Spagna, Finanziaria in deficit con l’ok della Ue
MadridPer la legge di Bilancio “più di sinistra della storia” il rapporto sale dall’1,3% concordato all’1,8
Una
legge di Bilancio espansiva, per “risanare le cicatrici dell’austerità”. È quanto hanno scritto Pedro Sanchez, il socialista che guida dal giugno scorso il governo spagnolo, e Pablo Iglesias, segretario di Podemos, il partito della sinistra radicale erede del movimento degli Indignados. Le linee guida della manovra per il 2019, un documento di 50 pagine frutto dell'accordo tra le due forze, sono state presentata ieri mattina a Madrid. La stampa iberica parla della “manovra più di sinistra della storia spagnola”. Il testo, che sarà mandato alla Commissione europea lunedì, indica in effetti una svolta rispetto alle politiche adottate negli anni scorsi dalla coalizione di centrodestra (Partido Popular e Ciudadanos) guidata da Mariano Rajoy, premier che ha assecondato le richie- ste delle autorità europee, che dal 2009 tengono Madrid sotto scacco con una procedura per deficit eccessivo.
TRA LE MISURE più significative: l'aumento del salario minimo, da 735 a 900 euro al mese, l'indicizzazione delle pensioni all'inflazione e massicci interventi per l'edilizia popolare e contenimento del caro affitti. I consigli comunali possono “temporaneamente ed eccezionalmente” regolare i prezzi di locazione nelle città quando l' aumento degli affitti “impedisce ai suoi abitanti di accedere e godere di alloggi a un prezzo ragionevole”. Vengono inoltre ridotte le tasse universitarie e il governo si impegna a eliminare “gli aspetti più dannosi della riforma del lavoro del 2012”, vale a dire le limitazioni alla contrattazione collettiva e la flessibilità spinta. L'intenzione è quella di ridurre il precariato, per esempio con maggiori controlli per far emergere le false partite Iva, e diminuire la differenza di tutele tra lavoro a tempo indeterminato e contratti a termine. Il congedo parentale tra uomini e donne infine viene equiparato (otto settimane)..
La Spagna, che ha un debito pubblico al 98,3% del Pil, ha ridotto il suo deficit di bilancio, grazie anche a una robusta crescita economica, dal 4,5% del 2016, al 3,1% del 2017; l’impegno con l’Europa era di portare il rapporto al 2,2% nel 2018 e al 1,3% nel 2019. Quest'estate però il nuovo governo ha chiesto a Bruxelles di poter sforare l'obiettivo concordato, per salire nel 2019 fino all’1,8% e l’Europa ha dato l’ok per ora. Un livello che non dovrebbe però essere messo a repentaglio dal progetto di bilancio annunciato ieri. La manovra ha infatti un connotato redistributivo per il quale ai maggiori interventi sociali corrispondo maggiori prelievi sulle classi agiate. Tra questi ultimi: un aumento di due punti percentuali delle tasse per chi guadagna più di 130 mila euro l'anno e un aumento dell'1% dell'imposta sui patrimoni superiori ai 10 milioni.
"L'accordo siglato da Podemos con i Socialisti Spagnoli indica la strada. Altro che fronti repubblicani. Altro che improbabili governo del cambiamento che cambiano tutto per non cambiare nulla". Ha commentato ieri il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.
IL PROBLEMA è che la manovra di sinistra del duo Sanchez – Iglesias rischia di non essere approvata in Parlamento. Nonostante nei sondaggi Sanchez vada forte, il suo è un governo di minoranza, con il partito socialista che in Parlamento ha solo 84 seggi su 350, che salgono a 151 con il supporto di Podemos. Mentre le formazioni di opposizione, Partido Popular e Ciudadanos, che hanno già annunciato il voto contrario, controllano insieme 166 seggi. Per passare, di misura, la manovra dovrebbe avere l’appoggio dei piccoli partiti catalani e dei Paesi Baschi.