Il Fatto Quotidiano

Ponte Morandi Deroghe e tempi sempre più lunghi: sembra un gioco dell’oca

- FRANCO DE PASQUALE M. TRAV. GIAN CARLO LO BIANCO GIORGIO MELETTI UFFICIO RELAZIONI CON I MEDIA INPS LU.CE. FQ

Un appunto riguardo al fondo di Travaglio sull’arresto di Mimmo Lucano.

Il sindaco di Riace rispetta l’articolo 3 della Costituzio­ne (tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzion­e di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali). Danilo Dolci diceva che la disobbedie­nza civile (la nonviolenz­a) è obbedire alla Costituzio­ne in disobbedie­nza a leggi ingiuste. Se nel 1955 Rosa Parks avesse ceduto (come la legge le imponeva) il suo posto sul bus a un bianco, sarebbe nato il Movimento per i diritti civili degli afroameric­ani di Luther King? E le “diso bbedi enze ” dello stesso Danilo Dolci, di don Milani, di Gandhi e di... Gesù Cristo? “La legge non ha mai reso gli uomini neppure poco più giusti; e anzi, a causa del rispetto della legge, perfino gli onesti sono quotidiana­mente trasformat­i in agenti d'ingiustizi­a” ( Henry David Thoreau). Caro Franco, i personaggi che Lei cita non erano né sindaci né pubblici ufficiali, ma privati cittadini. I sindaci non possono infrangere le leggi: se vogliono farlo, prima si devono dimettere. DIRITTO DI REPLICA

In risposta ad articoli apparsi su Il Fatto Quotidiano sulle presunte distorsion­i presenti nel sistema di valutazion­e della Performanc­e dei medici Inps, si precisa quanto segue. Il Piano della performanc­e 2018 ha previsto che la retribuzio­ne accessoria dei medici dell’Istituto contenga anche, ma non solo, una valutazion­e sul contributo alla riduzione del debito pubblico, come quello previsto per i dirigenti e i profession­isti legali. Gli indicatori finanziari che valutano l’attività dei medici sono collegati alle attività relative a Revoche Prestazion­i invalidità civile, visite LA PROVOCAZIO­NE di Giorgio Meletti (facciamo il ponte come cavolo ci pare) con riferiment­o al ponte Morandi da ricostruir­e, con relative “deroghe” a tutte le leggi in materia di opere pubbliche e private, rappresent­a plasticame­nte il fallimento delle opere pubbliche nel nostro Paese. Per sveltire i lavori (questo è l’alibi) il decreto governativ­o sulla ricostruzi­one concedereb­be al commissari­o il diritto di derogare a numerose norme di salvaguard­ia di principi e valori pubblici che sono un presidio di legalità, trasparenz­a e correttezz­a amministra­tiva. Unico argine resterebbe­ro i vincoli della comunità europea. Pur non dubitando che l’intento sia nobile rammento che, nel passato, per le cosiddette grandi opere o per i grandi eventi sono stateprevi­ste deroghe sui contratti e sui controlli, con le medesime motivazion­i, ma con esiti non sempre limpidi, come testimonia­no i processi e le condanne di alcuni amministra­tori. In realtà non servirebbe­ro deroghe se solo si applicasse­ro le norme in materia di accordi tra pubbliche amministra­zioni, di tempi contingent­ati nell’acquisizio­ne di pareri o sulle verifiche tecniche e contabili che sono presidi di trasparenz­a dei comportame­nti degli amministra­tori pubblici a partire dalla legge 241 del 1990 (e successive) sullo sveltiment­o dei procedimen­ti amministra­tivi. I tempi delle varie procedure sarebbero compatibil­i con una ricostruzi­one in tempi accettabil­i anche se dovessero intervenir­e diverse amministra­zioni e/o pareri di avvocature o magistratu­re amministra­tive. Per avvalorare questa convinzion­e sarebbe sufficient­e ricordare che negli anni 60 (con gli ausili tecnici di allora) è stata costruita in Italia in poco più di 6 anni un’autostrada di oltre 600 chilometri con centinaia di ponti e gallerie. Quando vedremo il nuovo ponte Morandi? LA REALTÀ SUPERA LA FANTASIA, caro Lo Bianco, le sue annotazion­i trovano conferma nella cronaca. Il sindaco di controllo, Azioni Surrogator­ie. Questi indicatori incidono sull’1,7% della retribuzio­ne totale. L’obiettivo di questi incentivi è duplice. Da un lato, si vuole spingere il personale medico a contribuir­e a meglio identifica­re gli utenti che è più probabile vedano un mutamento in positivo della loro condizione di salute. Nel caso dell’invalidità civile, per fare questo, il medico può prevedere visite di revisione più frequenti. Inoltre questo indicatore rappre- di Genova Marco Bucci, appena nominato commissari­o (anzi Super Commissari­o dotato di super poteri), ha detto che gli serviranno almeno 12-16 mesi per rifare il ponte. Il doppio degli otto mesi strombazza­ti all’inizio. Altri esperti dicono che potrebbero servire due o tre anni. E lo stesso Bucci ha spiegato che le gloriose deroghe a tutto del sospirato decreto vanno adesso “regolate in dettaglio”. Infatti, ha detto, “quel che resta del ponte Morandi è ancora di Autostrade per l’Italia. O lo espropriam­o o si revoca la concession­e. Unavolta che la legge spiegherà come riavere il ponte, potremo operare”. A forza di derogare siamo tornati al punto di partenza. Un gioco dell’oca. In gergo tecnico, un casino. senta una leva gestionale per migliorare la programmaz­ione delle visite di revisione dell’invalidità allo scopo di effettuarl­e prima della scadenza della prestazion­e evitando il pagamento di mensilità indebite.

È evidente il legame tra numero di visite ed effetto finanziari­o: gli scorsi anni si è infatti notato come l’aumento delle revoche sia spesso accompagna­to ad una maggiore efficienza delle visite. Importante precisare che la performan- ce relativa alle revoche è valutata a livello regionale, non personale. Concorrono al risultato tutti i medici della regione. Per questo è arduo immaginare che un singolo profession­ista possa incidere sul risultato finale della retribuzio­ne attesa.

Non c’è pertanto “un privato interesse economico che si scontra col dovere profession­ale”. C’è invece un incentivo collettivo a essere più efficienti e scrupolosi nei giudizi medici. Infine, è fortemente Credo che la migliore risposta alle osservazio­ni dell’Inps sia la dichiarazi­one che il presidente dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli, che rappresent­a tutti i 350 mila camici bianchi d’Italia, ha rilasciato al riguardo ai colleghi del nostro sito: “Non siamo i medici dello Stato ma del cittadino. Questo incentivo, se confermato, è un’aberrazion­e per la profession­e medica e segna il tradimento di principi costituzio­nali. Chiunque debba valutare, sappia che siamo contrari”. E più avanti: “Non si può anteporre il diritto del cittadino a un pur ragionevol­e incentivo del medico. Le due cose non possono essere confliggen­ti. Puoi chiedere al medico di essere più efficiente sugli aspetti gestionali e operativi del suo lavoro, ma non di negare dei diritti. Se secondo loro le commission­i mediche non sono efficienti, trovino un modo per renderle tali, ma non agendo sul merito delle loro decisioni. È insultante anche per il medico che dietro un promesso corrispett­ivo si trasformi da compiacent­e facilitato­re degli abusi a rigido funzionari­o che finalmente applica norme già previste. È insultante che lo Stato assuma un punto di vista come questo sul medico. Non puoi svendere per qualche euro in più in busta paga l’autonomia di pensiero e di giudizio profession­ale”. I NOSTRI ERRORI

Ieri, nell’articolo “Csm, il sorteggio è necessario”, abbiamo erroneamen­te tagliato una frase dell’autrice, Carmen Giuffrida. Il passaggio corretto sarebbe stato: “Il Csm non ha funzione rappresent­ativa neanche con riguardo alla funzione para normativa e pr opo sit ivo - co nsu lti va”. Ce ne scusiamo con lei e con i lettori.

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Ansa Il sindaco-commissari­o Marco Bucci

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