse amministrazioni e/o pareri di avvocature o magistrature amministrative. Per avvalorare questa convinzione sarebbe sufficiente ricordare che negli anni 60 (con gli ausili tecnici di allora) è stata costruita in Italia in poco più di 6 anni un’autostrada di oltre 600 chilometri con centinaia di ponti e gallerie. Quando vedremo il nuovo ponte Morandi? LA REALTÀ SUPERA LA FANTASIA, caro Lo Bianco, le sue annotazioni trovano conferma nella cronaca. Il sindaco di controllo, Azioni Surrogatorie. Questi indicatori incidono sull’1,7% della retribuzione totale. L’obiettivo di questi incentivi è duplice. Da un lato, si vuole spingere il personale medico a contribuire a meglio identificare gli utenti che è più probabile vedano un mutamento in positivo della loro condizione di salute. Nel caso dell’invalidità civile, per fare questo, il medico può prevedere visite di revisione più frequenti. Inoltre questo indicatore rappre- di Genova Marco Bucci, appena nominato commissario (anzi Super Commissario dotato di super poteri), ha detto che gli serviranno almeno 12-16 mesi per rifare il ponte. Il doppio degli otto mesi strombazzati all’inizio. Altri esperti dicono che potrebbero servire due o tre anni. E lo stesso Bucci ha spiegato che le gloriose deroghe a tutto del sospirato decreto vanno adesso “regolate in dettaglio”. Infatti, ha detto, “quel che resta del ponte Morandi è ancora di Autostrade per l’Italia. O lo espropriamo o si revoca la concessione. Unavolta che la legge spiegherà come riavere il ponte, potremo operare”. A forza di derogare siamo tornati al punto di partenza. Un gioco dell’oca. In gergo tecnico, un casino. senta una leva gestionale per migliorare la programmazione delle visite di revisione dell’invalidità allo scopo di effettuarle prima della scadenza della prestazione evitando il pagamento di mensilità indebite.
È evidente il legame tra numero di visite ed effetto finanziario: gli scorsi anni si è infatti notato come l’aumento delle revoche sia spesso accompagnato ad una maggiore efficienza delle visite. Importante precisare che la performan- ce relativa alle revoche è valutata a livello regionale, non personale. Concorrono al risultato tutti i medici della regione. Per questo è arduo immaginare che un singolo professionista possa incidere sul risultato finale della retribuzione attesa.
Non c’è pertanto “un privato interesse economico che si scontra col dovere professionale”. C’è invece un incentivo collettivo a essere più efficienti e scrupolosi nei giudizi medici. Infine, è fortemente Credo che la migliore risposta alle osservazioni dell’Inps sia la dichiarazione che il presidente dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli, che rappresenta tutti i 350 mila camici bianchi d’Italia, ha rilasciato al riguardo ai colleghi del nostro sito: “Non siamo i medici dello Stato ma del cittadino. Questo incentivo, se confermato, è un’aberrazione per la professione medica e segna il tradimento di principi costituzionali. Chiunque debba valutare, sappia che siamo contrari”. E più avanti: “Non si può anteporre il diritto del cittadino a un pur ragionevole incentivo del medico. Le due cose non possono essere confliggenti. Puoi chiedere al medico di essere più efficiente sugli aspetti gestionali e operativi del suo lavoro, ma non di negare dei diritti. Se secondo loro le commissioni mediche non sono efficienti, trovino un modo per renderle tali, ma non agendo sul merito delle loro decisioni. È insultante anche per il medico che dietro un promesso corrispettivo si trasformi da compiacente facilitatore degli abusi a rigido funzionario che finalmente applica norme già previste. È insultante che lo Stato assuma un punto di vista come questo sul medico. Non puoi svendere per qualche euro in più in busta paga l’autonomia di pensiero e di giudizio professionale”. I NOSTRI ERRORI
Ieri, nell’articolo “Csm, il sorteggio è necessario”, abbiamo erroneamente tagliato una frase dell’autrice, Carmen Giuffrida. Il passaggio corretto sarebbe stato: “Il Csm non ha funzione rappresentativa neanche con riguardo alla funzione para normativa e pr opo sit ivo - co nsu lti va”. Ce ne scusiamo con lei e con i lettori.