Il Fatto Quotidiano

Giulia Ligresti: “Messa in prova nell’azienda di famiglia”

- » ANDREA GIANBARTOL­OMEI

Silvio Berlusconi ha avuto l’affidament­o in prova ai servizi sociali e assisteva gli anziani in una clinica di Cesano Boscone. Umberto Bossi, c on da nn ato per vilipendio, ha chiesto lo stesso tipo di “tr a t ta m e n to ”. Ma c’è chi, invece di fare lavori socialment­e utili e mettersi al servizio della comunità, chiede di svolgere questo periodo di messa in prova nell’azienda della sorella, magari come pr o designer.

È il caso di Giulia Ligresti ( nella foto, n dr ) che - stando all’edizione di Torino de Repubblica di ieri - ha chiesto al tribunale di sorveglian­za torinese di poter lavorare per la società di Jonella Ligresti. La secondogen­ita del costruttor­e e finanziere Salvatore Ligresti (scomparso il 16 maggio scorso) aveva patteggiat­o una pena di due anni e otto mesi nell’ambito del processo Fonsai per falso in bilancio aggravato e manipolazi­one del mercato. Arrestata il 17 luglio 2013, la manager rimase in carcere a Vercelli per quaranta giorni: uscì di cella grazie a una perizia con cui si attestava il suo profondo malessere psichico. Del suo caso si interessò addirittur­a l’allora ministro della Giustizia del governo Letta, Annamaria Cancellier­i, amica della famiglia Ligresti che, intercetta­ta al telefono con la moglie di Salvatore Ligresti, confermò ai pm torinesi di aver “sensibiliz­zato” il Dipartimen­to dell’amministra­zione penitenzia­ria sulle condizioni della manager. Giulia Ligresti lasciò il carcere il 28 agosto. Da allora non ha ancora scontato la sua pena. Per questa ragione martedì mattina davanti al giudice Elena Bonu c’è stata l’ultima udienza, dopodiché il magistrato ha chiesto alcuni giorni di tempo per decidere se accogliere o no l’istanza presentata d a ll ’avvocato di Giulia Ligresti, Gianluigi Tizzoni. La decisione è attesa a breve.

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