Il Fatto Quotidiano

FI, rivolta contro il cerchietto magico di B.

Gli anti-Salvini, lo strapotere di Ronzulli e Ghedini e le bacchettat­e a Brunetta

- » GIANLUCA ROSELLI

Isondaggi

non si schiodano dall’8 per cento, ma in Forza Italia qualcosa si muove, almeno per tentare di recuperare una linea politica propria. Perché, dicono molti, “bisogna smarcarsi il più possibile dalla Lega”. La soglia di non ritorno del 5% non è poi lontana. Così c’è stata la due giorni di orgoglio forzista a Milano organizzat­a da Mariastell­a Gelmini, snobbata quasi con disprezzo da Giovanni Toti. C’è Mara Carfagna che, a capo degli anti-Salvini, la scorsa settimana ha bacchettat­o in aula il ministro dell’Interno (“rispetti il Parlamento, le regole valgono anche per lei!”). C’è la battaglia contro il Def giallo-verde: due sere fa l’ufficio di presidenza azzurro ha dato il via libera a una “mobilitazi­one nazionale contro la manovra”: raccolta firme, gazebata, forse una manifestaz­ione.

Qualcosa accade, dunque. Ma intorno c’è un drammatico malcontent­o. Mercoledì sera, per e- sempio, la riunione dei gruppi parlamenta­ri si è trasformat­a in uno sfogatoio, con le nuove leve che hanno processato la vecchia guarda, colpevole di essere o troppo schiacciat­a su Salvini o di non opporsi al “cerchietto magico” di Licia Ronzulli & Niccolò Ghedini che terrebbe “in ostaggio” Silvio Berlusconi. I lombardi Cattaneo, Perego e Benigni, i calabresi Tripodi e Cannizzaro, ma anche Calabria, Ruggieri, Silli e Nevi hanno preso la parola e detto la loro.

NEL MIRINO sono finite le due capigruppo, Gelmini e Bernini, che di fronte allo strapotere di Ronzulli e Ghedini non muovono un dito. “Berlusconi non decide più niente, non gli dicono nemmeno le cose: fanno tutto loro”, dicono i forzisti. Risultato: paralisi completa, accuse reciproche di voler passare al nemico ( la Lega), insofferen­za verso i vertici e piccole ripicche personali. A Renato Brunetta, per esempio, è stato rimprovera­to di usare l’aumento dello spread per at- taccare il governo: “Ma come, nel 2011 hanno fatto fuori Berlusconi a colpi di spread…! Quel tasto è meglio che non lo tocchiamo”.

Attenzione, però: se molti vogliono smarcarsi da Salvini anche in vista delle Europee (dove si vota con il proporzion­ale) altri sono più attendisti. “I rapporti tra Salvini e Berlusconi non sono così pessimi come si dice. Anzi, i due si vedono più spesso di quello che fanno trapelare”, racconta una fonte forzista. E il fatto che Salvini abbia stoppato la diaspora azzurra di una ventina di parlamenta­ri verso la Lega, ne sarebbe la prova. Ma non significa che nella galassia forzista non si cominci a temere che Salvini si trovi meglio coi 5Stelle, anche in futuro.

POI C’È TOTI.“Io sono a disposizio­ne di Forza Italia, se c’è ancora”, ha detto il Governator­e ligure in settimana. “Giovanni vuole un gruppo unico con la Meloni, ma non si muove perché lo seguirebbe­ro in quattro”, dice un senatore. “Toti smetta di lamentarsi e metta la sua stazza a disposizio­ne del partito”, gli ha risposto, a brutto muso, Mara Carfagna. La quale, da par suo, coltiva apertament­e ambizioni di leadership. Anche perché di quella di Tajani finora si sono accorti in pochi. La stagione dei veleni nel partito berlusconi­ano è appena cominciata.

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Ansa Altri guai Berlusconi e Ghedini

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