Il Fatto Quotidiano

Dalle Camere ok al Def. E arrivano i tagli all’editoria

Attacco del presidente alle misure sulle pensioni

- CANNAVÒ E DI FOGGIA

Se c’era una possibilit­à che Tito Boeri potesse restare alla guida dell’Inps ieri se l’è giocata definitiva­mente. L’attacco che il presidente dell’Inps, nel corso dell’audizione alla Camera sulle “pensioni d’oro”, ha mosso al governo e all’ipotesi di modificare la legge Fornero, è stato così netto che Matteo Salvini, che di quella proposta è il principale sponsor, ne ha auspicato le dimissioni.

A BOERI HANNO REPLICATO anche dirigenti e deputati del Movimento 5 Stelle ma anche la Cgil che, con Roberto Ghiselli, della segreteria confederal­e, ha contestato “l’uso strumental­e” dei numeri da parte del presidente Inps. Accusa che si ripete ogni volta che Boeri si esibisce nelle sue competenti e documentat­e prestazion­i basandosi su numeri e dati che, però, solo lui possiede e solo lui utilizza a proprio piacimento.

Si prenda l’affermazio­ne più dura espressa ieri: “Uscite consentite con un minimo di 38 anni di contributi e 62 di età portano a un incremento dell’ordine di 100 miliardi del debito pensionist­ico”. Boeri non spiega in quanto tempo si produrrebb­e quel debito. Dieci, venti o trent’anni? Non solo, “le riforme pensionist­iche degli ultimi anni hanno prodotto risparmi per 900 miliardi fino al 2050, quindi un eventuale scostament­o non sarebbe grave”, dice ancora Ghiselli. Il quale ricorda che l’incidenza effettiva della spesa pensionist­ica sul Pil, oggi al 15% circa, “depurata di oneri impropri, come ad esempio le tasse che lo Stato versa a stesso, scenderebb­e all’11-12%”.

C’è da dire anche che se si prende in esame la spesa pensionist­ica “pura”, cioè solo i contributi versati e le pensioni effettive pagate, il sistema è ancora in equilibrio. La Gestione dei lavoratori dipendenti, in passivo nel 2015 per 8,7 miliardi, ha chiuso il

2017 in attivo per 2,7 miliardi. In attivo anche i Parasubord­inati ( 5,8 miliardi) mentre la zavorra è costituita da Commercian­ti, Arti- giani e soprattutt­o ex Inpdap, cioè i dipendenti pubblici.

BOERI HA RAGIONE quando dice che “quota 100” interessa principalm­ente lavoratori uomini, con redditi medi che, per il 40%, sono dipendenti pubblici. Saranno questi i beneficiar­i della riforma, mentre le donne, che benefician­o principalm­ente della pensione di vecchiaia sono quelle che più hanno subito gli effetti della Fornero. L’audizione di ieri, però, era funzionale alla discussion­e sulla proposta di legge 1071, primi firmatari D’Uva e Molinari (M5S) sulle “pensioni d’oro”. E qui l’intervento di Boeri è servito innanzitut­to a rivendicar­e i propri meriti perché quel provvedime­nto “riprende l’idea del rapporto Non per cassa, ma per equitàelab­orato dall’Istituto nella primavera del 2015”. E così, dall’alto della primigenia, il professore può fissare alcuni punti. Il primo è che la combinazio­ne tra intervento sulle pensioni d’oro e “q uo ta 100 ” è dannoso e perverso perché si toglie con una mano ciò che si è appena concesso con l’altra. Almeno 4700 lavoratori beneficiar­i della riforma Fornero, infatti, sarebbero colpiti dal maggior prelievo sulle pensioni d’oro. Il quale, aggiunge Boeri, non darà più di 150 milioni di gettito, pochi per un riequilibr­io delle pensioni minime. “Dai nostri calcoli il gettito potrebbe arrivare anche a 250 milioni”, dice Francesco D’Uva, il deputato firmatario della proposta, “ma solo per effetto della riduzione a 4.500 euro della soglia sopra la quale scatta il prelievo”. D’Uva contesta poi il collegamen­to che fa Boeri tra pensioni di anzianità ripristina­te dalla quota 100 e taglio alle pensioni d’oro, “perché noi vogliamo solo generare maggiori risorse per le pensioni minime, l’effetto principale sarà questo”.

QUELLO SU CUI C’È ACCORDO è che per fare questa operazione di ricalcolo contributi­vo (che tecnicamen­te sarà una “correzione attuariale” con nuovi coefficien­ti di trasformaz­ione ai montanti retributiv­i dei pensionati) avrà bisogno di tempo. “Le informazio­ni relative alle quote di pensione dovranno essere acquisite direttamen­te dalle Amministra­zioni pubbliche” e quindi sarà un’impresa non da poco vista la diramazion­e della Pubblica amministra­zione. Boeri ha approfitta­to dell’audizione per sponsorizz­are la sezione del sito Inps “A porte aperte” in cui è consultabi­le “l’entità dei privilegi” data dal sistema retributiv­o (la pensione calcolata sulle retribuzio­ni percepite e non sui contributi versati) per diverse categorie: in particolar­e i commercian­ti, il comparto Difesa e sicurezza. il Fondo Volo. Pensioni che con il ricalcolo potrebbero essere decurtate, dice Boeri,tr al ’8 e il 23% con una platea complessiv­a di circa 30 mila persone.

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