Il Fatto Quotidiano

Grasso a Bersani: chi rivuole il Pd vada

“Io non ho cambiato idea, lasciateci liberi di far nascere LeU”

- » TOMMASO RODANO

Alla

fine anche il placido Pietro Grasso è sbottato. A modo suo, con aplomb istituzion­ale, in una lettera ai compagni della finora sventurata esperienza di Liberi e Uguali: “Chi intende tornare alla sua vecchia casa politica lo faccia al più presto e ci lasci proseguire. Perché noi andremo avanti”.

Grasso parla alla “Ditta” bersaniana, che ritiene ormai prossima al rientro nella “vecchia casa” del Pd (possibilme­nte con Nicola Zingaretti a nascondere sotto il tappeto la polvere accumulata negli anni di Renzi). La storia degli ultimi mesi va in questa direzione: il progetto di LeU è fallito il 4 marzo con una percentual­e appena superiore alla soglia di sopravvive­nza del 3%. Da quel momento il cartello elettorale non si è mai trasformat­o in partito, diviso tra distinguo e piccole rappresagl­ie delle sigle che l’hanno fatto nascere ( da una parte la “Di tt a” di Mdp, appunto, dall’altra gli ex vendoliani di Sinistra italiana, mentre Pippo Civati e Possibile sono stati i primi a lasciare il campo).

La costituent­e di LeU doveva passare per un congresso in due fasi (la prima entro 30 settembre, la seconda entro il 15 dicembre), ma non è mai partita. Bersani e i suoi non vogliono un “piccolo partito d i sinistra” ( p a r o l e dell’ex segretario) o un “altro cartello elettorale della sinistra radicale”(Arturo Scotto) ma far nascere un “campo largo” antipopuli­sta, espression­e che spesso abbonda sulle labbra di chi non sa bene dove andare a parare.

GRASSO, paradossal­mente, era stato scelto come leader di LeU proprio da loro, che l’avevano cooptato nell’estate del 2017 durante la festa nazionale di Mdp a Napoli, quando era ancora presidente del Senato (eletto col Pd). Ora l’ex magistrato rompe gli indugi: “Io non ho cambiato idea – scrive – voglio contribuir­e a fondare un partito di sinistra, autonomo e alternativ­o ai partiti esistenti”. Ritiene che la base di LeU sia dalla sua parte e ne ha avuto prova dalle lettere ricevute dai militanti e dai comitati promotori di Milano, Roma, Bergamo, Varese, Forlì e Modena. Rilancia con un manifesto politico in 8 punti, dopo aver proposto nei mesi scorsi un congresso in stile “Podemos” con voto online per evitare giri di tessere e influenza dei capibaston­e.

E gli altri? Sinistra Italiana, con Nicola Fratoianni, concorda sulla nascita di LeU e chiede “uno spazio politico al- ternativo al governo e al Pd e che cerchi da subito una confluenza con tutti i soggetti interessat­i (De Magistris, Potere al Popolo, Varoufakis? ndr) in vista delle elezioni europee”.

MDP PURE, ufficialme­nte, sostiene la necessità del congresso di LeU ( ma intende controllar­lo ed evitare derive ulteriorme­nte minoritari­e). Intanto riunisce il coordiname­nto nazionale a Roma. Scrive una giovane militante furibonda su Facebook: “La convocazio­ne arriva con una sola settimana di preavviso, in giornata e orario lavorativi. Preclude la partecipaz­ione a chiunque non possa pagare un treno con cifre elevatissi­me e a tutti coloro che lavorano. È l’ennesimo schiaffo all’impegno e alla tenacia dei pochissimi ragazzi presenti nel partito”. Che non è un partito.

La stasi

Dopo le elezioni (e il 3%) è tutto fermo. Gli ex dem non appoggiano l’apertura verso la sinistra radicale

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P. Grasso Ansa Ex presidente
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