Casellati, il vitalizio extralarge da 360 mila euro è fuorilegge
Il regolamento del Senato lo vieta per incarichi incompatibili (come il Csm)
■ Lo spiega l’articolo 6 della “legge interna” di Palazzo Madama. L’incompatibilità è prevista dall’art. 104 della Costituzione
Sul vitalizio arretrato concesso dal Senato a Maria Elisabetta Alberti Casellati per il periodo in cui è stata al Consiglio superiore della magistratura (Csm) e di cui Il Fatto Quotidiano ha dato conto qualche giorno fa, cala un’ombra pesante. Leggendo il Regolamento dei vitalizi adottato dal Consiglio di Presidenza di Palazzo Madama nel 2012 si scopre infatti che questo riconoscimento non le doveva essere accordato. Almeno stando al parere delle autorevoli fonti che hanno curato il dossier e da noi interpellate.
L’ARTICOLO 6 del Regolamento spiega infatti che “il pagamento della pensione è sospeso in caso di elezione o nomina a un incarico per il quale la legge preveda l’incompatibilità con il mandato parlamentare, ove il compenso spettante sia pari o superiore al 50% d el l ’ indennità parlamentare”. L’incompatibilità è sancita dall’articolo 104 della Costituzione che stabilisce che i membri del Consiglio superiore della magistratura non possono far parte del Parlamento.
La Casellati infatti nel 2014 si era dovuta dimettere dal Senato per poter approdare a Palazzo dei Marescialli, dove si erogano emolumenti, tra stipendi e indennità varie, che superano, eccome, i livelli indicati dalla norma. Proprio a causa di questi paletti, la Commissione Contenziosa, organo di primo grado della giustizia domestica ( autodichìa) di Palazzo Madama, aveva respinto il ricorso della presidente del Senato per reclamare le mensilità sospese della sua pensione parlamentare.
“La norma che abbiamo applicato nel respingere la sua richiesta è molto chiara: il riconoscimento del vitalizio alla Casellati si sarebbe infatti posto in aperta violazione del Regolamento sulle pensioni dei senatori”, dicono al Fatto Quotidiano fonti della Commissione che per il momento preferiscono mantenere l’anonimato.
I precedenti evidenziati dall’avvocato di fiducia della presidente, sottolineano le stesse fonti, non erano stati ritenuti meritevoli di apprezzamento essendo risalenti a periodi antecedenti all’adozione della norma restrittiva, varata dal Consiglio di presidenza del Senato il 31 gennaio 2012 proprio per fare chiarezza una volta per tutte sulla materia stabilendo il divieto di cumulo.
“Questo regolamento, che è norma di rango primario – dicono al Fatto gli estensori – rappresenta un chiarissimo spartiacque. Ed è letteralmente incredibile che la nostra decisione sia stata ribaltata in appello. Resta solo da leggere con quali argomentazioni”. E già, perché intorno alla sentenza del Consiglio di Garanzia che ha accolto le richieste della presidente Ca- sellati permane ancora un riserbo strettissimo, come d’uso in casi particolarmente scivolosi. Così come, in attesa di informazioni precise da parte dell’interessata, permane il mistero intorno all’ammontare dell’assegno che le sta per essere riconosciuto: secondo fonti interne del Senato a conoscenza dei dettagli relativi agli anni di contribuzione effettivamente versati dall’attuale presidente per la maturazione del suo vitalizio, “il tesoretto” si attesterebbe intorno ai 360 mila euro lordi.
Una somma che ora aspetta solo di essere liquidata alla fortunata titolare dello scranno più alto di Palazzo Madama. Da chi? Dalla Ragio neria dello stesso Senato, non appena però la presidente o il suo vicario Roberto Calderoli avranno firmato il decreto per l’esecuzione della sentenza che riconosce alla stessa Casellati gli arretrati per il vitalizio sospeso durante gli anni trascorsi a Palazzo dei Marescialli tra il 2014 e l’inizio del 2018
Nei prossimi giorni, intan- to, in seno all’Ufficio di Presidenza del Senato, la Casellati sarà chiamata a decidere sul ricalcolo dei vitalizi per gli ex senatori come ha già fatto, lo scorso luglio, il presidente della Camera Roberto Fico per gli ex deputati.
GLI INTERESSATI, ovviamente, già annunciano battaglia per tutelare i ricchi assegni riscossi: a decidere sui loro ricorsi sarà la solita Commissione Contenziosa, rinnovata per input della Casellati appena un paio di giorni fa. Tra i componenti due rappresentanti del personale del Senato e due giuristi esterni: l’a vvocato di Tivoli Alessandro Mattoni e l ’ e x m a g istrato Cesare Ma rt ell in o. Nel collegio anche Elvira Evangelista (M5S) e Simone Pillon (Lega). Presidente eletto con 5 voti a favore e 2 schede bianche (Evangelista e Pillon), Giacomo Caliendo, di Forza Italia, già sottosegretario ai tempi del Guardasigilli Angelino Alfano e del suo Lodo. A volte ritornano.
LE NUOVE REGOLE sono in vigore in Senato da sei anni (dal 2012) ed erano state pensate proprio per evitare la pratica dei doppi assegni per chi era nominato o eletto a altre cariche pubbliche ben retribuite
CASELLATI ha invece ottenuto un mese fa il vitalizio arretrato per gli anni tra il 2014 e il 2018 passati al Csm Decisione contestata Un mese fa la sentenza a favore del presidente del Senato: si stima valga 360 mila euro